Wineblog 2015, anno magico con 5 milioni di visite!

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Ed eccoci qua, in beata solitudine nel panorama web come al solito, a rivelare i dati precisi dell’andamento 2015 del wineblog sulla base dei grafici di Google Analytics.
La linea blu è quella dell’anno appena terminato, quella arancione esprime il 2014.

Come ben si vede, nonostante ci si confrontasse con un anno d’oro, anche stavolta l’incremento di visite e visitatori unici è a due cifre, e questo in un momento in cui Facebook sta cannibalizzando quasi tutti i blog. In lieve diminuzione il numero delle pagine ma questo dipende dal fatto che ormai il 65% delle visite viene da smartphone.

La ricetta è quella che cerchiamo di seguire dalla nascita di questo spazio in rete: scrivere solo di quello che si vede, si mangia e si beve, grande chiarezza dal punto di vista finanziario (il wineblog è ancora artigianale e basato sull’entusiasmo di chi ci scrive, le poche spese sono ripagate dal network indipendente Vinoclic).

Sono in corso grandi cambiamenti, accorpamenti editoriali che vedono gli editori tradizionali del cartaceo in grande affanno e lo spazio food è occupato da nuovi protagonisti. Non è difficile prevedere che da qui a due anni il panorama della comunicazione sarà completamente cambiato.

In questo noi vediamo una opportunità e un rischio. La prima è la possibilità di mettere in campo le proprie idee e giocarsela senza filtri politici, potentati economici e camarille. Il rischio è l’estendersi della zona grigia nella quale la comunicazione si confonde con il giornalismo, ossia due attività nobili e legittime che incrociandosi generano mostri e situazioni ambigue al limite dell’imbroglio da Luna Park

In questo quadro, resistiamo ancora per un po’ alle continue pressioni di rifacimento grafico perché siamo ancora convinti che deve essere finalizzata non all’estetica, pur importante, ma ai contenuti. Non escludiamo, in vista dei video, di realizzare presto una nuova piattaforma, nel frattempo prendiamo esempio proprio dall’agroalimentare italiano: quanta più munnezza food viene dall’estero tanto più è necessario un lavoro qualificato e di alto artigianato editoriale.
Un esempio sono le classifiche dei dieci, importate dagli anglosassoni e dai francesi: anche noi le facciamo, ma siamo gli unici nel panorama web italiano che possiamo mettere i link di rimando perché inseriamo solo locali realmente visitati, non spiattelliamo lo smanettamento su internet come cosa nostra o, peggio, alla Mike, la mera traduzione di quello che viene pubblicato all’estero.

Un altro risultato che ci riempe di soddisfazione è la diffusione nazionale delle letture. Non a caso il post più letto (153mila clic) è stato quello sulle Piole di Torino del collega Cosimo Torlo.
Lo si vede anche dal grafico come nelle grandi città italiane la lettura di questo blog è diventata una abitudine indispensabile per chi è nel settore.

Cosa ci possiamo augurare per il 2016? Che sia un anno almeno positivo quanto il 2015, che continui lo sviluppo del sistema dell’agroalimentare e che, soprattutto, ci si diverta sempre come i matti senza perdere entusiasmo nello scrivere qui.
Bacioni a tutti!


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