Lo stavo corteggiando da tempo, tanto: Corrado Scaglione l’ho conosciuto alla fucina di pane e pizza del Salone del Gusto 2014 e rimasi piacevolmente colpito dalla sua passione per la pizza napoletana (essendo Corrado lombardo di nascita).
Di tanto in tanto lo sollecitavo – quando ritorni a Firenze? – e, alla fine, ha capitolato: la prima serata degustativa del 2017 ha visto Corrado Scaglione, con Luca Maggioni aiutante di banco, protagonista a Firenze, da Fratelli Cuore nella stazione ferroviaria di Santa Maria Novella di Firenze.
Corrado Scaglione è ritornato a Firenze perchè in città ha lavorato, all’inizio degli anni ’90 dello scorso secolo e non in un posto qualunque: era in cucina all’Enoteca Pinchiorri, prima che la passione lo portasse a dedicarsi alla pizza napoletana in quel di Triuggio (MI).
La degustazione di pizze del 24 gennaio 2017 è iniziata con una divertente margherita senza lievito (e senza acqua aggiunta), una innovazione ben riuscita a mio giudizio.
A seguire una canonica margherita classica, di riferimento essendo Corrado Scaglione socio AVPN nella sua Enosteria Lipen di Triuggio (MI).
Corrado c’ha poi proposto una fuga al sud con la pizza Meenchia ovviamente ispirata ai sapori della Sicilia: pomodoro giallo, capperi di salina, oliva del Belice, alici di cerata, pomodori ciliegina, dry origano.
Siccome ci piaceva presentare i classici della scuola Napoletana: non poteva mancare la fria e salsiccia, da manuale.
In chiusura, la Heidi dai colori squillanti: spinacio fresco e fior di latte in cottura poi crema di capra, speck croccante e fili di peperoncino.
E’ stata una serata divertente e credo di aver aggiunto un altro tassello di cultura della pizza, quella buona, a Firenze: un pizzaiolo brianzolo che interpreta la pizza napoletana con passione.
Corrado Scaglione si diverte a far il suo mestiere e le facce dei presenti mi hanno confermato che l’obiettivo – divertisi confrontandosi con uno stile di pizza – è stato raggiunto.
Magari siete curiosi e ne volete sapere di più su Corrado Scaglione e la sua avventura da chef convertito alla pizza napoletana: se ne parla, diffusamente, anche nel libro Pizza una grande tradizione Italiana (di cui sono co-autore).
Grazie, come sempre, a Mauro Martelli per le (quasi tutte) foto.
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