Storie di Sud, Rinascimento e Venti Trattorie da non perdere in Basilicata!

Pubblicato in: Curiosità
Storie di Sud, Rinascimento e Trattorie

Si riparte! Andiamo a scoprire le migliori trattorie della Basilicata

di Rocco Catalano

Ripartiamo. Necessità di ritrovare strade e percorsi da raccontare, esperienze da vivere e di cui nutrirsi, voglia di sentire nuovamente odori e suoni dalle cucine, piatti da assaggiare, amici da ritrovare finalmente a tavola.

Non si tratta, a mio avviso, di raccontare riaperture, bensì di parlare di come aprire daccapo. Riaprire, è aprire come prima. Aprire è immaginare come essere interpreti del mondo che andremo a vivere. Si tratta, infatti, di disegnare tutti assieme questo nuovo spazio-mondo, con le sue abitudini sociali, le paure, le difficoltà, ma anche le opportunità che ci aspettano.

Aprire è nascere in una nuova vita, e il nostro mestiere è lavorare al meglio da interpreti(ognuno per la sua parte) e non più da semplici spettatori, per restituire dignità ad un settore che nel frattempo si era completamente sputtanato.

Il cibo deve diventare l’elemento armonico attraverso cui l’uomo si lega alla terra, non può essere più spreco, non più una merce qualsiasi ad un costo qualunque. Dovrebbe parlare ancora di più del territorio, di come viviamo, di chi siamo, della nostra storia se vogliamo che non diventi una “cosa” replicabile all’infinito e ovunque e se desideriamo davvero che la gente riprenda a visitare i nostri borghi e a frequentare le nostre tavole.

E a noi tocca un po’ scriverla questa storia. Nella tragedia ci è capitata l’occasione di esser protagonisti, di poter riscrivere il futuro e dobbiamo farlo con coraggio e fiducia. Tutti assieme.

Da qui, riprende il mio viaggio, che riparte dalla Basilicata, un percorso che non a caso vuol raccontare le trattorie, le tavole che più di tutte legano la propria esistenza alla storia, ai luoghi, ai linguaggi alla memoria perché sia il ponte su cui poggiare i pilastri del futuro.

Appunti di viaggio non esaustivi e che spero di aggiornare presto, mi scuserete. Voi intanto venite in Basilicata e perdetevi tra i silenzi delle montagne, attraversate i tratturi accompagnati solo dal volo del falco fino a raggiungere il mare. Camminate lentamente tra i calanchi che sanno di marzapane al chiarore della luna e abbandonatevi alla meraviglia passeggiando tra i Sassi che come un presepio scalderanno nuovamente i cuori.

Per questa storia di Sud, Rinascimento e Trattorie la musica è Ad esempio a me piace il sud, Rino Gaetano

Cosa mangiare nelle trattorie della Basilicata

Zi Mingo (Potenza)

Storica insegna a conduzione familiare per poter apprezzare, a prezzi convenienti, la cucina lucana preparata in maniera casalinga. Paste fatte in casa, imperdibili gli strascinati saltati, buonissime le carni, il soffritto di agnello e patate, gli involtini di cotica al sugo. Insomma, sostanza e tantissima cortesia per un indirizzo imperdibile per chi non ha vergogna di fare la “scarpetta” nel piatto.

 

C’era una Volta (Potenza)

Un casale elegantemente ristrutturato a due passi appena fuori dalla città, memoria e passato si ritrovano negli oggetti d’epoca e in un menu che parla alla tradizione. Gli strascinati mollicati, i ravioli ripieni di baccalà e la carne alla brace sono una vera delizia. Per chi ha voglia di ritrovare il senso del tempo e il gusto nel piatto.

 

La Baita (Località Sellata, PZ)

In località Sellata (1250 metri s.l.m.) questo chalet da oltre 40 anni è un luogo di culto per gli appassionati della montagna e della cucina semplice e genuina. I ravioli ripieni di ricotta e sugo di pomodoro sono il piatto cult. Buonissimi anche i fusilli al ragù di cinghiale e i secondi a base di cacciagione e carne locale.

 

La Villa (Melfi)

Un eccellente desco dove è possibile apprezzare una sapiente rivisitazione dei piatti tipici del Vulture. Cucina stagionale e grande qualità della materia prima, come le verdure del proprio orto e il pane fatto in casa. I ravioli di ricotta dolce con ragù di seppie, gamberi e favette e l’agnello cotto alla brace con le erbette selvatiche, vi renderanno felici prima che appagati.

