Pizza Cracco: le pagelle a Carlo nel living, Sorbillo, Diego Laurenti e ….

Pubblicato in: La cazzata del giorno

Pizza di Cracco, è venuto il momento di dare le pagelle ai protagonisti di questo tsunami mediatico. Attenzione, è un gioco, speriamo nessuno se la prenda, lo facciamo perché è stata una vicenda emblematica in cui sono emersi bene i temi dell’Italia gastronomica, che poi sono un po’ anche quelli dell’Italia politica. E cioè un distacco crescente fra quello che vive e pensa la stragrande maggioranza delle persone e le regole dei salotti in cui i ruoli sono un po’ confusi, dove fa chic differenziarsi a prescindere. Una Italia gastronomica che la critica non riesce più a rappresentare e che si è rifugiata, ahimè, in Tripadvisor così come quella politica ha trovato sbocco nei 5 Stelle e nella Lega. Parallelismo azzardato? Chissà, certo è che si è sempre più concentrati sui ristoranti laboratori che su quelli della gioia e della felicità, oltre che del benessere. Ecco dunque perché la pizza napoletana andava bene finché era relegata a folklore, ma adesso che è un fenomeno potente e dilagante, viene criticata da chi vorrebbe vedere i pizzaioli come gli indiani nel circo di Buffalo Bill in nome di una presunta modernità che in realtà spesso nasce da esigenze commerciali o solo di visibilità.
Dai, diamo le pagelle e come si fa dopo una partita e giochiamo un po’.

Diego Laurenti| Voto 10

In poche ore il suo video ironico ha raggiunto 1,3 milioni di visualizzazioni, capace di far parlare la pancia dei napoletani, vale cento post e cento editoriali. Riassume la reazione istintiva che qualsiasi napoletano avrebbe nel vedersi portare quella margherita a tavola. Usa abilmente Masterchef e fa di Antonino Cannavacciuolo una spalla verosimile.

Gino Sorbillo| Voto 9

Oltre 26 interventi televisivi e 80 radiofonici, raffica di post a getto continuo. Smarcarsi dalla tradizione napoletana gli ha fruttato una grande visibilità. Dopo essere stato sempre tenuto in anticamera dei salotti gastrochic, adesso è finalmente ammesso per il suo apprezzamento alla pizza di Cracco. Non importa che il suo pubblico continua a protestare sotto i suoi post, il risultato è raggiunto in maniera abile e disinvolta. Sono lontanissimi i tempi in cui faceva il Masaniello a via Tribunali contro il Gambero Rosso.

Carlo Cracco | Voto 8

La strategia del silenzio paga sempre e lui fa parlare del suo bellissimo spazio nella Galleria come mai era accaduto. Il rischio è che adesso tutti vogliano solo la pizza al bistrot, noi quando siamo andati era finita. Per lo meno così ci hanno detto. Ma prima o poi la proveremo e non ci sfuggirà. In ogni caso non trovare il piatto di cui si parla è abbastanza grave per uno stellato che dovrebbe offrire sempre lo stesso standard. In compenso il riso al salto era eccezionale.

Antonio Pace presidente Avpn | Voto 7


Ha colto subito l’ennesimo movimento contro la tradizione, l’aria di rivincita che si respira in alcuni ambienti contro il riconoscimento Unesco dell’arte dei pizzaioli napoletani mettendo paletti precisi. La stessa Associazione ha diffuso un video che ha fatto quasi cinque milioni di visualizzazioni su cosa significa pizza napoletana. Grazie di esistere.

Raffaele Bracale | Voto 6
Il gastroborbonico su Facebook ripropone in modo delicato la storia della pizza margherita, considerandola essa stessa un tradimento per via dei colori della bandiera italiana e a sua volta tradita da questa interpretazione. Oh, si gioca.

Attilio Albachiara | Voto 6

Bel video di risposta ma stavolta un po’ pesante sulla storia di Napoli e soprattutto nella fretta sbaglia le patatine pubblicizzate da Cracco. Ma alla fine godibile ed efficace nel rappresentare quello che pensano tutti i pizzaioli che sono fuori dai riflettori e che hanno lui come riferimento.

Quelli che: prima provare poi parlare ! Voto 4
Anche in questa occasione il mantra  “Giudico solo DOPO aver provato” oltre ad essere noioso come le frasi dei dirigenti Pci ai tempi di Tangentopoli (“rispettiamo l’operato della magistratura”), non coglie il senso della questione, perché il punto non era la bontà o meno della creazione di Cracco, ma l’abuso del termine Margherita anche su un palatone pieno di pomodoro come lo chiama Laurenti.

Cristiana Lauro | Voto 3

Decisamente paradossale il suo declino acritico verso l’omologazione e la banalità su Dagospia. Ma in fondo le sono sempre piaciuti i vini alla vaniglia.

Gli utili idioti |Voto 2
Non li nominiamo, ma sono quelli, pochi per fortuna, che al Sud vogliono accreditarsi leccando il sedere a quello che ritengono il guru di turno e parlano a vanvera di innovazione senza modernità ma con subalternità, prima provare poi cacare, di reazioni provinciali. Il tipico gregge che finisce sulle tavole di Pasqua quando non serve più.

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