Salerno, Trattoria Da Sasà: cucina casereccia da tre generazioni

di Alfonso Sarno

Salvatore Luongo, gestore della trattoria, stava per laurearsi in Giurisprudenza. Soltanto sette esami al traguardo quando decise, nonostante il parere contrario dei genitori che già lo vedevano magistrato, avvocato o notaio, di mollare tutto e di cercarsi un lavoro. O meglio, insofferente della burocrazia e dei concorsi-lumaca, di inventarselo. E, visto che il Dna non è acqua, di abbandonare i codici per i fornelli.

«Da sempre – racconta Sasà – la cucina mi appassionava. Mia madre Teresa Ferrara, ha rappresentato la vera anima della trattoria, era una bravissima cuoca, erede di una famiglia di antichi ristoratori». La bisnonna di «don» Salvatore, di nome sempre Teresa, gestiva nel 1850 una locanda con cantina nella natia Controne. Un locale alla buona, con qualche letto per i rari viaggianti, vino robusto e ricette della tradizione cafona. Così negli anni ’70 il giovane Salvatore decise di aprire una rosticceria specializzata in pizze, calzoni, contorni classici napoletani, nella cacciagione e in piatti di pasta fatta in casa. La sede, un piccolo locale di via Diaz, tra il centro commerciale e la zona del Carmine, divenne presto uno dei punti di riferimento dei salernitani. Una «seconda casa» per Salvatore, mamma Teresa e papà Donato che, superata l’iniziale diffidenza, si erano uniti al figlio nella nuova avventura e, circa nove anni dopo, anche per la moglie Anna.
Una seconda casa (o forse la «vera» casa) lasciata dal 2000 per nuovi locali più ampi, non lontano, alle spalle della sede centrale del Monte dei Paschi di Siena al corso Vittorio Emanuele, subentrando ad un’altra trattoria storica, Rosalia.

Il mangiare da Sasà è leggero, c’è la predilezione per pesci semplici come i merluzzetti, le triglie, i crostacei e le alici servite in tanti modi. Arrostite e marinate al momento, alla pastella, indorate e fritte, alla mugnaia: doppio strato con capperi, olive e mollica di pane. Risotti su prenotazione. Sulla stessa linea di genuinità e di prezzi bassi le altre proposte del menu: gnocchi, fusilli, lasagna e cannelloni preparati in famiglia, trippa e patate, pasta e fagioli, lagane e ceci con totanetti, baccalà con patate o «alla pugliese», in bianco con peperoncini e cipolle. Ma anche, sempre su prenotazione, risotto con passato di carciofi freschi ed alla pescatora. Piatto forte, ricetta elaborata da Salvatore Luongo, le pennette all’ortolana con melanzane, zucchine, carote ed un pizzico di carne macinata, tirata con vino bianco.

Il tutto sostenuto da una carta dei vini basata su etichette campane. Buona cucina ed un carico di simpatia che hanno conquistato innanzitutto i magistrati e gli avvocati del vicino Tribunale che, dopo le udienze, si rilassano nelle familiari atmosfere della trattoria.
Conto sui  25 euro.

Via degli Orti, 9 (Traversa di Corso Vittorio Emanuele)
089.220330
Aperto a pranzo, venerdì e sabato anche la sera
Chiuso lunedi

La trattoria è di fronte all’ingresso pedonale del Tribunale, alle spalle della sede centrale del Monte dei Paschi di Siena di corso Vittorio Emanuele.


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