Caracol: la cucina mediterranea orto/mare di Angelo Carannante a Bacoli

Caracol a Bacoli
Via Faro 44
Tel 081 523 3052
Aperto la sera, sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso lunedì e martedì

Chef-Angelo-Carannante-Giannantonio-Scotto-Di-Vetta-e-comis-di-sala

di Antonella Amodio

Se è vero che la cucina del futuro è consapevole e sostenibile, è anche vero che c’è in atto un’inversione di marcia della domanda dei ristoranti definiti “fine dining”, dove oltre all’etica, alla stagionalità ecc… e alla personale creatività – che tante volte abbaglia soltanto la vista – oggi si richiede sostanza nei piatti, ridisegnando il modo di percepire il cibo con un nuovo modello fatto di sapori precisi.

Al Caracol si è affascinati dal panorama, dalla location e dall’atmosfera, un mix di magia che rende ancora più difficile poter stupire a tavola. Eppure lo chef Angelo Carannante ha sempre quell’asso nella manica che sposta l’attenzione dell’ospite sulla proposta gastronomica di un menù che diventa un’esperienza da ricordare, insieme con la memoria del suono del mare che si infrange sugli scogli, la vista di Ischia e Procida nonché quella della tellurica terra dei Campi Flegrei.

Lo stile della tavola dello chef Carannante è saldamente mediterraneo contemporaneo, con echi profondamente tradizionali, nobilitato da tanta identità e dall’assenza di dogmi.

Ne emerge ricerca e conoscenza in un’offerta coerente, che predilige le filiere corte e le coltivazioni autoctone. Piatti ambasciatori dell’ecosistema, che colmano la differenza con quell’assurdo pensiero che “gourmet” significhi mangiare poco e pagare tanto. Assurdità che Peppe Guida smonta con la sua filosofia di cucina che coniuga semplicità e tradizione mai banale, portate in tavola dal 1994, (anno di apertura dell’Antica Osteria di Nonna Rosa) e che gli sono valse la stella Michelin, anche per Caracol. Angelo Carannante esibisce una cucina reale e raffinata. Lo dimostrano diversi piatti, come il risotto al finocchio marino, un’erba aromatica che cresce sul promontorio che ospita il Caracol e che rilascia note di agrumi e di iodio. Una meraviglia.

Piatti apparentemente semplici, preparati con tecnica ed esaltati dai vini della cantina sempre work in progress del ristorante, affidata al maître e sommelier Giannantonio Scotto Di Vetta, professionista innamorato della sua terra, che propone rarità enologiche e vecchie annate della Campania Felix e anche produzioni internazionali.

A fine mese Caracol chiuderà e bisognerà attenderne la riapertura in primavera prossima. Nel frattempo vivremo di nostalgia, augurandoci che riapra finalmente con le due stelle Michelin.

Dal menù di Caracol Gourmet

Costo di 7 e 9 portate da 130,00 a 150,00 € (vini esclusi )

Caracol Gourmet

Via Faro, 44, 80070 Bacoli (NA)

Tel. 081 5233052

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Report del 21 agosto 2022

di Antonella Amodio

Ammetto che la location conta molto quando si fanno esperienze gastronomiche, soprattutto se si hanno delle aspettative alte, visti i riconoscimenti e le manifestazioni di consenso della critica di settore, che decantano alcuni luoghi e la cucina.

Succede appunto di arrivare al ristorante Caracol e prendere coscienza del fatto che la meravigliosa estetica “naturale” del posto e il piacere ancestrale della cucina coincidono perfettamente, innalzando quell’esperienza ad un gradino superiore, creando quell’emozione che fa desiderare di ritornare.

Lo chef Angelo Carannante è in forma smagliante non solo perché ha perso ben 18 kg, ma anche perché gioca con sfumature di sapori, di colori e di armonia nei suoi piatti, conservando quella mediterraneità che assicura gusto e certezza, rimandando alle suggestioni del posto. È come se la costa di matrice vulcanica, l’azzurro del mare e la macchia mediterranea che avvolgono la struttura entrassero di default nella sua cucina, senza avere intermediari. Il menù parla di sensazioni affumicate, di acidità, di sapidità e di dolcezze bilanciate, dando così risalto ai sapori e al riconoscimento degli ingredienti. Una cucina accogliente, elegante, che ricalca la struggente e silenziosa bellezza del posto.

