Abbazia di Santa Maria de Olearia a Maiori: Il lavoro e le sue opere incontrano l’infinito

Pubblicato in: Eventi da raccontare

Oli di Marsicani

di Alfonso Del Forno
Una delle tante grotte che s’incontrano percorrendo la Costiera Amalfitana custodisce un gioiello da oltre mille anni: l’Abbazia di Santa Maria de Olearia. Un sito sconosciuto ai più, composto da due chiese incastonate nella grotta e sovrapposte tra loro. Il nome “de Olearia” prende origine dalla presenza di un frantoio all’interno della piccola struttura. Non poteva esserci luogo migliore per presentare la campagna olearia 2018 del frantoio di Nicolangelo Marsicani che, con Roberto Di Meo e Nicola Pansa, ha dato vita all’evento “Il lavoro e le sue opere incontrano l’infinito”.

Organizzata da Pino Adinolfi di Botteghelle65 e il Comitato Maiori Cultura, col patrocinio del Comune di Maiori e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, la mattinata di domenica 9 ha avuto inizio con la presentazione dei nuovi oli di Marsicani e la degustazione guidata tenuta dal prof. Gaetano Avallone. Il primo olio degustato è stato il Plus Valore, realizzato con olive “pisciottane”.

Al naso presentava note erbacee, poi riscontrate anche al palato, dove un buon amaro e un piccante finale hanno poi lasciato spazio a una bocca pulita, aromatica e fresca. L’olio successivo, Alter Ego, si è distinto per le note di foglia di pomodoro, meno amaro del primo e con un piccante medio.

Ultima degustazione con il Viride, realizzato con Coratina, una cultivar che Nicolangelo Marsicani ha lavorato per ottenere un olio molto complesso, dall’amaro più spinto e meno piccante, così da esaltare l’aromaticità complessiva di questo prodotto. La degustazione è continuata all’esterno, dove i tre oli sono stati assaggiati sul pane. Contestualmente si è aperto anche il banco di assaggio dei vini dell’Azienda Agricola Di Meo, con tre proposte di Fiano di Avellino DOCG: Alessandra 2012, con i suoi 18 mesi di acciaio e successivi 18 di affinamento in bottiglia; Erminia 2003, etichetta numerata per questa edizione limitata che, dopo una sosta in acciaio di 10 anni, conclude l’affinamento in bottiglia per ulteriori 5 anni; Colle dei Cerri 2007, che effettua fermentazione e maturazione in legno per 10 mesi, proseguendo con 10 anni di affinamento in cantina.

Dopo i tre Fiano è stato il momento dello strepitoso Ratafià di Nonna Erminia, liquore dall’antica ricetta di famiglia, realizzato con dodici spezie, foglie di ciliegio e amarena in alcool e Taurasi.

Per chiudere in dolcezza la mattinata di degustazioni, ci si è spostati al banchetto di dolci della pasticceria Pansa di Amalfi, dove erano disponibili il nuovo panettone, il classico Pasticciotto al limone e le stupende scorzette candite di limone Sfusato di Amalfi.

Gli ospiti hanno assaggiato i prodotti presenti con lo sguardo rivolto verso la splendida Costa d’Amalfi, che faceva da cornice. Tra gli assaggi della mattinata, due mi hanno emozionato per la capacità di esaltarsi interagendo tra loro: le scorzette di Pansa e l’Erminia 2003. Un connubio sorprendente, con l’esaltazione delle fresche note citriche che esplodono in bocca con tutta la loro aromaticità dopo aver mangiato un pezzo di scorzetta e bevuto il vino.  I sensi rappresentano la parte emozionale della nostra vita. Stimolati in un ambiente come quello dell’Abbazia di Santa Maria de Olearia, rendono completa la nostra esperienza.


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