Cantina di Triunfo a Napoli, un secolo di vini e cucina del cuore a Chiaia

Tina Triunfo con il figlio Antonio ( a destra) e Gaetano Russo

La Cantina di Triunfo a Napoli
Via Riviera di Chiaia 64
081 682354
Sempre aperto

Oltre cento anni di storia, du cui gli ultimi quindici davvero duri: prima la morte di Carmine Triunfo nel 2001 a soli 48 anni a cui seguì la chiusura. Nel 2011 la riapertura e nel 2013 il crollo del Palazzo.
“Pensavo fosse finita per la cantina” racconta Antonio che aveva appena 13 anni quando rimase orfano del padre.

 

Invece no: la forza della mamma Tina attaccata visceralmente al luogo nato come cantina nel quale si proponevano i vini dei Campi Flegrei e dei Camaldoli. Poi l’incontro con Gaetano Fusco e la nascita di una società che ripensa lo spazio aperto 24 ore su 24 per sette giorni attraverso 18 dipendenti organizzati per tre turni. Dal tabacchi al caffè, all’asporto notturno di parmigiane di melanzane e polpette, trippa e peperoni imbottiti.

Napoli è la città dove l’ordinario è impossibile mentre lo straordinario si realizza. E’ la musica, il vitalismo, l’ististo della psicologia partenopea. Il nuovo spazio è ampio e bellissimo, bianco, con cucina a vista, affreschi del ‘600 spuntati fuori durante i lavori che hanno dovuto fare i conti con ben tre falde acquifere, del Vomero, del Chiatamone e del mare.

Ci sono cosette da aggiustare, investire sui vini e sulle birre artigianali per esempio per farne un luogo dove gli appassionati propensi a spendere possano farlo. Ma io spero che la cuina resti questa di sempre: anima terragna, giochi marinari ben eseguiti, tanta verdura e rapporto personale con i fornitori, a volte, come nel caso del pane, ereditati dal nonno!

Spuntano ricette di stile borbonico, come questa torta ricavata dagli avanzi di una cernia della sera prima con i friarielli.

 

E nella pasta secca che si gode come ricci, in questo caso linguione con il sapore del mare di Mergellina ottenute con gli avanzi di pezzi di pesce.

Da standing ovation la trippa, sapida, saporita, non edulcorata, che ha il gusto della fame di quando non si poteva essere schizzinosi per sopravvivere. L’epoca delle zendraglie che si contendevano urlando gli avanzi delle cucine nobili buttati in strada.

 

 

Insomma la formula è la stessa di sempre. A pranzo asporto e quattro piatti proposti tra primi e secondi oltre i dolci con prezzi che non superano i dieci euro. La sera con il pesce arriverete a 40.

Cantina di Triunfo è il posto a cui sono legato visceralmente perché è un posto del cuore e chi fa le autopsie dei piatti in questi locali ricchi di storia che tutto il mondo ci invidia è un poveri di spirito che ha la mente obunibalata dalle ultime di Csi:-)

Andateci, andiamoci. Vacci. Viva Napoli!


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