Viaggio nei Campi Flegrei, la culla dell’Otium. Malazè Off, la rinascita della Terra del Mito. Bellezza, vini e sapori in mostra da fine settembre

Pubblicato in: Appuntamenti, persone

di Giulia Cannada Bartoli

Il Castello di Baia dal mare

I ritmi moderni ci hanno abituato a “correre” e spesso a non dedicare il giusto tempo per ben nutrire anima e corpo.

Nel mondo latino otium e negotium hanno un significato diverso da quello odierno: l’otium è il tempo libero, non occupato dalle attività pubbliche o politiche definite complessivamente negotium (da nec + otium), che indica l’occupazione.

L’otium era lo spazio dell’anima e il luogo dei piaceri del corpo. Era arte di vivere. Una condizione privilegiata e invidiabile. La massima aspirazione per un uomo che fosse in grado di trovare il giusto equilibrio fra la dimensione pubblica e quella privata della vita.

In epoca romana i Campi Flegrei erano un sistema urbano-territoriale di fondamentale importanza, ospitavano il porto e la città commerciale di Puteoli, i porti militari di Lucrino e di Capo Miseno, oltre al sistema delle ville imperiali e termali di Baia-Bauli (Bacoli) e la città “greca” di Cuma. Flegrei, dal greco φλέγω, “brucio, ardo”, i campi ardenti, sono un sistema vulcanico la cui attività è cominciata più di 60.000 anni fa. La storia eruttiva è caratterizzata dalle eruzioni dell’Ignimbrite Campana (39.000 anni fa) e del Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni fa), che hanno determinato la formazione di una caldera complessa di circa 50 vulcani, l’ultimo nel 1538 è il Monte Nuovo. Si tratta di una straordinaria “macchina naturale”, oggi ancora funzionante, per la quale non c’è un manuale d’istruzione ma che, non per questo, deve essere soltanto temuta, anzi, va rispettata e amata. La storia millenaria di questi luoghi ci insegna che le eruzioni sono eventi eccezionali, mentre il bradisismo è il normale “modus operandi” dei Campi Flegrei.

 

Questo non è il contesto adatto per proseguire con dettagli scientifici, aggiungo soltanto che è giunto il momento di superare una dimensione locale del fenomeno per estendere la ricerca vulcanologica a un ambito internazionale.

La storia di Malazè

Dal 2006 l’interesse verso i Campi Flegrei e le sue ricchezze culturali ed enogastronomiche è andato sempre più crescendo grazie a “Malazè”, nato da una brillante idea di Rosario Mattera, flegreo fino al midollo. Rosario ha dedicato gli ultimi diciassette anni alla crescita, promozione e sviluppo di questa magnifica terra.

Il termine Malazè deriva da “malazzeno”, gli antichi depositi dove i pescatori flegrei, ma anche ischitani, conservavano gli attrezzi della pesca. Un laboratorio dunque, che “work in progress” è divenuto luogo di crescita, discussione e confronto, con l’intento condiviso di valorizzare i Campi Flegrei. Si tratta di un format che negli anni si è definitivamente trasformato in evento diffuso, generato da tante diverse realtà, finalmente messe a sistema. Un pullulare d’iniziative sparse tra vigneti, siti archeologici, orti sociali, cantine, ristoranti, ville, masserie, grandi alberghi, tutti aperti al pubblico, nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Napoli e l’isola di Procida. Questo grande laboratorio di Comunità è confluito in un unico strumento agile ed efficiente: “Campi Flegrei Active”, un progetto di aggregazione territoriale promosso e coordinato da Federalberghi Campi Flegrei per la costituzione di un soggetto che svolga funzioni di Destination Management per l’intero territorio flegreo. Campi Flegrei Active nasce nell’ottobre 2019 e coinvolge, a oggi, più di cinquanta soggetti impegnati, a diverso titolo, nella filiera turistica dei Campi Flegrei. Il progetto Campi Flegrei Active è realizzato da un soggetto complesso costituito da una Rete d’imprese e da una Community. Un grande “hub” d’innovazione e sviluppo territoriale generato dalla determinazione e dal senso di attaccamento alla propria terra.

L’obiettivo è promuovere, in Italia e all’estero, la conoscenza della tradizione enogastronomica locale, del patrimonio artistico, della storia, dei miti e delle leggende.

