Ristorante Nautilus a Castellabate

Nautilus - i titolari

di Marco Contursi

L’invito di una cara amica è l’occasione per ritornare in un posto che tanti anni fa mi vide felice, siamo a Castellabate, e, in quella che un tempo era la Taverna del Pescatore, oggi c’è il Nautilus (aperto da 2 mesi) e vi dico subito che ci sono i numeri per non far rimpiangere quello che è stato uno dei locali migliori di questo tratto di costa.

In cucina, Vincenzo Mostacciolo, in sala, il fratello Piergiorgio. Ragazzi per bene, con un curriculum insolito per chi lavora nella ristorazione, studi liceali e università, Piergiorgio si è finanche spinto ad indossare la toga di avvocato, per poi mollare tutto quando il fratello, nel frattempo divenuto chef, a botta di corsi e tanta gavetta, gli ha chiesto una mano in questa nuova avventura.

Sono aperti da neanche due mesi, e quindi la cantina, è ancora in divenire, come è giusto che sia in tempi in cui, si sveglia uno la mattina e ti chiude il locale, per covid, vaiolo delle scimmie (questa vi manca, vero?!! Un altro poco e vedrete…) o altra diavoleria, e quindi meglio andare con i piedi di piombo con gli acquisti. Tuttavia io una bottiglia di sicuro interesse riesco a pescarla, Malvasia, Acquapazza, frutta esotica e sensazioni minerali, che sarà piacevolissimo compagno del pasto, al pari di Assunta, che mi ha fatto conoscere questo posto.

La saletta esterna è la stessa di tanti anni fa, manca il mare, come allora, ma i gerani e altri fiori, ci sono e danno colore e poi, diamine, se uscite in buona compagnia, che avete da guardare che non sia la vostra preziosa ospite? Troppo spesso vedo tavoli da due, in cui il compagno del pasto è il telefonino o il mondo intorno. La tomba 2.0 del galateo.

Veniamo a noi, l’antipasto è buono e vario, a me è piaciuta molto l’alice imbottita di provola, che fa tanto costiera amalfitana. E già, perché Vincenzo ha trascorso tanti anni dietro i fornelli di importanti realtà di Praiano e Amalfi e quindi un tocco delle Divina nei suoi piatti lo troverete, al pari delle tradizioni del, natio, cilento.

Buono, l’antipasto, dicevamo, ma l’applauso scatta per la scenografica ostrica Gillardeau, delicatamente affumicata, con sale maldon e lime. Sollevata la cloche, le note iodate e quelle fumè si rincorrono con eleganza, io le acchiappo e le fondo nel palato, prendendo l’ostrica con due dita e suggendo avidamente, senza perdere una stilla dei suoi umori marini. Sbrodolarsi è assai facile, ma non per me. Un pizzico di esperienza ci sta..

Due primi e tutti e due ottimi, insoliti ed equilibrati: spaghettone con aglio nero fermentato, burrata e battuto di gamberi, e tagliolino alla clorofilla di prezzemolo, con burro di bufala, alici di menaica e tartufo estivo. Piatti molto tecnici (sapete come si fermenta un aglio o si estrae la clorofilla? Io no!!!)  e molto, molto, molto buoni. Golosi, senza essere monocordi. Bravo Vincenzo, e scatta il secondo applauso.

Il piatto successivo è l’occasione per vedere una preparazione che da tanto non assaggiavo, il pesce al cartoccio. Mi ha affascinato sempre questa tecnica di cottura, perché quando ti arriva quel fagotto a tavola, hai sempre quel sorriso fanciullesco, nello scartarlo, di quando aprivi la calza della befana. Nella mia calza, pardon, cartoccio, ci sono un filetto bianchissimo di pezzogna, senza neanche una spina (spinato cosi bene, solo la sogliola al bistrot di Bocuse a Lione) vongole, cozze e fasolari, e un piacevole sughetto, che è la scusa perfetta per provare il pane di Vincenzo (fa pure il pane!!!).

“Un dolcino?”  Naturalmente. Dribblo la cheescake con mascarpone e fichi e da cioccolatomane impertinente, mi dirigo sulla caprese al cioccolato. Molto buona, ma qui l’applauso scatta a metà per via della salsa a specchio che non è all’altezza del dolce, e che Vincenzo mi ha garantito, modificherà.

Gli credo? No. Quindi, mi toccherà ritornare e verificare. Magari, più volte, perché, non si sa mai, decidesse di rimetterla…

Mannaggia a me che sono sempre così malfidato…..

p.s. a già il prezzo….diciamo tra i 15 e i 18 a piatto. Dolci 5. Soldi benedetti. E voglio proprio vedere se il tubetto coi totani lo fa come un amico che abbiamo scoperto avere in comune giù Praiano….altra scusa per ritornare.

Ce ne sarebbe anche una terza, ma la tengo per te.

Ristorante Nautilus
Via Ortensio Pepi 31 Santa Maria di Castellabate
tel 350 084 2482

 


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