Dal 3 al 5 giugno, un intero paese celebra non solo un gusto, ma un’identità: quella che nasce dall’emigrazione, dal ritorno e dalla forza di riconoscersi nei sapori.

di Tonia Credendino
Monte di Procida è un luogo dove il mare non è mai stato solo un orizzonte da contemplare. È stato piuttosto una linea da attraversare, una distanza da colmare, un richiamo continuo — per chi partiva, per chi restava, per chi sognava un altrove senza dimenticare da dove veniva. Qui il mare è stato frontiera e destino, respiro e ferita. Lo si è guardato partire, lo si è atteso tornare. Ed è proprio in questo movimento, in questa altalena perpetua tra l’andare e il tornare, che si annida l’identità più autentica di questo posto.
A Monte di Procida ogni famiglia ha almeno una storia scritta sulle onde. Una nave, una lettera dall’America, una telefonata nella notte. L’emigrazione non è solo un fatto storico, è una memoria collettiva che abita le case, i racconti, persino le ricette. E quando quelle storie tornano a riva, non sono mai le stesse: si portano addosso il sale dell’oceano e il calore della casa che hanno lasciato.
La cistecca montese è una di queste storie: un panino che parla un doppio linguaggio, tra Napoli e Philadelphia, tra nostalgia e appartenenza.
Un panino che racconta il viaggio
Negli anni Ottanta, alcuni montesi rientrati dagli Stati Uniti — in particolare da Philadelphia — portarono con sé l’eco di un gusto lontano: quello della Philly cheesesteak. Adattandola agli ingredienti del territorio e al gusto di casa, nacque la cistecca. Pane caldo, carne cotta sulla piastra, scamorza filante e, spesso, verdure grigliate. Niente di troppo elaborato, ma tutto essenziale. Un sapore nuovo che sapeva già di famiglia.
La cistecca non è mai stata solo un panino. È stata una risposta al bisogno di riappropriarsi del proprio vissuto, di raccontarlo, di condividerlo con chi era rimasto. Un ponte tra esperienze vissute altrove e radici che non si sono mai spezzate.
Il Festival della Cistecca Montese
Dal 3 al 5 giugno 2025, Piazza XXVII Gennaio diventa teatro di un rito collettivo: il Festival della Cistecca Montese. Un appuntamento atteso, sentito, che unisce comunità e visitatori attorno a un piatto simbolico.
Tra i partecipanti ci saranno diverse realtà del territorio, ognuna con una propria interpretazione della cistecca:
- Sunrise Est 1984: tra i pionieri di questo panino a Monte di Procida, testimone del legame storico con Philadelphia.
- Happy Hours: propone cistecche che giocano con i contrasti e gli accostamenti creativi.
- Il Furgone: versione street food, ma con ingredienti genuini e di stagione.
- Fab Fud: uno stile contemporaneo e ricercato, capace di sorprendere anche i puristi.
- Mazzella Gastro Pub: tra i locali più seguiti del momento, lavora sulla qualità e sull’estetica del piatto.
- Piazza 27: fedele alla tradizione, offre una cistecca che profuma di memoria.
A completare il programma: spettacoli itineranti, musica dal vivo, walking tour serali nel centro storico e tante occasioni per vivere Monte di Procida in tutte le sue sfumature.
Un’identità che si costruisce anche a tavola
Quella della cistecca è una delle tante storie nate dal dialogo tra partenze e ritorni. Una storia fatta di contaminazioni e riconoscimenti, di sapori che viaggiano e poi si fermano, diventando parte di un nuovo modo di essere comunità.
In tanti paesi del sud Italia — e Monte di Procida non fa eccezione — i prodotti che oggi troviamo nei mercatini, nei forni e nei piccoli laboratori sono spesso figli di questo scambio. Formaggi affinati con tecniche imparate altrove, conserve nate per riportare a casa un profumo mai dimenticato, dolci reinventati lungo un confine sottile tra memoria e scoperta. È così che si costruisce un’identità viva, in cammino.
Per ulteriori dettagli sul Festival della Cistecca Montese e sulle iniziative culturali e gastronomiche di Monte di Procida, contattare la Pro Loco Monte di Procida, che cura l’organizzazione dell’evento.
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