Eboli, Ristorante il Papavero. Aria nuova in cucina con Fabio Pesticcio

Corso Garibaldi, 112
Tel. 0828 330689
Aperto sempre
Chiuso lunedì domenica sera
Ferie variabili nell’anno
Degustazione 40 euro
Alla carta da 30 a 45

di Tommaso Esposito

Al Papavero si aspetta il passaggio ai piani superiori dove gli interni degraderanno verso il soleggiato dehors.
Così da accogliere il fresco che giunge d’estate dai monti Picentini.
Intanto ci rassereniamo quaggiù con il tepore che cala dalla volta, i colori pastello e le fruits and food macro still photo alle pareti.

Cordiali come sempre.
E pronti per i pani  fra i grissini.
Saporiti e friabili teneramente.

 

Il benvenuto oggi ci è dato da falde di sauro profumate con limone e pepe nero.
C’è una tenue e fresca vellutata di spinaci come fondo.

Si comincia bene e si continua meglio con il tocchetto di coroniello cotto tra le lenticchie, la confettura di zucca e il pesto di nocciole.
Della vicina Giffoni, suppongo.

Nel piatto era destino ci fosse il mussillo, ma oggi il baccalà fuggiva e il cuoco ha pensato allo stocco.

Poi c’è questo musetto di maiale che fa il filo a una porca cozza.
E ammicca dal pozzetto con la grattugia di pecorino e la salsa di melone vernino.

Ohibò, mi sarà consentito il cattivo pensiero, l’erotico alludere,  in questa puritana e austera età del dopo Berlusca?
E’ troppo lussurioso questo boccone per non farlo.
Vellutata è la sostanza del mitile emerso dalle valve e soffice è la carne delle labbra suine.
Mi piace, veramente.
Si diverte lo chef, vero?
Sta giocando con i classici in carta.

Pasta mista di Gragnano, patate e frammenti di pecorino filante.

Con il tortello nerodiseppia dal cuore di bianca burrata.
Esplosivo perciò al palato per gli umori racchiusi.
E bello a vedersi anche per il netto definito contrasto dei colori.

 

Gustosi sono gli spaghettoni Vicidomini con i ricci di mare e i cipollotti nocerini brasati.
Sono legati dalle uova di muggine raccolti a fresco dalla bottarga.
Tirrenica pietanza.

Così pure i filetti di pesce bandiera avvolti nella granella di pane agrumato.
Nella fondina c’è una crema di patate e un piccolo sauté di vongole.
Sapidità e freschezza in equilibrato sposalizio.
Fatto apposta per gustare il bignè dal cuore freddo, finalmente, di cioccolata amara su una perfetta salsa al Campari.

Piacevolissimo, astringente, purificante.
Questo cuoco è bravo.
Deve essere giovane, comincio a sospettare.
E ben temprato se sa passare dal lieve-lieve al duro che duri.
Svelato l’arcano.
Ventitre anni e un collaudato percorso da secondo.
Proprio qui.
Fabio Pesticcio ha preso il comando tra i fornelli.
Che ci resti.
Mano giovane e cuore antico.
Un ottimo mix.
Che non si perde nemmeno in finale.

 

Porta con sé il Carosello Napoletano: babà,  cannolo con essenza di sfogliatella, cornetto al limoncello.

E poi la panna cotta alla salsa di arancia amara, le coccole allo zenzero, alla cannella e al ruhm.

Prosit, Fabio.


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