di Gennaro Miele
Lo scorrere dell’acqua rappresenta il senso del passare del tempo, invisibile, e al di sotto della stessa la storia del mondo non si consuma, ma leviga e ingentilisce. Sono le pietre a rappresentare
il mondo che attraversa il tempo senza sparire ma cambiando, evolvendo. Quello scorrere trasporta invisibili elementi e frammenti della storia permettendogli di contribuire alla scrittura fisica di un nuovo paesaggio, di una nuova storia, questa è quella delle montagne i cui frammenti sono stati trascinati a valle nella zona del Grave, ad opera dei fiumi Tagliamento, Meduna e Cellina, creando un suolo come un tessuto variegato dove la presenza di questi elementi calcareo – dolomiticoarricchisce l’essenza dei vini.
È questo il Friuli, questo è parte del lavoro della famiglia Pighin che nelle rinomate zone della DOC Collio e Grave opera nella vinificazione delle proprie uve per realizzare essenze eleganti da riversare nei calici. La guida aziendale affidata al carismatico Roberto Pighi ha l’energia del racconto territoriale, allo stesso tempo appassionato ma vivamente pragmatico, caratteristica necessaria in rapporto alla notevole dimensione che l’azienda nel tempo ha assunto. Tra chicche della produzione l’espressione dei vitigni internazionali ha un ruolo essenziale, ne è esempio il Friuli Grave Pinot Grigio, dalla Tenuta di Risano, che si esprime splendidamente nell’annata 2022. Abbastanza consistente nella roteazione appare in un colore giallo paglierino, tenue ma lucente, il naso è carezzato da finezza, profumi dolci che rimandano alla pesca sciroppata, ananas disidratato, fiori di camomilla, erbe aromatiche al mattino, sensazione minerale. Al gusto l’entrata esalta la freschezza, si stende morbido mentre la sapidità si fa strada ed un sottile sentore agrumato si prolunga. Nel jukebox estivo del vino questo Pinot Grigio è un leggero giro di note internazionali, Secrets dei OneRepublic il suo sound. Buon Calice.
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FERNANDO PIGHIN & FIGLI
Viale Grado, 11/1 Fraz. Risano
33050 Pavia di Udine (UD)
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