Nasce così “Malazè Off”, Festival – Lab promosso da “Campi Flegrei Active” in partnership con Malazè Laboratorio di Comunità.

Dal 26 al 28 settembre 2024 un grande evento “ArcheoEnoGastronomico” con visite culturali, degustazioni e cooking class gratuite. Otto itinerari e due incontri enogastronomici per la sviluppo delle eccellenze locali come i mandarini, i limoni di Procida, la cicerchia, il pomodoro cannellino, il pesce azzurro, le cozze di Miseno e del Fusaro, la Falanghina, il Piedirosso e molto altro.

Il primo evento diffuso, l’anteprima di “Malazé Off”, si è svolto lunedì 29 aprile. Una giornata densa di contenuti dedicata alla stampa specializzata.

Punto di partenza il Parco Archeologico Sommerso di Baia situato nell’omonimo golfo, incastonato tra Punta Lanterna a sud, dominata dal bellissimo castello aragonese (oggi sede del Museo Archeologico) e Punta Epitaffio a Nord. Siamo in quello che gli scienziati chiamano il Cratere di Baia: la difficoltà della sua individuazione deriva dalla sua particolare conformazione, poiché soltanto la metà si è conservata nel corso dei millenni. La parte orientale è collassata o è stata completamente erosa dal mare.

A bordo di Iris, la barca con chiglia di vetro, è stato emozionante ammirare, adagiati sul fondo del mare, magnifici mosaici con migliaia di anni di storia, in sorprendente stato di conservazione.

La merenda a bordo: pane e profumate confetture di mandarino e mele selvatiche flegree, è stata offerta da una giovane donna che ha deciso di andare in giro tra i piccoli  orti e agrumeti locali e di  avviare una trasformazione assolutamente artigianale.

Dal mare di Baia ci siamo spostati in direzione Monte di Procida, dove abbiamo incontrato Gennaro Schiano di Cantine del Mare, Vignaiolo Fivi, produttore di Falanghina e Piedirosso Campi Flegrei Doc. Undici ettari, sparsi tra i vari crateri dei Campi Flegrei, di vigne spesso a piede franco. Un patrimonio inestimabile cui Gennaro e sua moglie Alessandra Carannante dedicano praticamente tutta la loro vita.

Una missione della quale la coppia si sente investita, un destino profondamente flegreo.  La vigna si apre alla vista come un monumento a cielo aperto, una magnifica architettura naturale la cui perfezione lascia senza fiato.

Per chi, come me, del vino e della vite è innamorata, la degustazione è già un’emozione che è amplificata se avviene in vigna, a tu per tu con chi a quel vino ha dedicato fatica e passione. Due le etichette in assaggio: Brezza Flegrea Falanghina Spumante Metodo Charmat 2022 e Torre Fumo Falanghina Campi Flegrei Dop 2020.

Brezza Flegrea,  stappato con “sabrage” scenico tra vigne e mare, si presenta giallo paglierino con intensi riflessi dorati, il perlage è fine e di buona persistenza. Al naso emergono in prima battuta note di fieno e agrumate, virando poi verso sentori di mandorla e nocciola tostata, il tutto ammantato da una piacevole scia minerale e marina. Al gusto arrivano agrumi e mandorla, per sfociare in tipica sapidità dovuta al terreno di tufo giallo e all’onnipresenza del mare.

Torre Fumo Falanghina Campi Flegrei Dop 2020 Cantine del Mare

Torre Fumo 2020 è una vera sorpresa: il vigneto da cui provengono le uve è stato impiantato in un’antica cava di pietra tufacea di origine vulcanica, recuperata e rimessa in produzione che ricorda appunto un anfiteatro. E’ un vigneto di circa venti anni affacciato sul mare. di fronte a Procida e Ischia.

Cantine del Mare la Vigna ‘Anfiteatro’

Giallo dorato intenso, vivace e brillante. Al naso note salmastre, ginestra, agrumi flegrei e macchia mediterranea. Al palato rimbalza un’impressionante quanto gradevole sapidità, il sorso è fresco, bilanciato lungo e avvolgente. La riprova che i bianchi della Campania beneficiano del passare del tempo, gli anni a venire per questa vendemmia 2020 sono ancora molti.

Entrambe le etichette si posizionano poco al di sotto di 20,00 euro. Il nostro abbinamento è stato di “territorio”… buonissime pizze cotte personalmente da Gennaro nel suo forno a legna.

