Colline Teramane: l’affermazione di un territorio in crescita

Pubblicato in: I vini da non perdere
Wine Map Colline Teramane

di Simona Paparatto

Nello Spazio Niko Romito, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, si è tenuto l’evento per festeggiare i vent’anni del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane, nato nel 2003 per tutelare, valorizzare e promuovere la prima denominazione di origine controllata e garantita della regione Abruzzo: “Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG”.

Importante tappa di un tour dedicato alla stampa, che sta toccando alcune tra le principali città italiane, racconta questa piccola denominazione con 42 cantine associate, che si estende su una superficie totale di 172 ettari ed ha visto, negli ultimi anni, un aumento delle bottiglie prodotte, da 400 mila a 600 mila, delle quali più della metà è destinato al consumo nazionale.

Non sono numeri elevati, ma sono in crescita! Il Consorzio, di cui Enrico Cerulli Irelli è presidente dal 2018, si pone l’obiettivo di costruire lo spazio per un Abruzzo speciale, quale terra meravigliosa ed antica, promuovendone visibilità e riconoscibilità, attraverso una precisa collocazione all’interno del mercato. “Sono numeri da singola cantina, ma si sta formando un’identità, che nasce soprattutto da ragioni storiche” afferma Cerulli.

L’area teramana ha una ricca tradizione nella produzione di vino, come testimoniato da Polibio (storico greco vissuto tra il 205 e il 123 a.C.), che evocava la provincia di Teramo (antica Piceno-Aprutina) per la qualità dei suoi “vini che avevano guarito i feriti e rimesso in forze gli uomini”.

La stessa zona fu molto importante nel corso dei secoli per la sua viticoltura. Nel 1897 Edoardo Ottavi e Arturo Marescalchi fornirono la prima descrizione dettagliata della viticoltura locale, rilevando che l’Abruzzo produceva circa 1,8 milioni di ettolitri da 170.000 ettari di vigneto. Tuttavia, fu grazie all’opera di modernizzazione di Giuseppe de Vincenzi che la provincia di Teramo si distinse nella storia vitivinicola abruzzese e nazionale. Influente agronomo e viticoltore, De Vincenzi si trasferì sulla costa adriatica teramana dove avviò una sperimentazione innovativa, piantando vitigni come il Pinot, ancora sconosciuti in Abruzzo. Con il tempo il suo vigneto raggiunse 150 ettari, con alte produzioni. Capì che c’era necessità di un approccio industriale, per migliorare la qualità dei vini e la competitività sui mercati. Costruì una cantina all’avanguardia per l’epoca, dotata di rotaie che collegavano i vigneti e di un sistema di coibentazione termica, di ascensori idraulici per movimentare le uve e tini che potevano contenere fino a mille ettolitri di vino, sviluppando anche un metodo per riutilizzare gli scarti dell’elaborazione. I suoi prodotti ebbero grande consenso, tanto che furono premiati con la medaglia d’argento all’ Esposizione Universale di Bordeaux del 1882, come riconoscimento del suo impegno nello sviluppo di una vitivinicoltura moderna: anticipazione del valore dei vini teramani.

Nella prima metà del ‘900, tuttavia, l’industria agricola abruzzese subì una grave crisi a causa della Fillossera e dell’emigrazione, con una conseguente riduzione delle aree vitate. Dagli anni ’50, la gestione diretta da parte degli agricoltori e l’adozione di sistemi intensivi di allevamento della vite, portarono ad una rinascita. Questi cambiamenti ebbero effetti diversi nel teramano, rispetto al resto dell’Abruzzo. Infatti, mentre nel sud della regione si affermavano forme di gestione cooperativistica, la produzione vitivinicola nella zona di Teramo portò alla nascita di aziende private, con vigneti e cantine dinamiche e competitive: tante piccole realtà produttive che puntavano alla commercializzazione diretta dei loro vini. Questa volontà di affermazione sul mercato internazionale portò alla definizione delle peculiarità dei vini delle Colline Teramane, che nel 1995 ottennero il riconoscimento come sottozona vitivinicola e nel 2003 la denominazione indipendente, diventando, così, la prima di DOCG d’Abruzzo.

“Se questa distinzione, fino a ieri, rappresentava un segno divisivo, oggi diventa un elemento di arricchimento della regione, in un più ampio percorso di crescita.”

Colline Teramane rappresenta una realtà oltre che produttiva, anche geografica; quindi, riguarda l’intero territorio, che è variegato, differenziato ed ha bisogno evidente di essere raccontato.

