Sulle Strade della Mozzarella e del Vino

Pubblicato in: Eventi da raccontare

di Annito Abate

Le Trabe, che posto meraviglioso! Questo ho pensato varcato il cancello che mi avrebbe portato su “Le Strade della Mozzarella”, un racconto di un Territorio (il Cilento) e del suo prodotto d’eccellenza (La Mozzarella di Bufala Campana DOP).

Nella Tenuta Capofiume scorre l’antico Fiume Trabe, l’acqua sorge e, alle porte del Paradiso, una splendida fanciulla, vestita di rosso, mi indica la strada maestra; attraverso uno “stargate”, tra due colophon, gli elementi di riconoscibilità della manifestazione, vengo rapito dal paesaggio e dalle prospettive che si aprono sul lago tra cigni e germani reali e verso le colline della macchia mediterranea.

Scelgo il percorso più lungo per raggiungere l’evento, percepisco lontano il fermento di un appuntamento così importante, resto immerso nel silenzio e compio la sequenza più naturale ed istintiva per restare in quella piacevole silenziosa momentanea solitudine: chiudere gli occhi e respirare l’aria salmastra del vicino mare mischiata a quella pungente delle colline!

 

Superato un filare di alberi vedo due roseti, uno bianco e l’altro rosso, sono separati da un frutteto; attraverso un ponte di legno e vedo le valvole delle chiuse che servono a regolare le acque, qui ce n’è in abbondanza, da quelle chete del lago, a quelle tumultuose del fiume e del torrente, quello che sto attraversando in quel momento ha le sponde bordate di fiori gialli e muretti in pietra.

Intravedo una grande pala di legno di un antico mulino che oggi resta ferma sulla parete a testimonianza dell’attività svolta un tempo.

 

Il minitour bucolico termina in un piccolo cortile che separa due sale sulle cui porte sostano alcune persone che sostengono calici e piatti; ci sono, anche io sono parte della tre giorni di Paestum: 60 Grandi Chef di altrettanti rinomatissimi ristoranti sono venuti da tutta Italia per proporre fantasie gastronomiche che utilizzano il famosissimo prodotto lattiero caseario del Sud.

In programma un elenco infinito di eventi che si possono sintetizzare in un solo evocativo concetto: il paese della cuccagna!

Chef, Grandi Pizzaioli, Sommelier, Maestri Assaggiatori di Formaggio ed Olio, Produttori e Comunicatori del meraviglioso mondo dell’enogastronomia.

Sotto le Vele, il bianco latte delle Mozzarelle di Bufala Campana DOP si accoppia al rosso del Pomodoro San Marzano DOP, le ombre si insinuano ad ingrigire il candore delle farine ed ingiallire gli ocra delle paste pregiate trafilate al bronzo, le birre si alternano alle acque minerali.

Nella Sala interna inferiore gli aromi della torrefazione, di chi ha voluto finanche miscele pregiate di caffè, si alternano a confetture, conserve, creme, nettari di frutta salse ed ortaggi sott’olio.

Nel Lounge una sequenza incredibile di prodotti di qualità: Mortadella di Bologna IGP, Oliva Bella della Daunia DOP, Carota Novella di Ispica IGP, Patata della Sila IGP, Cipolla rossa di Tropea IGP, Fagioli bianchi e melanzana rossa di Rotonda DOP, Grana Padano DOP, Formaggio Vastedda del Belice DOP, Conciato Romano, Pesca di Leonforte IGP, Limone di Siracusa IGP, Arancia Ribera di Sicilia, Agrumi del Gargano ed opere d’arte fatte con dolci.

Una chicca è “l’Architecture Aromatique”, micro ortaggi con effetto specifico sui sensi: aspetto, sapore, e profumo vengono gratificati dal lillipuziano regno vegetale; gusti, forme, colori e sentori che diventano ispirazione per l’alta cucina.

Nelle Sale interne i Vini (Irpini, Sanniti, Cilentani e Lucani) e dorati Olii Extravergini d’Oliva.

Non mi sbagliavo sto vivendo un’esperienza limbica tra Paradiso e Paese della Cuccagna.

E’ ormai sera e sta per iniziare l’evento che mi ha spinto fino a qui: “Looking For White” alla ricerca del miglior abbinamento tra Fiano del Cilento e Mozzarella di Bufala Campana DOP”, a guidare la degustazione Luciano Pignataro e Maria Sarnataro.

Nei candidi piatti, bianchissimi i bocconcini lasciano “trapelare” il loro latticello: 50 grammi per ogni sfera di freschissimo prodotto; alla vista bellissimi, al naso burrosi nelle note tipiche del latte di bufala, in bocca una piacevole morbidezza accompagnata dal delicato equilibrio tra sapidità e dolcezza, aromi che permangono ad invogliare al sorso.

I calici sono già pieni del nettare di dioniso ed il nocchiero pronto a condurci sul percorso sensoriale: «Quale sarà il vino che porterà in equilibrio la bocca dopo l’assaggio del cibo? Sarete voi, con i vostri giudizi, a decretare il liquido vincitore!»

Otto Fiano del Cilento emettono le loro diverse tonalità di giallo, ora più tenui, ora più accentuate, profumi di fiori, frutti o con leggeri sentori balsamici, sapori, a volta più sapidi, lasciano spazio agli aromi che ricalcano o rimarcano quanto già sentito all’olfatto.

Otto areali, dai rilievi lievi, quelli che hanno appena lasciato le coste, a quelli sub montani, questi vini sono fortemente intrisi di “macchia mediterranea”, i loro produttori hanno lavorato molto bene, in vigna ed in cantina, ed oggi ne degustiamo l’ottima annata 2012 che svela subito la sua pronta beva, nonostante l’estrema neonatalità dei campioni, una buona espressività e pienezza ed una freschezza percettibile con l’acidità che, scalzando per ora la morbidezza, si farà notare a tavola ad accompagnare i cibi.

Ritirate le schede compilate dai degustatori presenti in sala, dopo un intenso quanto rapido conteggio della matematica Novella Talamo, escono le sentenze e vengono svelate sia le etichette dei vini, sia i relativi vincitori: miglior abbinamento “Heraion DOC Cilento, I vini del Cavaliere”, il vino della mozzarella 2013; al secondo posto, ex aequo, “Enfasi DOC Cilento, Botti” e “Trentenare IGT Paestum, San Salvatore”; il terzo posto è andato al “Kratos IGT Paestum, Maffini”.

D’istinto, sullo stato emozionale, scrivo sulla bacheca facebook: “non c’e’ che dire … proprio una bella esperienza!”, non lo faccio quasi mai.

Mi lascio alle spalle Le Strade della Mozzarella e Sulla Strada del Ritorno mi viene in mente un celebre aforisma di quel romanticone di Johann Wolfgang von Goethe: “La vita è troppo breve per bere vini mediocri”, sorrido perché penso “… ed anche per mangiare cibi banali”.


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