Vico Equense, ristorante Bikini di Giorgio Scarselli

Strada Statale Sorrentina 145 km 13,900
Tel. 081.8016222
www.ibikini.com
Sempre aperto. Chiuso il lunedì, mai in estate
Ferie da novembre a marzo

Giorgio Scarselli ha tre passioni dichiarate: la musica, il mare e il cibo. Nonostante queste tre premesse impegnative ha sbolinato con perizia i 40 anni cominciando a navigare di lasco, l’andatura più divertente e veloce perché consente di planare e lasciare schiuma dietro la poppa come i motoscafi.
Anche perché il padre Riccardo dopo 60 anni di Bikini ha in animo di lasciargli le redini definitivamente.

Il Bikini, sin dal nome, oltre che dallo spettacolare posizionamento di fronte al Vesuvio e a Napoli, lì dove tutto è iniziato e dove tutto finirà, fa respirare una scanzonata aria anni ’60 che consente di prendere la vita con allegro e superificiale ottimismo.
Una esplosione avvenuta nel baby boom che resta il periodo psicologico migliore vissuto dall’Unità in poi, quando davvero tutto sembrava a portata di mano e si poteva progettare il futuro con allegria.

Giorgio potrebbe fittarsi gli ombrelloni e chiuderla lì. Invece, sulle orme del padre, guarda lungo e capisce che lo stabilimento, anche se sulla costa più affascinante del mondo, deve anche offrire servizi e dichiarare carattere. Meglio se gastronomico.
Dunque qui potrete mangiare a onda di mare una cucina semplice ma non banale, frutto di numerosi stage fatti dal cuoco Mimmo Di Domenico, spendendo in media 40-45 euro.

Avrete dunque il vantaggio di una semplicità raggiunta culturalmente e non semplicemente ereditata, progettata e non rifugio scorciatoia dalla complessità. Materia prima e divertimento devono essere le caratteristiche di un luogo easy come questo, soprattutto in questo momento in cui certi rituali gourmet sono accettabili solo nei cinquestellati.

Questa triglietta per esempio nasce da una esperienza spagnola, viene spaccata e poi fritta e presentata in un rinfrancante guazzetto di freschezza a cui si aggiunge la croccantezza della pelle. Più semplice di così si muore.

Qua c’è invece il gioco in cui il pesce sembra quasi una mozzarella. Un po’ il tema dell’estate in Penisola ma, in fondo, quando la materia prima è buona che male c’è.

Si ritorna bambini sulle barche per fermarsi nei ristoranti a palafitta con questo calamaro e patate, corretto da quella punta amarognola di asparagi che fa camminare il piatto.

Un altro piatto terragno, semplice, che indica attenzione su territorio senza però necessariamente esserne ossessionati.

Semplicità, semplicità, sapore.

Ogni pastificio ha la sua trafila. Questi occhi di lupo sono del Pastificio dei Campi, Peppe Di Martino è uno dei compari di merende, è proprio il caso di dirlo,  di Giorgio.

Mi sono concesso un Aglianico base di Paternoster perché con il sugo degli scuncigli ci stava alla perfezione: tannini morbidi e struttura necessaria, mentre le bollicine sono sponsorizzate dal duo Pipero-Scarselli, che Iddio ce ne scampi:-)

 

Avviso ai naviganti: questo è riso anche se chiamato risotto. Purtroppo al Sud si capisce poco questo alimento e lo chiediamo scotto come fanno i russi con la pasta.
I ristoratori assecondano questo gusto invece di mandare a lavorare nelle risaie di Sibari chi mangia riso scotto: li capiamo, visti i tempi. Fanno il mestiere più difficile del mondo. Peccato, perché questa materia i Costardi e i Cerea se la sognano di notte.

Chiusura classica di pasticceria napoletana e la domenica sera anche la pizza da lievito madre.
Un posto ideale per trascorrere una serata tranquilla: servizio attento e professionale, con una buona carta dei vini campani e, l’avete capito, di Champagne.
Del resto Paolo Gramaglia e Alessandro Russo lo hanno accolto tra i bruciapadelle!
Per tutto il resto c’è  Mastercard.


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