 

La Fontana del Tasso (Francavilla in Sinni, PZ)

Siamo nell’area del Parco Nazionale del Pollino, nella riserva di Rubbio, dove una antica fontana era luogo di ristoro per viandanti. Oggi questo antico cascinale è una trattoria tipica in cui è possibile apprezzare eccellenti antipasti a base di salumi e cucina che segue il ritmo delle stagioni. Dal soffritto di capretto alla minestra impastata, la ciambotta di ortaggi nella pagnotta e i rascatielli con peperoni cruschi di Senise sono i piatti del cuore e della memoria.

 

Antica Osteria Marconi

Una vecchia casa ad un piano nei pressi dell’ingresso della città, due sale ben arredate, un dehors  per la bella stagione ed una buona selezione musicale per questo ristorante che conferma il suo valore per la qualità dei piatti e delle materie prime. Giuseppe Misuriello ripropone in chiave moderna i piatti della tradizione lucana. Ricca anche la carta vini e quella dei distillati per un’esperienza.

 

Trattoria Triminiedd

Dal 1920 la famiglia Continolo, di soprannome Triminiedd, è ambasciatrice della tradizione culinaria Potentina. I primi, tra cui lagane con i ceci o i cavatelli e fagioli così densi, intensi, voluttuosi, la fanno da padrona, l’aggiunta dell’olio piccante è d’obbligo! Baccalà a “ciauredda” e la trippa i secondi piatti da non perdere.

Osteria Gagliardi (Avigliano, PZ)

Avigliano è terra di anelli e di balestre dell’altissimo pregio storico artistico, ma è anche, e soprattutto, paese che profuma di Baccalà.

L’Osteria Gagliardi è un punto di riferimento per gli amanti del Baccalà. Tra i primi il raviolo ripieno di baccalà su vellutata di ceci e le orecchiette di broccoli e peperoni “cruschi” di Senise sono assolutamente da non perdere. Per chi con i secondi volesse virare su piatti di carne potrà apprezzare l’agnello delle Dolomiti Lucane cucinato alla griglia.

 

Pietra del Sale (Frazione Frusci – Avigliano – Loc. Monte Carmine,PZ)

Dalla collina che domina il paesaggio di certo non sfuggirà alla vista il Castello di Lagopesole.  A 1100 mt di altitudine e raggiungibile percorrendo l’antichissima “via Herculea”, questo antico casale, che fu di proprietà dei Doria e recuperato con architettura rustica, prende il nome dalla sorgente “Pietra del Sale” che ancora limpida sgorga nella fontana d’epoca Borbonica e perfettamente conservata.

La cucina è quella della cultura contadina della zona preparata con materia prima prodotta in azienda, o da piccoli produttori locali. Pasta fresca fatta a mano con strascinati ai peperoni cruschi, papparedelle lepre e porcini, ravioli ricotta e menta, trittico al ragù di cinghiale, orecchiette funghi e tartufo, cavatelli rucola e cacio ricotta sono una carrellata di libidine e bontà. Tra i secondi il classico del territorio come il baccalà all’aviglianese, ma il maiale in agrodolce, oppure il coniglio alle erbe e contorno di patate meritano gli applausi.

 

Al Becco della Civetta (Castelmezzano, PZ)

Volate pure come Angeli tra le piccole Dolomiti lucane perché a riportarvi alla terra, quella vera, ci penseranno i piatti di questa tavola. Atmosfera calda e familiare, una ricca proposta di antipasti per arrivare alle zuppe e alle minestre di campo sapientemente raccolte e lavorate da Maria Antonietta. I secondi a baste di carne locale completeranno il fiero pasto.

 

Trattoria Nugent (Irsina, MT)

Una delle statue lignee conservate nella Cattedrale di Irsina molti esperti la attribuiscono al Mantegna e sicuramente è una ragione in più per visitare questo splendido paesino dell’entroterra lucano.

Nel cortile dell’antico palazzo nobiliare della famiglia Nugent, questa trattoria è il luogo ideale per godere di una cucina autentica. Le patate cotte con la buccia sotto la cenere e condite con olio sale, pane cotto, purea di fave e cicoria selvatica sono solo una ricca e gustosa proposta degli antipasti. Le orecchiette fresche preparate a mano con grano senatore cappelli e cucinate con fagiolini, finocchietto selvatico e ragù di carne sono una vera prelibatezza.

Da Peppe a Rotonda

Quella di Peppe è una cucina legata profondamente al Pollino. Pochi orpelli e tanta sostanza, colori, profumi, e tanto piacere per questo viaggio gastronomico.

