Osteria Il Cerriglio a Bisceglie: le radici del “far da mangiare” all’italiana

Osteria Il Cerriglio, Brasciola e Orecchiette

Osteria Il Cerriglio
Via Cardinale dell’Olio, 70
Bisceglie (Ba)
Tel: 080.3957683
Aperto sempre
Chiuso domenica sera

di Andrea De Palma

Nascosta nei vicoli del gradevole centro storico di Bisceglie, quasi a non volersi far trovare la trattoria “Il Cerriglio” opera da più di 150 anni. Si perché, in questi locali si mesceva vino già nel 1864 visto che era sede della Carboneria locale e provinciale. La storia racconta che gli stessi membri vollero denominare questo locale con l’omonimo vico napoletano. Dopo anni di non utilizzo la famiglia Ventura la riapre e diventa uno dei posti più frequentati durante la seconda guerra mondiale.

Oggi è ancora gestita da Lucrezia e Gianfranco Ventura, eredi dello storico gestore “Ciccillo” scomparso recentemente, e dalla madre Angela che continua a realizzare paste fresche della tradizione pugliese come le orecchiette.

Da tempo il mio amico Cesare, conoscendo la mia passione, mi chiedeva di seguirlo in questa Osteria, e oggi finalmente, prendo la famiglia e vado, li dove entri per solo un bicchiere di vino e via, o porti a casa la dama di cinque litri, e soprattutto puoi anche pranzare e cenare.

 

 

Ma, perché parlare di un “postaccio” come potrebbe essere definito da molti; perché ritengo che si dovrebbe, anzi si deve ripartire dal pensiero progenitore che sta alla base della “dar da mangiare e da bere” nella nostra cultura all’italiana.

Perché questa formula, la stessa accoglienza da “Oste” con la “O” maiuscola deve tornare ad essere la matrice da cui partire e ripartire di molta ristorazione affrettata e/o inventata, soprattutto da quei giovani che vogliono iniziano senza metabolizzare l’essenza del dar da mangiare all’italiana, scimmiottando i big della ristorazione italiana, che se sono al top è perché, sicuramente, sono partiti dal basso.

E poi, anche noi…!!!, ogni tanto abbiamo bisogno di resettarci, tornare indietro, per ricordarci da dove veniamo. Insomma, tornare in questi posti ci aiuta a ripulirci di tanta ovvietà del gusto e ripartire da zero, e anche perché ogni tanto abbiamo voglia di mangiare senza pensare…perché abbiamo voglia di un sorriso sincero di chi ci cucina e di chi ci porge da mangiare, perché abbiamo voglia di sentirci coccolati come a casa. E qui non rischi che l’Oste ti dica “torni a ritrovarci in settimana e la coccoleremo meglio: questa frase mi è stata detta un ristoratore con punteggi alti, quando ha capito che qualcosa non andava…e non sto a raccontarvi i dettagli, osceni per un posto del genere.

Quindi perché no!!! Io mi sento di raccontare e perorare la causa dei “piccoli”, visto che si parla sempre dei “grandi”, dimenticandoci spesso e volentieri di coloro che fanno da mangiare bene, non disattendono le aspettative con conti davvero popolari.

Vorrei sottolineare questo aspetto delle “aspettative disattese” aspetto molto diffuso. Se entro in una trattoria nascosta nei vicoli del centro storico mi aspetto di mangiare bene e spendere il giusto, come è avvenuto al Cerriglio, mentre mi capita spesso di entrare in posti con aspettative alte, visto che si chiamano “ristoranti”, hanno ambienti di charme, mise en place eccellenti, bagni profumatissimi, menu di tutto rispetto e poi, arrivano dei piatti che li mangi solo con gli occhi e senza sostanza gustativa, dove lo pseudo chef si è solo divertito a vestire un piatto senza dargli un’anima e vita per il palato, realizzando tanti frankenstein del gusto.

Le foto parlano da sole e non hanno bisogno di essere commentate, c’è da ammirare la spontaneità delle ricette e la qualità degli ingredienti.

 

 

 

 

 

 

 

 

A proposito, non vi aspettate ambienti moderni, tavole eleganti e carta dei vini, ma sicuramente troverete un menu spartano, ma dettagliato ed esaustivo. Le uniche bevande le vedete in foto.

 


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