di Marina Alaimo
Carlo Petrini sostiene con forza che solo il ritorno alla zappa può salvare il nostro futuro così incerto. Ed ha terribilmente ragione. Anzi, restringendo il campo al territorio del sud Italia, quello di noi terroni, un vero e proprio riscatto economico, e non solo, può venire proprio dalla terra. La crisi ha messo in crisi le scelte di studio delle giovani generazioni, svuotandole totalmente della possibilità di progettare e investire sul proprio futuro. Ma c’è chi ha colto la pur timida possibilità di ritornare con successo all’agricoltura.
Quella eco sostenibile, quella intrisa di cultura contadina e di storia dei singoli territori. E lo fa in maniera molto consapevole e professionale, forte di studi specialistici, distaccandosi totalmente dagli empirismi fuorvianti che troppo spesso hanno oscurato lo sviluppo agricolo. La famiglia Sorrentino , sul Vesuvio, con la sua piccola, ma virtuosa azienda vitivinicola di 25 ettari, ne è un esempio valido. Grazie alla sentita partecipazione dell’ultima generazione in campo, quella di Giuseppe, Benny e Maria Paola, i vini dei Sorrentino stanno avendo grande successo.
Ognuno di loro si è specializzato in un settore: Giuseppe cura quello commerciale ed il marketing, Benny si è laureata in enologia ad Alba e Maria Paola ha studiato le lingue per puntare all’enoturismo.
E la forte energia che stanno investendo nel proprio progetto di lavoro, che ha radici profonde e salde nel suolo lapillico del Vesuvio, sta raccogliendo ottimi risultati. La voglia di condividere con il pubblico la passione per la vitivinicoltura e per il proprio territorio spinge spesso i tre giovani Sorrentino ad aprire le porte al pubblico.
Domenica 21 ottobre si è svolta la seconda edizione della festa della vendemmia. Due puntate sono state indispensabili per accogliere le numerosissime richieste di partecipazione. Questa volta a cucinare nella vecchia casa di nonna Benigna sono stati gli chef Antonio Napolitano e Giovanni Arvoni dell’osteria Le Gourmet di Giuseppe Caramiello a Sperone.
I piatti proposti sono stati quelli tipici della domenica a Napoli. Nell’antipasto insieme alle scarole ci sono i fagioli cannellini di Giorgio Gentilcore, altro felice esempio di giovane imprenditore agricolo di San Giorgio La Molara.
Mentre nel secondo, con la braciola napoletana ci sono le torzelle vesuviane di Madrenatura Agricoltura Biologica della giovanissima Marialuisa Squitieri che quest’anno ha inaugurato la sua bottega “L’orto va in città” in via Santa Chiara a Napoli.
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