Tra le portate più apprezzate le tagliatelle con guanciale e asparagi selvatici, i ravioli alle punte d’ortica, il vitello podolico con spuma di patate castagne e melagrana, il cosciotto di coniglio al profumo del Pollino.

 

Luna Rossa (Terranova Di Pollino, PZ)

Federico Valicenti non ha bisogno che lo si racconti, caloroso e generoso ospite, la sua tavola sembra esser sospesa in quel terrazzo che si affaccia su un panorama mozzafiato sul Pollino e i suoi piatti sono il condensato del suo amore e della sua passione per questa terra e soprattutto per queste montagne. Dal suo ricco e gustoso menu dai primi, quasi tutti lavorati a mano con farina di mischiglio ai secondi di carne come l’agnello sutt’a supa è un vero tripudio di gusti, odori e sensazioni impagabili. Come un Pino Loricato Federico è simbolo e custode di quello spicchio di Luna che solletica il cielo del Parco Nazionale del Pollino.

 

Da Cesare (Loc. Cersuta di Maratea, PZ)

Le Alici marinate, la pasta fresca al ragù di ricciola, calamari alla griglia e ricciola in umido i piatti classici della cucina di questa storia trattoria di mare della costa marateota. L’ambiente è familiare e il servizio cortese e competente.

 

Locanda Pezzolla. (Accettura, MT)

Il Maggio di Accettura è storia antichissima, il culto del rito arboreo che si celebra a cavallo della Pentecoste con quel misto di sacro e profano regala ai visitatori uno straordinario e mistico momento da vivere e raccontare.

Ricchissima scelta di antipasti che vanno dai salumi, ai sott’oli e alle verdure di stagione in pastella. I primi che suggeriamo sono i cavatelli con ragù di cinghiale o le pappardelle con funghi e tartufi. Tra i secondi, la costata di Podolica alla brace la si mangia leccandosi le dita.

 

Baccanti (Matera)

Affascinante ristorante situato nel cuore dei sassi propone una cucina della tradizione rivisitata. La terrina di coniglio, i ravioli con pezzente e crema di fagioli e il controfiletto di agnello con pomodorini secchi, patate e porcini sono i piatti che proviamo a suggerire.

 

Stano (Matera)

Trattoria guidata dall’energia e dalla passione di Franco Stano. La sua è una cucina che parla alla memoria della tradizione materana utilizzando materia prima stagionale e di ottima qualità. Immancabili nel suo menù la “cialledda” con pane di Matera. Tra i buonissimi piatti le tripoline con le polpettine di pane, pomodoro e basilico; e tra i secondi la crapiata e la pignata con carne di pecora cotta in umido con cicoria, sedano, patate, salame e pecorino.

 

Taverna La Contadina Sisina (Aliano, MT)

Nel paese dei calanchi e del confino di Carlo Levi un luogo che sa di ospitalità e storia. Materie prime povere ma lavorate con esperienza e bravura da Sisina rendono l’esperienza di questa tavola davvero unica. Zeppole fritte e pane aromatizzato al finocchio rigorosamente fatto in casa fanno da spalla agli ottimi antipasti come la rafanata o lo sformato di melanzane. Il primo assaggiato di tortelloni ricotta e spinaci con trito di noci è davvero pregevole. Buoni i secondi a base di maialino e agnello alla brace.

 

Mimmo il Ciclista (Potenza)

Un’altra insegna storica del capoluogo Lucano e una famiglia da sempre dedita alla cucina e all’accoglienza. Piatti della tradizione potentina ben preparati, ottimo il baccalà servito in diversi modi, da assaggiare la minestra alla paesana e il soffritto d’agnello.

 

Antica Cantina Forentum (Lavello)

Nel cuore del centro storico di Lavello, una cucina che nel tempo ha consolidato ricerca e uso della buona materia prima per raccontare la genuinità della cucina tradizionale lucana. Tra i primi piatti consigliamo i ravioli al sugo farciti con ricotta dolce, mentre la braciola di manzo al ragù è il secondo piatto che va assolutamente ordinato. Interessantissima anche la selezione dei vini.

 

Taverna Centomani (Potenza)

Luogo fascinoso e curato, ristrutturato con materiali ecosostenibili, immerso nella natura a pochissima distanza dalla città che propone una cucina che rispetta rigorosamente la stagionalità e usa prodotti del territorio, in particolare caseari che l’azienda ottiene dal latte nobile ottenuto dalle mucche allevate in azienda. I ravioli fatti a mano, la pancetta di maiale con peperoni in agrodolce e le patate al forno sono alcuni dei piatti che segnano la cifra gustosa di un posto che può considerarsi a validissima ragione un indirizzo da mettere a taccuino.

 


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