Un virus denominato agropirateria

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

di Stefano Buso
 
Per contrastare l’arrembaggio dei prodotti falsificati non esistono vaccini multiuso. Può altresì essere efficace una terapia d’urto, intesa come informazione martellante che ostacoli il dilagare degli alimenti e vini sofisticati tutelando così le aziende italiane dell’agroalimentare.

 E fornendo inoltre linee guide a “difesa” dei consumatori giustamente affezionati ai prodotti alimentari locali, da sempre forieri di straordinaria qualità.

La crisi del comparto agroalimentare è drasticamente acuta. A peggiorare ulteriormente le cose, la crescente sofisticazione alimentare del Made in Italy.  L’agropirateria è un fenomeno che attacca la nostra fiacca economia causando un’ingente perdita di denaro alle attività settoriali.

Oltre al danno – la beffa – nel veder circolare merce sofisticata lesiva del modello “serietà”, prerogativa delle imprese nostrane. La situazione è davvero endemica, come un inarrestabile virus pandemico che contagia un po’ ovunque. Un allarme rosso comprovato, in particolare per i prodotti DOP e IGP e non solo.

Un immenso mercato parallelo del “tarocco alimentare italiano” perpetrato da aziende (per lo più straniere) prive di scrupoli. I prodotti contraffatti comprendono salumi, prosciutto crudo e pasta di ogni formato. Non mancano i formaggi imitati, soprattutto il parmigiano e i vini di marca! Un giro d’affari redditizio, di parecchi miliardi di euro, in barba a regole e divieti. Invece, un incubo per chi, impotente, assiste al dileggio del proprio prodotto.

Per quanto concerne la salubrità della merce tarocca, si sappia che è realizzata in modo improprio, con ingredienti di dubbia qualità. Non di rado, usando denominazioni che richiamano (o riconducibili) al brand originale. Non importa se la salute va a farsi benedire. E chissenefrega se così facendo l’economia di un settore viene vilipesa, l’importante è il business, il dannato profitto che sembra venir prima di ogni etica e morale.

La strada da percorrere è quella di produrre una comunicazione
coraggiosa in grado di fermare l’agropirateria salvaguardando così salute ed economia. Oltre al buon nome delle tante aziende serie presenti sul nostro territorio. In tal modo si tutela il lavoro di migliaia di maestranze e professionalità. Una lancia spezzata nel nome del lavoro che al giorno d’oggi sempre più scarseggia.

Una sezione produttiva cruciale – quella dell’agroalimentare – spesso considerata la cenerentola di turno, invece meritevole di attenzione: iniziando dalla spesa, scegliendo il prodotto originale e denunciando quello sofisticato. Della serie – non siamo solo fruitori di servizi –  bensì chiamati ad esprimere dissenso, vigilando sulle attività e prodotti malandrini. In buona sostanza, ad essere protagonisti delle nostre scelte, soprattutto a tavola.


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