Garum a Pompei, una zattera per salvarsi dalla mediocrità

Garum, Fioravante Iovine e Salvatore De Falco

Garum
via Mazzini, 63
Pompei
Tel. 081.8501178
Chiuso mercoledì e domenica sera

di Marco Contursi

Pompei è città famosa in tutto il mondo, ma a parte un paio di locali storici di qualità, ha sempre preferito offrire ai turisti, una ristorazione mordi e fuggi di scarso interesse. Da qualche anno le cose sono cambiate e in meglio, e sono nati diversi locali che offrono per l’appassionato non solo di cose antiche ma anche di buon cibo, spunti di sicuro interesse, una cucina concreta con buone materie prime e prezzi onesti, che non sarà il pranzo della vostra vita ma non vi faranno rimpiangere di aver bypassato pizzette e rustici di bar e rosticcerie.

Uno di questi è sicuramente Garum, locale che si trova quasi difronte alla stazione delle ferrovie dello Stato. Ai fornelli nonché proprietario c’è Fioravante Iovine, 32 anni, che in questo locale, da ragazzo, si fece le ossa per poi rilevarlo quattro anni fa. Con lui in cucina Antonio e Vincenzo nel ruolo di sous chef. Ma a dirla tutta, è il responsabile di sala che mi ha colpito. Sarà per l’aspetto baffuto e sornione, sarà per i modi eleganti ma cordiali, sarà perché il mestiere lo fa da 46 anni e si vede, sarà perché anche in locali di fama è difficile trovare personale che ti fa sentire coccolato senza essere troppo invadente, ma davvero ho apprezzato Salvatore De Falco, in sala da quanto aveva 10 anni e oggi oltre i 50.

Cosa ho mangiato? una buona zuppa di fagioli alla marinara, impreziosita da gamberetti e polipo, con crostini fritti da sgranocchiare assoluti o intingere nel saporito sughetto. Poi non mi sono fatto mancare un assaggio di ditaloni patate e vongole, anche qui tanto sapore benché le vongole non fossero veraci, “corna”( in italiano, sifoni) unite e non separate, ( ma esistono ancora le veraci???).

 

Da menzionare il cestino del pane con taralli di varia fattura e la presenza in carta di mezze bottiglie, cosa che purtroppo latita anche in posti pretenziosi, ma spesso bevo solo perché il mio caro porcellino è tanto mangione quanto astemio. Io ho preso un buon Greco di Tufo ma la scelta di bottiglie accontenta anche chi preferisce bere da altre regioni. Ricarichi onesti.

Come dolce, ho provato l’unico fatto in casa della giornata, una deliziosa con crema al burro davvero buona, ancorchè un po’ duretto il biscotto, ma il mio porcellino ha zanne buone e addenta senza problemi.

“Solitamente la proposta è più ricca – mi racconta lo chef Iovine – sono figlio di pasticcieri e l’amore per i dolci l’ho nel sangue ma oggi si è rotta l’impastatrice e non ho avuto tempo per fare tutto a mano”. In sintesi, un’ora a tavola davvero piacevole, che una chicca finale mi ha reso ancora più gradita: un pacchetto di pasticche Leone col nome del locale sulla latta, per augurare buone feste al posto del solito gadget natalizio. Buon Natale anche a Voi, Fioravante ed Salvatore, da parte mia e del porcellino, siamo stati molto bene alla vostra tavola.

 


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