Intanto vi suggerisco di arrivare al Caracol al tramonto, per riempirvi gli occhi del panorama e le narici dei profumi freschi di lentisco, rosmarino, menta e origano che crescono spontaneamente e che circondano i divani sistemati a strapiombo sulla costa, dando la sensazione di essere sospesi sul mare, dal quale si eleva la nota di iodio che chiude il ventaglio olfattivo. Odori e sensazioni, che saranno in parte presenti nei piatti di Angelo Carannante, ispirato dal contesto, dal passato della tavola campana e guardando il presente dove l’alta cucina si riscontra nelle tecniche di esecuzione.

L’aperitivo: Leviamo l’ancòra, ne è l’esempio: la pizza, l’oliva di zucchine alla scapece, il taratufo alla brace con burro fuso, la focaccia con il salmone e il raviolo fritto, gridano identità.

Il Gambero rosso, latte di arachidi e carota fermentata riprende la contemporaneità che mixa diverse correnti gastronomiche, dove i singoli ingredienti non annullano né sovrastano gli altri, per poi fare subito ritorno a casa con il Diversamente Peperone Imbottito e a seguire con lo Spaghetto con estratto di alici, emulsione di cozze, polvere di cacao, caffè, pepe di Sichuan e cannella. Una meraviglia!

Il Riso con ajo blanco, fermentato di mirtilli e scampi, conferma la predilezione dello chef per il risotto.

Quel che resta della brace (deliziosa portata che riprende il concetto di cucina di recupero elevata al fine dining) e la Triglia Faraonica, tra le portate di secondo. Piatti apparentemente semplici che nascondono complessità nelle preparazioni.

Il dessert: Pane e pomodoro, gioca di astuzia nella tendenza acida, lasciando spazio allo “spigolo” e non alla rotondità, andando così a resettare il palato per accogliere nel modo giusto il Ricordo di un viaggio in Brasile, dove si percepisce l’intensità e la persistenza aromatica del cioccolato.

Chiude le Petit Four, tra cui l’originale trasformazione del melone in anguria (il colore è ottenuto dalla barbabietola), un ulteriore passaggio manieristico, in chiusura, dello chef Angelo Carannante.

Il servizio è attento e la carta dei vini esplora la Campania, dando valore alle produzioni nostrane, e poi il resto dell’Italia e del mondo. Ad ogni modo, fatevi consigliare dal professionale e competente Giannantonio Scotto di Vetta che sa che cosa abbinare in modo equilibrato alla cucina del Caracol. Prima di sedermi al ristorante ho fatto un giro alla struttura del Cala Moresca, il resort dove sorge il Caracol, constatando che lo stato dei lavori di ristrutturazione delle camere è quasi terminato. Ogni anno un tassello in più che verte sulla qualità dell’accoglienza, un investimento che porta a ricevere altri e alti riconoscimenti, innalzando ancora di più il territorio a luogo elettivo ed esclusivo.

 

Caracol Gourmet

Via Faro, 44 – 80070, Bacoli (NA)

T +39 081 52 3052 (dalle 15:00 alle 19:00)

info@caracolgourmet.it

 

1 aprile 2022

Caracol a Bacoli
Via Faro 44
Tel 081 523 3052
Aperto la sera, sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso lunedì e martedì