La mattinata si è conclusa con un pranzo all’insegna dell’Otium di fronte a Procida e Ischia a base delle tipicità flegree di stagione: Alice farcita su emulsione di pomodoro cannellino; Tortino di pesce bandiera ai limoni di Procida; Palamita croccante al sesamo.

Fettuccelle di Gragnano, cozze di Miseno, pomodoro cannellino su crema di cicerchie

Fettuccelle di Gragnano, cozze di Miseno, pomodoro cannellino su crema di cicerchie. Cheesecake con salsa al mandarino flegreo. Immancabile abbinamento con Falanghina flegrea. Piatti semplici dai sapori marcati e distinti realizzati dallo chef Raffaele Volpe, di origine vesuviana e trapiantato nei Campi Flegrei.

La coltivazione delle Cozze nell’area di Bacoli, in particolare nelle acque del lago Fusaro, è ipotizzata già prima della nascita di Cuma nell’VIII secolo avanti Cristo. L’antico legame è dimostrato dalla Cozza raffigurata sul rovescio delle monete dell’antica Cuma. Le due uniche monete d’oro rimaste dall’epoca della Magna Grecia raffigurano la dea Kyme da un lato e dall’altro la cozza, simbolo di ricchezza. L’importanza nella Roma Imperiale è testimoniata anche dal cuoco e scrittore del I d.C. Marco Gavio Apicio che nel De re coquinaria (IX, 1) indica una ricetta a base di cozze abbinata al garum. Ferdinando IV di Borbone ne andava ghiotto e fece impiantare un allevamento di mitili e ostriche nelle acque del Fusaro.  Le cozze oggi sono allevate su funi robuste installate in mare sorrette verticalmente da boe, ordinate e ben visibili anche dal promontorio del faro di Bacoli, punto del comune flegreo maggiormente esposto alle fasi lunari. I pescatori sanno dalla notte dei tempi che la luna è la migliore amica della loro attività e in terra flegrea hanno basato le loro fortune intorno ad essa. In caso di luna piena, i mitili crescono di più, e le cozze di Bacoli sono tra le più grandi che si possano trovare.

 

Nel pomeriggio al Parco Archeologico di Cuma, il silenzio, la macchia mediterranea, il blu del mare, il giallo e il verde del tufo e la suggestione della Sibilla hanno concluso una giornata con solo un nome: Bellezza.

 

Per chi come me nei Campi Flegrei ha vissuto un quarto di secolo, questo è un sogno diventato realtà.

Finalmente oggi organizzare visite e soggiorni nei Campi Flegrei è semplice, ci pensa Campi Flegrei Active.: +39.081 0900180 – info@campiflegreiactive.com

Il Programma Malazè 2024

Giovedì 26 settembre h. 10,00 Villa Avellino – Rione Terra,  “III edizione Seminario -degustazione Prefillossera: salone dei vitigni a piede franco”.

Venerdì 27 settembre h.18,00 Masseria Sardo – Lago d’Averno “Campi Flegrei in vetrina Road Tour” con l’Associazione Ristoratori Flegrei.

Sabato 28 settembre (sei eventi nei Campi Flegrei e uno a Procida)

9:30 -13:30 Oasi naturalistica degli Astroni, “Il gusto del cratere con  Cantine degli Astroni”.

9:30 – 12:30 Oasi naturalistica Monte Nuovo e Lago d’Averno, “Discesa agli inferi” tra castagneti e macchia mediterranea.

10,00 – 12:30 “Passeggiata tra storia e tradizioni nei vicoli del borgo marinaro di Pozzuoli” Focus sul pesce azzurro.

10,00 – 13,00  itinerario “Bacoli, tra mito storie e vigneti” con A.P.S. Misenum.

10:30 – 12,00 Villa del Torchio a Quarto “Vinarium: la storia del vino …dai Romani a oggi” con A.P.S. Artemide, Cantine Carputo e “Il IV Miglio”.

11,00 – 13:30 Giardino dell’Orco sul Lago d’Averno cooking class “Tra natura e tradizione, con cicerchia, erbe e ortaggi di stagione, Falanghina. e Piedirosso  Campi Flegrei Doc.”

10,00 – 12:30 “Procidando per orti, giardini e stradine tipiche dell’isola” con Associazione Vivara A.P.S. sull’isola di Procida.

 


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