Piazzetta Milù a Castellammare e il nuovo corso di Maicol Izzo

Maicol Izzo

Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia
Corso Alcide De Gasperi 23,

Tel. 081/8715779
Email piazzettamilu@gmail.com
www.piazzettamilu.it
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CONCLUSIONI
Ci sono le premesse perché questo ristorante diventi il migliore della Campania: forza della famiglia, solidarietà fra i tre fratelli, apertura per quasi tutto l’anno, cucina di prodotto e tecnica aggiornata, grande e non scontata cantina, posizione logistica, praticamente a metà strada fra Napoli e Salerno, dialogo aperto e costruttivo con la clientela locale. L’esperienza dal punto di vista del cliente è completa, i costi sostenibili e il divertimento è assicurato. Cosa manca? Anzitutto ancora tanta gavetta, poi tutto è affidato alla crescita di Maicol: se saprà strizzare l’occhio ogni tanto alla gola locale (soprattutto nei primi) e soprattutto rimanere aggiornato con nuove puntate all’estero, la nostra previsione si realizzerà. Intanto ci godiamo uno dei migliori locali del Centro Sud.

Siamo saltati subito alle conclusioni perchéè la sintesi della nostra prima esperienza con la cucina di Maicol Izzo, giovane di 25 anni di cui quasi otto trascorsi fuori partendo dalla cucina di Gennaro Esposito fino alla lunga esperienza da Tickets a Barcellona passando per il Mirazur. Credenziali importante, non formali ma sostanziali. Confesso che io, appassionato dalla cucina di Luigi Salomone che ritengo il giovane tra i più promettenti di quelli già affermati, stella michelin a 28 anni, avevo il timore di uno stravolgimento del locale. Altro timore, poi, quello di vedere importati piatti e tecnica spagnoli senza una rimodulazione territoriale. In altre parole, un select all and paste come spesso avviene.

Il primo timore è in parte sfumato appena ci siamo seduti scorrendo il menu. I classici di piazzetta Milù sono riproposti, c’è comune papà Michele con le sue carni e, controcanto, un sontuoso piatto di crudo da Mille e una notte. La sala gira sicura, scarpetta con il ragù, anche questo fatto da Michele.
Poi entra in scena Maicol di cui diciamo subito ci hanno colpito positivamente: la grande estrazione di sapore dagli ingredienti, la capacità di creare piatti con pochi elementi, l’idea del divertimento e del gioco sempre presente in ogni portata, il rapporto con il prodotto di territorio, l’esaltazione del vegetale come elemento dirimente, i fantastici dolci. Da rendere un po’ più piacioni i piatti di pasta, un elemento di comfort food ci vuole sempre e la pasta e cavolfiori effettivamente ci ha spiazzato con i suoi toni amari. In linea con lo spartito musicale del degustazione, ma forse troppo distante da quel che si aspetta un cliente medio. In buona sintesi, possiamo dire che spesso quando si va fuori si tende poi ad applicare i protocolli appresi senza rimodularli. In questo caso invece la tecnica e le idee sono servite per rivedere la tradizione in una prospettiva diversa e interessante. Il piatto della spigola, ad esempio è stato fantastico.

La batteria di aperivi è un vero divertimento. accompagnati da bollicine o da un vino bianco fermo, si spazia dai sapori tradizionali come il ragù e la galletta di Castellammare alla intensità del brodo d’alga e del taratufo cotto alla brace (da Michele).

Da incorniciare, moderni, essenziali e ricchi di sapore gli antipasti, in un crescendo incredibile.

Il brodo di funghi, molto intenso, spezza la sequenza e introduce uno dei piatti memorabili della serata, l’idea del carciofo presentato per quello che è che pochi ricordano: un fiore! Mangiato con le mani, buonissimo e straordinario.

Il primo è pasta e cavolfiori con un lavoro molto approfondito sul vegetale presentato in diverse cotture e consistente. Non è un piatto facile e la pasta non compensa il tono amaro. Molto lontano dai canoni a cui siamo abituati a Napoli, ma comunque interessante.

Ancora un brodo, inteso e pulito per sgrassare.

Anche qua piatto molto concettuale anche se più “napoletano”. Molto intenso il sapore estratto dal pomodoro.

Da manuale i due secondi, pesce a carne.

La sequenza dei dolci è poi incredibile, un pranzo nel pranzo che si apre con unapremuta di mandarini e agrumi.

Dolci non stucchevoli, di grande intensità, meravigliosi.

Oggi Piazzetta Milù è qualcosa di straordinario, è un vero lampo di contemporaneità e di freschezza di cui si avvertiva il bisogno in  Campania, la prosecuzione di un discorso iniziato con il terra-mare della Penisola arricchito dalla tecnica e che prosegue una filosofia centrata tutta sul mercato e  rifornitori locali. Una energia nuova anche nell’organizzazione del lavoro del ristorante, con veri e propri briefing e assaggi prima dei servizi. Con una valore aggiunto tutto italiano: il calore e la forza della famiglia.


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