di Barbara Guerra
Quasi sei anni fa la mia prima visita alla finta nave sospesa tra Vesuvio e Golfo di Napoli disegnata da Massimiliano Fuksas.
Stranamente ho conosciuto prima Mario Cinque, lo chef dello Yacht Club a Castellammare di Stabia, allora giovane ammiraglio ai comandi del capitano Peppe Guida. Solo un mese dopo approdai da Nonna Rosa a Vico Equense. Sembra passato molto più di un lustro, tante le cose successe in questi anni. L’allora giovane chef era talmente giovane che lo è ancora. Non gli mancano però oltre quindici anni di esperienza ai fornelli. Osservo oggi una grande evoluzione nella capacità di controllare la materia e il fuoco. Un pranzo estivo che è un giusto equilibrio tra gusto e leggerezza. Note fresche si innestano sui passaggi golosi dei bocconi di gamberi e calamari.
Il risotto all’acqua di pomodoro con tartufi e gamberi è un esempio di piatto che restituisce un gusto semplice e concentrato utilizzando la tecnica e la conoscenza degli ingredienti.
Lunghezza estrema con il secondo dei primi piatti, uno dei must della scuderia, linguine con vongole e tè nero affumicato.
Si chiude con un dolce che all’apparenza mi sembra eccessivo, choux al limone con the matcha e menta. In bocca sorprende per la freschezza e la leggerezza. Profumato e setoso. Simpatico l’abbinamento con un cocktail ben freddo che vede protagonisti gli stessi ingredienti.
Il pranzo è un susseguirsi di colpi secchi e perfetti, fendenti che centrano il bersaglio, la forza domata dalla testa e dal palato dello chef.
La cantina, affidata a Antonio Indovino, è sempre ricca di pezzi interessanti ben raccontati.
Un ristorante che veleggia sicuro con un capitano, Peppe Guida che ha il grande merito di aver costruito una squadra di professionisti che navigano con scioltezza in ogni mare.
- “Fare grandi cose è difficile, ma guidare grandi cose è ancor più difficile”.
(Friedrich Nietzsche)
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