Moio della Civitella. Trekking cilentano alle origini del vino

Pubblicato in: Eventi da raccontare, Giro di vite


di Enrico Malgi

Antonio D’Agosto è un giovane dalle mille risorse, è molto intraprendente e ha idee molto chiare. Recentemente ha aperto un piccolo locale di chicche enogastronomiche cilentane a Vallo della Lucania che si chiama Cibbì abbastanza frequentato. Ma lui non se ne sta certamente con le mani in mano ad aspettare i clienti, anzi li va a cercare personalmente, quasi a stanarli, per stimolarli alla conoscenza e, naturalmente, all’acquisto dei pregiati prodotti. E così, tra mille iniziative ideate, ha messo in calendario interessanti eventi esterni da proporre periodicamente.

 

 

Domenica mattina  Antonio ha organizzato un happening storico-naturalistico-religioso-enologico, che ha preso le mosse dalla verdeggiante collina della Civitella, che domina compiaciuta le due cittadine sottostanti di Moio e di Pellare. Sotto un sole sfavillante, che ha respinto decisamente le ultime avvisaglie di nuvole copiose di pioggia di questi giorni, si è dato inizio ad uno spettacolare itinerario.

 

 

 

Accompagnato dalla brava e preparata archeologa Alessandra Troncone, un nutrito gruppo di appassionati, tra cui anch’io, ha cominciato ad arrampicarsi lungo i fianchi del ripido colle.

Il suggestivo percorso si è snodato attraverso uno stupefacente paesaggio, ricco di piante di ogni specie, macchia mediterranea, alberi di castagno e ricchezze del sottobosco, fino a raggiungere la vetta a 818 metri di altezza. Lungo il tragitto è stato possibile visitare, sotto la guida della giovane Alessandra, i ruderi della città fortificata della Civitella di origine Greco-Lucana, risalenti al IV secolo a.C. Qui, tra l’altro, sono ancora visibili, dopo tanti e tanti secoli, grossi blocchi di pietra di arenaria perfettamente tagliati e squadrati. Inoltre, si distinguono anche altri reperti, come i resti delle cinque porte di accesso alla città, che in origine erano posizionate lungo il perimetro murario. Dopo una faticosa scarpinata, finalmente siamo arrivati in vetta, dove è collocata una chiesetta dedicata all’Annunziata del XVII secolo ben conservata, e da cui è possibile ammirare un meraviglioso panorama che spazia fino al mare di Elea-Velia, cioè proprio dal luogo dove provenivano gli antichi abitanti della Civitella, e di fronte al Santuario mariano del Gelbison.

Dopo la visita agli scavi archeologici, siamo scesi tutti insieme verso la cittadina di Moio della Civitella, che è famosa in tutto il Cilento, insieme alla frazione Pellare, per la produzione di un ottimo vino locale. Qui Antonio ha preparato una degustazione dei vini dell’azienda Casebianche di Torchiara, appartenente ai simpatici coniugi Pasquale e Betty Mitrano presenti all’appuntamento.

 

 

In abbinamento a degli ottimi stuzzichini, sono stati assaggiati il floreale, fruttato e fresco Fiano Cumalè 2011 e il godibile e morbido rosso Dellemore 2010, frutto di un uvaggio di Barbera, Aglianico, Piedirosso e Primitivo.
La formula ideata da Antonio di mettere insieme la natura, la storia, il sacro ed il vino si è rivelata molto azzeccata ed è stata apprezzata da tutti i partecipanti, che hanno auspicato una replica a breve scadenza. Visto i risultati, penso proprio che si farà senz’altro…!

 


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