Tredici piatti davvero indimenticabili di questa estate indimenticabile

Pubblicato in: Curiosità
Estate 2015

I dieci piatti migliori dell’estate di due mesi da incorniciare? No, sono almeno tredici! Sfidiamo anche la cabala.
Si sta chiudendo una bellissima stagione per il turismo italiano. Tutto pieno, sembra di essere tornati al periodo che ha preceduto la tragedia delle Torri Gemelle. C’è tanto fermento anche nella gastronomia e i piatti migliori per me sono sempre quelli senza carne, nei quali la tecnica è al servizio della materia e non viceversa, materia vegetale e marina, autentica e non seriale, presentata nel modo più essenziale possibile.

13- IL GAMBERO ROSSO DI MARINA DI GIOIOSA IONICA

Sicuramente il pranzo di mare dell’anno, un incrocio perfetto di crudo e cotto, Jonio e Tirreno, pesce e ortaggi, pesce e pasta. Di tutti questa sontuosa portata che ci ricorda quanto sia buono il pesce azzurro ma la spigola tanto di più.

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12-VILLA CHIARA ORTO E CUCINA A VICO EQUENSE

La cucina frizzante e peperina di Faby Scarica mi è piaciuta molto. Questo piatto di materia, tecnica e coraggio è sicuramente quello che resta sopra ogni cosa di un bel pranzo sotto il pergolato di questa struttura.

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11-KRESIOS A TELESE TERME

Giuseppe Iannotti ha tecnica che a volte sconfina nel virtuosismo, ma abbiamo goduto di una cena perfetta per musicalità, ritmo, cibo e atmosfera, sicché questo è il piatto che ci ha divertito di più anche per il gioco di consistenze. Quando si dice un piatto con le palle.

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10-ABBRUZZINO A CATANZARO

Il giovane dell’anno per l’Espresso non ci ha deluso quando siamo andati. Il piatto vegetale è quello che ci ha colpito di più mentre il padre Antonio diceva: “Io non sarei mai stato capace di portare a tavola un carciofo senza pesce o carne”.
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9-MAMMA’ A CAPRI

Si fa presto a dire scorfano, ma quando questa carne tradizionalmente abbinata al pomodoro finisce nelle mani di Gennaro e Salvatore il piatto decolla, impenna.

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8-SUD A QUARTO

Scoppiettante come sempre la cucina di Marianna Vitale che certo non poteva mancare in questo album di ricordi. Ci è piaciuta tanto la fusion orto mare unita all’acidità, alla sapidità e alla leggerezza del piatto.

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7-DON ALFONSO A SANT’AGATA

Sempre più sicuro Ernesto, sempre più importante il pionieristico discorso di puntare su materia prima tracciata e di propria proprietà che regala sapori inimitabili a piatti semplici ed essenziali come questo.

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6-RELAIS BLU A MASSA LUBRENSE

La presentazione è un po’ barocca, risente della imponente influenza estetica esercitata da Nino Di Costanzo negli ultimi anni in Campania, ma il piatto esprime sapore e semplicità, anche essenzialità. Davvero una bella stagione anche per Roberto Allocca a cui va un bonus per aver dovuto sopportare Pagano e l’incantatore di Stelle.

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5-MARENNA’ A SORBO SERPICO

A sorpresa, e contro la mia volontà politica, entra anche un risotto, ed è quello di Paolo Barrale non solo per la cottura, ma anche per la straordinaria spinta e la capacità di coniugare la tecnica ai sapori ancestrali napoletani. Una meraviglia che conferma il bel momento del nostro Paolone.

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4-IMAGO DELL’HASSLER A ROMA

Anche questa magnifica struttura sarebbe pronta per grandi riconoscimenti grazie anche ad una visione davvero internazionale che però non perde mai le sue radici italiane. Questo piatto è pazzesco per intensità di sapore e leggerezza. Il vermicello non fa altro che esaltare il ragù di mare. Pazzesco.

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3-TAVERNA ESTIA A BRUSCIANO

L’unico dolce di questa carrellata è di Francesco Sposito, un equilibrio assolutamente perfetto, l’abbinamento geniale, incredibile la sua lungimiranza sulla materia. Clap clap, clap

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2-ROSSELINIS A RAVELLO

Ci sono grandi aspettative per questa cucina e per la struttura e noi speriamo che si avverino perché le merita tutte. E’ suo l’unico vero piatto di pasta sconvolgente di questa estate. Michele Deleo è nella maturità ma non ha ancora esaurito la sua vena creativa.

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1- NIKO ROMITO A CASTEL DI SANGRO

Non basterebbe un libro per spiegare il primo posto: equilibrio, amaro, freschezza, gioco di consistenze, uso sapiente della mandorla (che abbiamo già visto replicato in giro), coraggio non solo di presentare il vegetale, ma il vegetale più povero, che mai avrebbe dignità di piatto se non ci fosse una nuova sensibilità sulla materia prima.

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Bene, questa è stata la mia bella estate. E potete capire perché mi sposto sempre più malvolentieri:-)
Potrei aggiungere anche la pasta al forno di mia sorella con la quale mi sono arricreato a Ferragosto, ma qui si parla di ristorazione pubblica:-)
E voi, fringuelline e fringuellini? Avete bei ricordi?


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