Benevento, Le Macine Una Hotel Il Mulino e la cucina di Angelo D’Amico

Via dei Mulini, 48
Tel. 0824.311213
www.unahotels.it
Sempre aperto, chiuso domenica sera

Dopo l’esperienza del Berry a Montesarchio, Angelo D’Amico ha proseguito il suo lavoro ai fornelli per lo stesso gruppo nello splendido Una Hotel ricavato dalla ristrutturazione della prima sede del Pastificio Rummo. Non è facile creare movimento a Benevento, piccola è un po’ accucciata rispetto al casino della Campania. Comunque l’essere capoluogo, forse anche dell’Irpinia, consente l’occupazione delle camere e al tempo stesso il ristorante ha iniziato a girare. In sala adesso c’è Francesca Martusciello, ex Hotel Romeo, sommelier appassionata e competente della nouvelle vague campana.

Angelo è stato a bottega da Antonello Colonna: la sua è una solida cucina di territorio con pochi fronzoli, padrona assoluta delle tecniche di cottura. Rispetto agli esordi la maturazione si legge nella semplificazione del piatto e nella ricerca dei sapori più essenziali, meno barocchi, anche se la sua cucina sta nella sfera gastronomica di chi aggiunge piuttosto che in quella di chi toglie.

D’estate si mangia nella corte interna, d’inverno è stata allestita una sala più accogliente rispetto alla prima, troppo fredda. La mano femminile fa sempre la differenza: mangerete con 40-50 euro vini inclusi se vi lasciate guidare dalla mano di Francesca che vi propone gli accoppiamenti a bicchiere, credol ‘unico modo per poter bere bene senza spendere molto oggi al ristorante. La proposta è semplice, lineare, con una ventina di piattio che girano seguendo la stagionalità.

Benevento è centrale nella Campania delle zone interne, siamo nel cuore della viticoltura regionale perché in questo provincia c’è la metà della superifice vitata. Ecco perché è una buona basa per godersi la città, splendida, la vicina Torrecuso, la Valle Telesina, oppure fare una escursione sul Fortore, regno dell’immaginifico, dei torroni e dei briganti.

 

Il pane viene fatto dalla cucina ad eccezione di quello di Frasso Telesino, paese di origine dello chef.

Il cannolo ci è piaciuto molto: contrasto dolce (ricotta) e amaro (broccoli, quest’anno magnifici), caldo (crema di fagioli) e freddo (ricotta), cremosità e consistenza del pane cafone bruschetatto. Un bell’incipit.

Una birra artigianale, uno champagne Henriut 1996, bollicine aversane e il Macchia dei Goti di Caggiano 2002 sono stati l’accompagnamento nella parte salata del pranzo. Francesca è stata brava a stupire e consolare, abbinare e incuriosire.

Una marchigiana con porri fritti è stata la seconda portata proposta dallo chef.

Nell’attesa dei primi un po’ di pane e olio, Ortice della Olivicola del Titerno, una delle realtà più belle del  Sannio.

 

 

 

Ecco qui la batteria di primi piatti: i tortelli  e la pastata e patate provati in questa visita, gli altri tre in quella precedente dell’estate 2011. Cottura di pasta e riso perfetta, Angelo nella prima portata propone sicurezza, golosità, morbidezza: sa bene che con la pasta si forma il 90% del giudizio dei clienti campani e preferisce proporre territorio rivisitato con un po’ di divertimento e interpretato dalla buona tecnica. I piatti finiscono, vanno però completati dal vino.

 

Con le carni lo chef sale in cattedra, si punta molto sul prodotto. Ottime anche le cotture.

 

Anche i dolci sono molto ben impostati, mai zuccherini, classici, con esecuzioni centrate e giuste.

 

 

 

Insomma una cucina solida, ben calibrata all’ambiente in cui viene presentata e in fantastico rapporto tra qualità e prezzo, sempre molto ancorata al territorio. Bisognosa, a nostro giudizio, giusto di un pizzico di velocità in più giocando sull’agrumato, il pomodoro o magari con un po’ di zenzero.
Un ristorante di cui si sentiva francamente il bisogno a Benevento, una provincia ricca di sano fermento giovanile ai fornelli.


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