Report e la pizza bruciata: quattro coincidenze non fanno una prova ma danno una certezza

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

di Giustino Catalano

Cosa legherà mai San Tommaso con Amleto?

Il dubbio. Lo scetticismo sull’umanità e sull’uomo. E già perché il mondo è strano, davvero strano!

Decine di coincidenze lo affollano, decine di casualità lo colpiscono. Siamo figli del Big Bang generato dal grande caos primordiale e da quello ripartiamo anche nei fatti più piccoli, più insignificanti.

 

Ieri Report ha fatto riaffiorare in me questa mia indole indomabile e mi sono arrovelato sino a stamani nei dubbi e nelle conferme.

Ma li condividerò con voi in maniera sintetica facendo porre la domanda ad Amleto e la risposta a San Tommaso che albergano in me.

1. Amleto: Perché fare una puntata sulla pizza per parlare della dannosità delle farine raffinate e non farla sulle merendine del Mulino Bianco, del Panettone Motta o Bauli, della Pasta Barilla ad esempio?

San Tommaso: Perché benchè usino farine raffinate fanno tanta pubblicità sulla rete e sulla Rai e quindi……

2. Amleto: Perché fare una puntata chiamando un esperto in luogo di tanti altri per la valutazione di un focaccione inguardabile?

San Tommaso: Perché forse la moglie lavora in una delle trasmissioni che vanno in onda sulla stessa rete (ho detto forse)..magari..la butto lì a caso..Ballarò…ma non sono sicuro..io non sono mai sicuro..devo verificare su wikipedia sotto il suo nome…

3. Amleto: Perché fare una puntata chiamando un esperto veneto per parlare dei danni delle farine 00 (raffinate) e non chiamarne uno proveniente da un’altra regione d’Italia, magari il Lazio o Roma dove ha sede la RAI e ve ne sono una caterva. O l’Istituto Zooprofilattico di Portici in Campania che lavora sul campo?

San Tommaso: Perché forse (ho detto forse) fa lezioni in una scuola di una azienda che delle farine integrali ne ha fatto una bandiera e un elemento di marketing

4. Amleto: Perché fare una puntata parlando male del forno al legna collegandolo a rischi seri per la salute e valorizzare il forno elettrico?

San Tommaso: Perché forse (ho detto forse) nel Nord Italia per motivi dettati da Leggi locali e per un indotto sul legname da forno per pizze quasi del tutto inesistente i forni elettrici si piazzano meglio e anche e solo i pizzaioli di scuola napoletana sanno gestirlo.

Dubbi irrisolti, dubbi che continueranno a girarmi per la testa per sempre. Certo è che ieri sera si è svolta la saga dell’approssimazione e delle cose non dette.

Da un lato pizzaioli che non sapevano nemmeno cosa fosse la farina 00 dall’altro analisi svolte solo sulla bruciacchiatura e non sull’intero prodotto come di regola si fa.

Il cartone dell’asporto
Da un altro interviste (Massimo Di Porzio) tagliate ad arte e mestiere per far dire cosa non si è detto, dall’altro Maria Rosaria Milani – Istituto Superiore della Sanità che asserisce che il cartone della pizza deve essere “100% di fibra vergine ossia di materia di primo impiego”, soggiungendo che è illegale se non è così e va denunziata ai NAS..ora io trovo più illegale che una persona pagata da noi tutti non conosca il proprio lavoro e le normative che fa applicare. Non l’ascoltate o a seguito di denunzia pagherete un considerevole risarcimento dei danni.
Leggete qui: “Art. 27. Le carte e i cartoni disciplinati dal presente decreto possono da soli o accoppiati tra di loro o con altri materiali, o trasformati in imballaggi, essere adoperati a contatto diretto degli alimenti quando, fabbricati secondo buona tecnica industriale, rispondano alle seguenti caratteristiche:

a) nel caso di imballaggi per alimenti per i quali siano previste prove di migrazione: siano costituiti da almeno il 75
per cento di materie fibrose, al massimo il 10 per cento di sostanze di carica, al massimo il 15 per cento di sostanze
ausiliarie;

b) nel caso di imballaggi per alimenti per i quali non sono previste prove di migrazione: siano costituiti da almeno il 60 per cento di materie fibrose, al massimo il 25 per cento di sostanze di carica, al massimo il 15 per cento di sostanze ausiliarie .
Tutte le percentuali suddette, si intendono riferite alla sostanza secca.
E’ ammessa la presenza, in quantità di tracce, secondo buona tecnica industriale, di coadiuvanti tecnologici di
lavorazione con funzione di reattivi, agenti di dispersione, flottazione e drenaggio, agenti antischiuma e antilimo.
Le materie fibrose, le sostanze di carica, le sostanze ausiliarie, i coadiuvanti tecnologici di lavorazione che possono
essere impiegati ai sensi dei commi precedenti del presente articolo sono indicati nella sezione 4 dell’Allegato II.

(DM 21/3/1973 e succ. modificazioni e integrazioni)

Potrei continuare ma mi fermo..credo i dubbi siano già troppi e le domande sempre più. Però un consiglio alla Gabanelli me lo sento di darlo. Cambia Autore perché è incapace di costruire qualcosa che regga e che sia almeno schermato e prova a parlare della Nutella con un bel puntatone “stracciamutande”!!!

Dai su fattela con chi è bello grosso e potente. Lascia stare il nostro piccolo pizzaiolo che almeno la pizza la fa con amore per vedere la soddisfazione sulla faccia della gente.

E poi, che stupidi quelli di Slow Food a dare spazio alla pizza napoletana a Terra madre o a Gastronomika ad accogliere Coccia, Piccirillo della Masardona, Cinque di Pizza a Metro:-)


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