Si estende a nord della regione, tra il maestoso massiccio del Gran Sasso, i Monti della Laga e le coste adriatiche. Il paesaggio incantevole, tra calanchi e vigneti, offre ottima ventilazione per via delle brezze marine e di montagna. I terreni argillo-calcarei, una coerente distribuzione della pioggia durante l’arco dell’anno ed il clima temperato, con notevole escursione giorno o notte, contribuiscono e sono determinanti per la crescita di un vino sano, che riesce ad accumulare sostanze aromatiche, che gli conferiscono alta qualità, sensazioni tipiche e disposizione all’invecchiamento.

I quattro fiumi che attraversano la zona (Vomano, Tordino, Salinello, Vibrata), costituiscono una preziosa riserva idrica per gli agricoltori, in un contesto di cambiamento climatico sempre più evidente.

Uno studio condotto dall’Università di Teramo in collaborazione con il Consorzio Colline Teramane, ha confermato la vocazione vinicola di questa zona, evidenziando le potenzialità delle aree più favorevoli che hanno portato alla DOCG per il Montepulciano d’Abruzzo. La saggezza degli agricoltori locali nel coltivare i vigneti nelle zone più adatte, ha contribuito alla creazione di vini di grande qualità. Il Consorzio mantiene costante collaborazione con l’Università e l’Istituto Agrario di Teramo, per un miglioramento continuativo, attraverso l’implementazione delle conoscenze e dell’innovazione tecnologica, sottolineando l’importanza di valorizzare la filiera produttiva completamente controllata dai produttori, la cui intraprendenza ha spinto alla necessità di distinguersi attraverso le proprie peculiarità, con la scelta di non perseguire la produzione di massa, ma l’adozione di rigorose regole di lavoro, collaborando per promuovere il bene comune.

Il disciplinare di produzione della DOCG prevede esclusivamente Montepulciano o almeno il 90%, con un 10% massimo di Sangiovese, sebbene la maggior parte dei produttori vinifichi in purezza. Sono idonei solo i vigneti collinari con altitudine non superiore ai 550 m/slm, con divieto di qualsiasi pratica di forzatura: consentita solo l’irrigazione di soccorso. Il montepulciano è un’uva dal forte carattere: ha un germogliamento tardivo e questo la esime dalle gelate primaverili. Si preserva il territorio adottando pratiche agricole sostenibili: oltre il 70% delle aziende opera secondo regimi di qualità certificata come agricoltura biologica, lotta integrata, biodinamica. È stato stabilito un disciplinare di produzione più restrittivo rispetto a quello riferito al Montepulciano d’Abruzzo DOC, con rese limitate a 95 quintali per ettaro (erano 140 quelli della DOC), con divieto di nuovi impianti a Tendone, densità di piantagione non inferiore a 3300 ceppi per ettaro, vinificazione e imbottigliamento obbligatori nella zona di produzione e tempo di commercializzazione non inferiore a un anno per la versione giovane e tre anni per la riserva. Linvecchiamento parte dal 1° novembre dell’anno di vendemmia, per almeno due anni, di cui almeno uno in botti di rovere o castagno e sei mesi in bottiglia.

I vini che ne nascono hanno color rosso rubino in diverse sfumature, da quelle purpuree della gioventù, a quelle che virano al granato, con l’età. I profumi sono di piccoli frutti rossi croccanti e polposi. Anche il floreale della violetta dà il suo contributo. Intensi ed eterei, questi vini richiamano allo speziato un po’ pungente del pepe e della radice di liquirizia.

Il gusto è secco, complesso e soprattutto fresco e sapido dai rimandi salmastri, marini per i vini provenienti dalla costa e con spiccate mineralità saline, per quelli vicini all’Appennino; ritorna la carnosità dei frutti rossi, delle cerase, di mirtilli e more, arricchita da spezie e tostature e da una suadente vena fresco-balsamica che regala grande dinamicità. Con tannini docili, discreti, sono vini definiti da sapore asciutto, pieno, spesso robusto, vellutato e pulito. Intriganti. Voluttuosi!

