Furore, Bianca Zita. Buon vino e spaghetti con le vongole da urlo da Vito Di Pirro e Mario Di Bello

Bianca Zita enoteca ristorante Furore

Furore (Sa) Bianca Zita enoteca e ristorante

Via Mola 9
Tel. 089.2126766
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Aperto sempre
Chiuso mai
Pasto completo senza vino da 35 a 45 euro

di Tommaso Esposito

Il panorama è stupendo.
Di fronte il mare della costiera e all’orizzonte Li Galli e Capri.
Un via vai di turisti stranieri che passano di qua, soggiornano fin sopra Agerola prima di scendere tra Praiano ed Amalfi.
Amano il buon vino e il buon cibo.
E allora Mario Di Bello (appassionato d’arte e già produttore di mozzarella) in sala e Vito Di Pirro (cuoco di impronta partenopea), in cucina hanno stabilito qui il loro operoso buen retiro.

Operoso perché si danno da fare, e bene, per offrire, tra la vendita di una bottiglia o la mescita di un calice di vino al banco, una bella proposta di piatti di mare.

Pochi tavoli per una trentina di posti.

Un turn over di ospiti tra pranzo e cena per un menu giornaliero basato essenzialmente sul pescato locale.
Una bella idea.
E la mano felice di Vito per compiere un insolito miracolo: mangiare saporito e bere bene ad un prezzo più che onesto e giusto in quest’angolo di paradiso.
Non ci sono fronzoli.
Tutto è semplice, immediato, senza inutili orpelli.
Basta la materia prima e la semplicità tra i fornelli per fare il resto.

Ecco gli antipasti: polpo alla luciana, alici e straccetti di spada fitti, ricciola e tonno scottati con salmoriglio.

Ai primi i paccheri con pomodorini e rana pescatrice.

E spaghetti con le vongole tra i più buoni assaggiati finora.
Un piatto che dovrebbe essere un cult, un must per chi giunge a Napoli.

Poi una canonica impeccabile frittura di pisce con triglie, merluzzetti, calamari e gamberi.

Infine un po’ di frutta, il limoncello o i rosoli della zia e la sontuosa Delizia a Limone della piccola, doviziosa pasticceria della porta accanto.

Vini da scegliere tra splendidi campani e qualche bollicina italiana.
Poi potrete prendere il sole nella piazzetta di fronte o scendere con le scale fin giù nel fiordo più bello del mondo.
Oppure restare qui ed essere coccolati all’infinito.


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