Dalla parte di chi legge: l’enorme differenza tra un critico gastronomico che non paga e un cavallo sciolto che, in anonimato, salda i suoi conti

Pubblicato in: Curiosità
Vero o falso

di Marco Galetti

Dalla parte di chi legge: l’enorme differenza tra un critico gastronomico che non paga e un cavallo sciolto che, in anonimato, salda i suoi conti.

Un abisso.

C’è spazio per tutti ma chi legge deve poter distinguere.

Sempre più spesso, ultimamente, i nostri occhi si riempiono di immagini perfette e descrizioni compiaciute e compiacenti che non sono altro che pseudo recensioni, sono reportage senza macchia apparente che hanno il solo pregio, apparente, di mostrarci quale potrebbe essere il percorso gastronomico se dovessimo recarci in quel determinato locale, la realtà, purtroppo è un’altra, per lo meno per chi legge, che, solitamente, prenotando una serata al ristorante, in trattoria o in pizzeria, non si presenta con la frase passepartout “mi manda Picone” ma semplicemente col suo nome e cognome e al momento del conto paga.

Gli appassionati di enogastronomia non trovano riscontro tra quel che vedono e leggono sul web e quello che vedono, assaggiano e provano varcata la soglia e ordinata la sogliola, piccole differenze e concetti completamenti diversi, come nelle parole.

Impensabile aspettarsi una critica sul servizio, sull’accoglienza, sulle temperature dei piatti, sulla bontà o meno delle pietanze, sul rapporto qualità prezzo, se non si paga, nulla di tutto questo potrà mai emergere, sostanzialmente per due motivi, le attenzioni di chi invita e si aspetta un, chiamiamolo reportage, sono maggiori e, se anche non lo fossero, chi scrive, non avendo pagato manca della cosa forse più importante nelle vita e, nel dettaglio, anche nelle parole di un critico gastronomico, la libertà, se le parole sono condizionate, chi legge verrà beffato due volte, la prima credendo a parole “guidate”, la seconda non trovando alcun riscontro tra quanto letto e quanto provato.

Questa sorta di truffa legalizzata, questa circonvenzione del lettore in buona fede, è quanto di più lontano dalla fede si possa trovare, quando ci si firma “in fede”, queste due paroline hanno e devono avere un grande significato, soprattutto perché precedono il nome e cognome di chi firma il pezzo.


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