Si abbinano perfettamente a pietanze che riflettono la ricchezza e l’autenticità della cucina locale, prelibatezze come le scrippelle ‘mbusse, una sorta di crepes sottili, farcite con formaggio, prosciutto e funghi, ricoperte da una deliziosa salsa al pomodoro; con la virtù teramana, una zuppa rustica a base di legumi come fagioli, ceci, lenticchie e grano spezzato, arricchita con verdure di stagione e carne di maiale. La cucina delle colline teramane è anche famosa per i suoi salumi, in particolare la ventricina teramana, salame piccante realizzato con carne di maiale macinata finemente, spezie, erbe aromatiche, peperoncino, dal sapore intenso e dalla consistenza morbida, che lo rendono irresistibile per chi ricerca sapori decisi. Per non parlare del timballo teramano, un gustoso piatto a base di pasta al ragù di carne e besciamella e formaggio, cotto in forno fino ad ottenere una crosticina dorata, invitante: un vero e proprio trionfo di sapori. Per gli amanti della carne, le pallotte cace e ove sono deliziose polpette preparate con pane raffermo, pecorino, uova e prezzemolo, fritte e poi cotte nel sugo di pomodoro; il mazzarello, a base di frattaglie di agnello cotte con aglio, prezzemolo e peperoncino. Sono solo alcuni degli invitanti piatti che questa terra offre. Semplicità, genuinità e sapori autentici, raccontano una storia di tradizioni ed amore per la buona tavola. Ma i prodotti firmati Colline Teramane sono anche altri, come la pasta e il miele, ma anche servizi che esulano dall’enogastronomia: piaceri che non possono essere ignorati da chiunque voglia scoprire le meraviglie di questa affascinante regione italiana.

L’esperienza ha insegnato che sebbene l’uva montepulciano regali vini giovani piacevoli e tipici, le produzioni provenienti da vecchie vigne e con elevate concentrazioni, richiedono lunghi periodi di affinamento per raggiungere la loro piena espressione, pertanto, il consorzio ha iniziato a lavorare sulla modifica del disciplinare al fine di consolidare il valore e il riconoscimento dell’identità del Montepulciano DOCG.

In 20 anni i vini sono cambiati a dimostrazione di una comunità dinamica dei produttori, spesso composta da giovani di prima, ma anche di seconda, terza e quarta generazione, tutti attenti ed appassionati. questo percorso proiettato al futuro, ma con salde radici nella tradizione, rappresenta una forte impressione del senso di identità territoriale. Cerulli parla di un’importante novità, una decisione attuabile tra poco tempo, quella di incorporare in un unica “ala” la tutela della denominazione. Il Consorzio Vini d’Abruzzo sarà il soggetto atto a tutelare tutti i viticoltori, attraverso la creazione di una comunità integra ed articolata, interna alla regione, con una struttura che rappresenti le singole diverse denominazioni, raccontandole con una forza muscolare grande! “Sarà realtà concreta a partire dal prossimo anno. Il nostro piccolo consorzio non smetterà di esistere, ma si trasformerà, mantenendo l’unione tra le aziende”, spiega ancora Cerulli.

La zona di produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo” rientra nei comuni di: Ancarano, Atri, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Cellino Attanasio, Cermignano, Civitella del Tronto, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Morro d’Oro, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Penna Sant’Andrea, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Sant’Egidio alla Vibrata, Sant’Omero, Silvi, Teramo, Torano Nuovo, Tortoreto, interamente compresi nella provincia di Teramo, la più settentrionale d’Abruzzo.

Di seguito i vini Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOCG e DOCG Riserva, e le aziende aderenti al consorzio, che hanno partecipato all’evento:

BARONE DI VALFORTE, Colle Sale 2020; CERULLI SPINOZZI, Gruè 2020; FOSSOCORNO, Il Grande Silenzio 2020; MAZZAROSA, 2020; NICODEMI, Notari 2020; SAN LORENZO, Antares 2020; VELENOSI, Versosera 2020; TENUTA MORGANTI, Nina 2020; BOSSANOVA, Il Bossa 2020; AUSONIA, Apollo 2019; DE ANGELIS CORVI; BIAGI, Ipnosi 2018; LEPORE, Re 2018; STRAPPELLI, 2018; BARONE CORNACCHIA, Vizzarro 2017 Riserva; CANTINA COLONNELLA, Barocco 2017 Riserva; ILLUMINATI, Pieluni 2017 Riserva; PODERE COLLE SAN MASSIMO Terraluna 2017 Riserva; CENTORAME, Castellum Vetus 2017; FARAONE, Santa Maria dell’Arco 2016 Docg; ABBAZIA DI PROPEZZANO, 2015 Riserva ; MONTI, Pignotto 2015 Riserva

 

Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane DOCG

Sede Legale: Corso Umberto I, snc

Fraz. Montepagano 64026

Roseto degli Abruzzi TE

Sito web: www.collineteramane.com 

Mail: consorzio@collineteramane.com

 


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