Roma, Osteria Antica Pesa a Trastevere

Antica Pesa a Trastevere
Via Garibaldi, 18 (Trastevere)
Tel. 06.5809236
Aperto solo la sera
Chiuso la domenica
www.anticapesa.it

Francesco Panella

Siamo tornati all’Antica pesa che si conferma un grande classico romano dal quale non si può prescindere. Ricette come l’amatriciana vengono celebrate con grande pulizia e sapore, ampia la carta dei vini, ottimi gli spunti stagionali come il seppie e piselli e alcune proposte di autore, sempre ben leggibili.
Non possiamo che confermare quanto scritto ormai dieci anni fa: servizio eccellente, un posto affidabile, grande il mestiere di sala di Francesco Panella, ci si sente subito a casa. Un locale tonico, nonostante nel frattempo la famosa apertura a Brooklyn del fratello Simone, chef. Nella  grande Mela esporta ormai cento anni di storia, le ricette romanesche. Nel 2019 invece, in partnership con Tao Group, inaugura Feroce, il ristorante, cocktail bar e caffetteria nel cuore di Manhattan. Crea anche un’agenzia di consulenza e comincia a lavorare attivamente tra la Corsica e il Qatar.
Un modo per rinnovare una grande tradizione familiare: volto televisivo con il fiuto da imprenditore consolidato della tradizione, Francesco Panella è oggi uno dei protagonisti indiscussi della ristorazione italiana. E la cosa che ci piace di più è che il suo locale romano continua ad essere un luogo imperdibile.

 

Scheda del 30 maggio 2012

di Virginia Di Falco

Una vera macchina da guerra. Questa è oggi l’Antica Pesa, osteria in Trastevere dal 1922. Una macchina oliata dove tutti gli ingranaggi sono al loro posto. L’ospitalità, il servizio, la cucina, l’atmosfera. I fratelli Panella sono bravissimi a farla funzionare così. Simone sta in cucina, Francesco in sala, cerimoniere tele e fotogenico come pochi, regista di una truppa ben addestrata.

 

Una sala confortevole con opere d’arte contemporanea e un elegante privè, in un edificio storico. Ma il punto di forza è il giardino interno: stare qui seduti a cena e veder funzionare più di cento coperti alla giusta velocità e cortesia è sempre uno spettacolo. I clienti sono della più varia umanità: star vere o presunte tali, turismo medio-alto, per capirci, di quelli che ancora mettono una collana di perle o una giacca (e non infradito birkenstock) per andare a cena fuori, c’è la famiglia alto-borghese con il figlio dodicenne dotato di prematuri gemelli ai polsini della camicia; ma anche tavolate di giovani in jeans e teschi d’ordinanza sulle t-shirt. Tutti accolti con indiscutibile mestiere.

La cucina, regalando un po’ di estro e leggerezza ai piatti della cucina classica romanesca e ad una buona materia prima, ha una sua indubbia solidità. Qui il menu non rinuncia al cacio e pepe e alla carbonara ma con interessanti innesti e una copertura pressochè completa dei prodotti tipici regionali.

Molto buoni gli antipasti, con un calamaro grigliato il giusto e fatto decollare grazie al carpaccio di asparagi e agretti, crema di carota e mostarda di pomodoro. Fresca di primavera ma anche di una certa consistenza la zuppetta di piselli e straccetti di pescatrice, profumata ed equilibrata. Divertente  l’arzilla marinata servita nel barattolino di vetro con le olive nere di Gaeta e accompagnata dalla classica insalatina di puntarelle.

Tra i primi piatti, oltre ai già citati classici della cucina romanesca e un buon ajo e ojo con la bottarga, diverse varianti sul tema marinaro. Qualcuno più riuscito, come i ravioli con ripieno di gallinella di mare e gamberi, qualche altro un po’ troppo pasticciato, a discapito del pesce, come nel caso dei cannolloni farciti con ragù di tonno e melanzane  ma con una crema di caprino che aggredisce naso e palato.

Indovinata la cottura e buona la carne dello stinco di agnello, anche se avrebbe aiutato l’accompagnamento di un contorno più coinvolgente. Sfizioso e gradevolmente tenace il galletto indiavolato dalla salsa tandoori. Ottimo il pane e cantina ricca, con sommelier pronto a consigliare e sintetizzare un librone di proposte.

Si chiude con una discreta scelta di dessert al cucchiaio, tra i quali l’immancabile tiramisù, qui proposto in una soluzione “a sfera” e accompagnato da gelato al caffè; e un semifreddo al cioccolato bianco con delle ottime fragole. Conto sugli 80 euro.

Antica Pesa a Trastevere
Via Garibaldi, 18 (Trastevere)
Tel. 06.5809236
Aperto solo la sera
Chiuso la domenica
www.anticapesa.it


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version