
Ecco il testo messo a verbale quel 17 ottobre: “Per ciò che concerne il settore della ristorazione, il CTS rimarca il rigoroso rispetto e controllo delle misure già più volte indicate dal CTS ed oggetto delle norme attualmente in vigore (es. distanziamento, prevenzione degli assembramenti, obbligo nell’uso della mascherina negli esercizi commerciali e di ristorazione) con intensificazione della vigilanza e delle azioni di contrasto che devono essere rese più agevoli nella loro possibilità di adozione (es.: obbligo di affissione del numero massimo di clienti che è possibile accogliere negli esercizi). Il CTS suggerisce la coerenza della limitazione già prevista dalle raccomandazioni vigenti per i contesti domestici relativa al numero massimo di persone che possono condividere il medesimo tavolo all’interno dei locali di ristorazione”.
Dunque non c’è accenno alla chiusura, come invece dichiarato da Conte e Speranza. E’ stata una loro scelta politica. Legittima, per carità, ma assolutamente sbagliata.
Scrive il direttore Franco Bechis
Con la pubblicazione del verbale del Comitato tecnico scientifico dello scorso 17 ottobre viene a cadere l’ennesima bugia propalata dal premier Giuseppe Conte e dal suo ministro della Salute, Roberto Speranza e salta fuori l’incredibile prepotenza usata nei confronti di ristoratori e titolari di bar e pub. Contrariamente a quanto detto pubblicamente infatti non sono stati gli scienziati a proporre le chiusure serali dei locali come avrebbe poi deciso un dpcm pochi giorni dopo.
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