Siamo stati i primi a credere nella stella in questo locale, ora vi diciamo che la candidatura per una seconda non è un sogno astratto per due motivi. Il primo, concreto, è che la proprietà sta investendo una montagna di soldi per rifare le stanze della struttura, un po’ datate ma che godono di una posizione incredibile a Capo Miseno, con uno sguardo sull’alternarsi di mare, laghi vulcanici e lingue di terra che sono i Campi Flegrei a Nord di Napoli. La secondo è nel fatto che la cucina di Angelo Carannante, flegreo di Quarto, è quel tocco personale in più che la rende riconoscibile. In poche parole, non è seduta sugli allori ma osa senza paura di sbagliare.
In poche parole, una sola gli sta sicuramente stretta già adesso. La cucina di Angelo è stagionale, non è esibizionistica, adagiata sulle splendida territorialità fatta di Mediterraneo puro, di pesce e di orto con qualche incursione sulla carne, bella la mano sulla pasta secca.
Stando in questio posto incantevole dove non puoi non andare con persone a te care, ora è necessario buttare l’occhio sulla sostenibilità e sui temi verdi cari alla Michelin e dobbiamo dire non c’è nulla di inventarsi: lo spazio per l’orto, per un oliveto e per un vigneto c’è tutto. Manca solo la pista per elicottori che qui è quasi indispensabile visto che è come stare su un’isola. In poche parole bisogna collegare questa bomboniera al contesto, operazione che richiede investimenti ma che può fsre di questo luogo una magia unica al mondo.
Intanto veniteci e godete pure: la cucina è scattante, ricca di energia, la carta dei vini assolutamente ampia, parte dai Campi Flegrei e arriva praticamente ovunque con una batteria di Champagne di assoluto valore nazionale, il servizio è professionale e attento, non opprimente: si vede che tutto il personale è ben motivato nonostante i due anni difficili alle spalle e questo è merito della proprietà.

Cosa si mangia al ristorante Caracol di Angelo Carannante

 

Dicembre 2019

Ristorante Caracol Bacoli
Via Faro, 44

Telefono: 081 523 3052
Aperto la sera

Finale di partita al Caracol che chiude la sua prima lunga stagione stellata di Angelo Carannante. Una stagione molto densa e lavorata, con ottimi risultati, al di là di ogni previsione. Tutti soddisfatti. Siamo arrivati qui nel finale, a pochi giorni dalla chiusura e abbiamo trovato una carta ampia di Champagne, vini campani e vini di Francia  decisamente perfetta con ricarihi giusti. E poi piatti sempre più precisi. Citiamo per tutti lo spaghettino con sashimi di cernia in salsa di acquapazza e caviale servito come antipasto. Spaziale. Buono il risotto di cipolla e tartufo e sorprendente la cottura della gallinella. Alta pasticceria piena di esplosioni al palato, tra le più interessanti d’Italia. Un posto magico, sopseso tra terra, cielo e mare. Su quel Capo Miseno che erail porto della flotta militare romana.L’ dove plinio il Vecchio vide il Vesuvio eruttante. Ora nascono gli amori e una volta arrivati è difficile andare via.
Alè!15

Ristorante Caracol Bacoli
Via Faro, 44

Telefono: 081 523 3052
Aperto la sera

Report del 24 marzo 2019

Caracol a Bacoli. Quando è arrivata la stella avevano chiuso per ferie. Ecco perché, mossi dalla curiosità, ci siamo subito arrampicati alla ripaertura verso uno dei ristoranti più spettacolari della Campania, appolaiato tra la macchia mediterranea di Capo Miseno, dove un tempo risiedeva la flotta militare romana del Tirreno.
Quando provammo la cucina di Angelo Carannante al Caracol di Bacoli fummo facili profeti nello scrivere che la Michelin era a rischio buco. Una battuta, e in effetti alla seconda stagione la rossa ha dato la stella, la seconda nei magici e onirici  Campi Flegrei dopo quella spettacolare di Sud a Quarto.

Forte di una proprietà solida alle spalle, ben conscia del fatto che un locale del genere difficilmente può andare in pareggio nei primi anni. grande materia prima di territorio, tanti divertimento e piatti centrati
Questo  è un posto magico, da frequentare con chi volete bene, per vivere una esperienza visiva unica, magari venite quando ancora c’è la luce del giorno.
Un giro in Spagna ha avuto sicuramente qualche effetto, come nel brodo di prosciutto nell’uovo, ma l’importante è che lo stile si mantenga su quello dell’orto mare tipicamente campano. In questa ottica, l’aperitivo è completamente da rivedere prendendo spunto dal territorio dei Campi Flegrei perché quello presentato ormai è seriale.
I piatti sono buoni, centrano il sapore e gli ingredienti sono ben abbinati fra loro. Con questa materia prima, quanto più il piatto sarà semplice (che non significa banale) e leggibile tanto più sarà efficace, come nel caso del finto risotto, del carciofo magnificamente eseguito e della spigola da manuale.
Perfetti i dolci, come il servizio di sala.
Caracol a Bacoli, impossibile vivere questa estate 2019 senza farci almeno una puntata!

 


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