Brut Metodo Classico D’Araprì

Pubblicato in: I vini da non perdere, in Puglia

Uva: bombino e pinot nero
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: metodo classico

Quando il vino è buono accade così: non hai idea di cosa sia, te lo versano nel bicchiere e  quando ne hai tirato su un sorso esclami tra te e te: “capperi, e ora questo cosa è?”.

Aperto su una classica torta di compleanno, lo Spumante servitomi qualche sera fa non era il Brut viperino di poco corpo che mi aspettavo e non era neanche a temperatura siberiana, ma un signor Spumante che ha solleticato il mio palato (e la mia curiosità) con il suo discreto perlage. Invero, considero a posteriori, un piccolo colpo di testa avrei pure potuto aspettarmelo da una coppia di amici che raccolgono nella loro cantina climatizzata un po’ di doni di clienti e amici e che stavano per stappare e servire Taurasi Radici 1996 sulle tartine, solo pochi minuti prima (!!).

Nel voltare la bottiglia mi ha fatto particolare piacere scoprire il Brut Metodo Classico (sboccatura 2009) della cantina D’Araprì, azienda della quale a Napoli (ma anche in Puglia a suo tempo) ho cercato invano qualche bottiglia.

Rapini, D’Amico e Priore, titolari della azienda

Era il 1979 quando Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore (dai cui cognomi, “d’Araprì”) decisero di lavorare nel cuore della Daunia, in Puglia, Spumanti Metodo Classico valorizzando, in particolare, il Bombino Bianco, un vitigno, sembra, proveniente dalla Spagna, che alla base delle versioni in bianco di alcune importanti doc come Castel del Monte, Leverano e San Severo. Una produzione importante, anche tenuto o conto che quest’ultimo è stato il primo dei vini pugliesi a ricevere la Denominazione. Anno del Signore 1968.

Per chi percorre anche al Sud le strade delle bollicine (passatemi il termine) autoctone resta quasi leggendaria, se non temeraria la loro impresa. Una scommessa che merita davvero un plauso, rinforzato ancor più dal livello qualitativo che hanno saputo raggiungere, livello che, in questi anni – con una produzione del tutto originale (che nel Sud ha contribuito a deviare dalla “via dello Chardonnay”) – consente loro di guardare dritto in faccia i vini di Franciacorta, Conegliano Valdobbiadene, Oltrepò Pavese e Trento.

Il territorio è quello di San Severo, a ridosso del Gargano, e a un passo dal lago di Lesina (a 30 km circa) e dal mare. In sostanza: la parte alta del Tavoliere. L’azienda possiede 3 ettari (4 in affitto) tra la contrada Monsignore e la contrada Baiocco, allevati a Bombino Bianco, Pinot Nero e Montepulciano su terreni (posti intorno ai 100 metri sul livello del mare) composti mediamente dal 30% di sabbia, 24% di limo e 46% di argilla, quindi ben drenanti e ricchi; caratteristica che fa il paio con un clima che, se in estate non è clemente, ha, tuttavia, dai venti provenienti da Est un contributo sostanziale. Nelle belle cantine seicentesche della azienda, il remuage delle bottiglie è rigorosamente fatto a mano, magari con un sottofondo jazz che, raccontano, è la originaria passione dei tre amici.

Ma tornando al vino. Dal  fondo del bicchiere di plastica rosa confetto dal quale mi parlava, si è fatto riconoscere immediatamente come un Metodo classico. Su questo pochi dubbi per il profilo al naso appena sottolineato da note riconducibili all’affinamento sur lies. Un naso lieve ma articolato, segnato dalla fragranza della crosta di pane e dalla delicatezza dei fiori bianchi e gialli, oltre che da un profumo di mela croccante. In bocca è piuttosto deciso, di carattere con un ingresso dritto e una buona capacità di avvolgere il palato e marcarlo con note di frutta e una rigenerante mineralità. Un vino di grande gradevolezza, di un’eleganza che è più giocata su una ricercatezza non ostentata che sulla perfezione pura e semplice.

Questa scheda è di Monica Piscitelli

Sede a San Severo. Via Zannotti, 30. Tel: +39 0882 227643. Fax: +39 0882 22764. Web: www.darapri.it Enologo Girolamo D’Amico. Ettari: 7 di cui 4 in fitto. Bottiglie prodotte: 50.000. Vitigni: bombino bianco, pinot nero, montepulciano.


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version