Osteria del Castello a Mercato San Severino, low cost d’autore verificato da Michele Cianciulli

di Lello Tornatore

“Yes we can”….condensando tutto il succo del ragionamento fatto a tavola con il Pigna e Michele Cianciulli, importatore di vini italiani nella “Grande Mela”, è proprio questo che viene fuori!!! Scegliamo l’Osteria del Castello di Mercato S. Severino per fare il punto sulla situazione del consumo di vini, in termini di gusto, tendenze e di rapporto qualità-prezzo in una delle metropoli più rappresentative d’oltreoceano. Michele, originario di Andretta, un paesino dell’Irpinia dove il mondo sembra si sia fermato a subito dopo il sisma del Novembre ’80, ha avuto la forza di recidere il forte legame con la propria terra e iniziare una nuova vita, ormai venti anni orsono.

Ha sputato sangue, negli “States” ha fatto di tutto, operaio nelle costruzioni, cameriere, venditore di vini per conto di importanti aziende d’importazione e finalmente un decennio fa, nel paese delle opportunità, corona il suo sogno mettendosi in proprio. Con Michele ci si sente spesso, durante tutto l’arco dell’anno, ma quando capita l’occasione di vederci, non ce la lasciamo scappare. Decidiamo così,  sempre seguendo la filosofia pignatica dell’ottimizzazione , di andare a provare i nuovi piatti di Rinaldo Ippolito, chef e titolare, insieme alla moglie Roberta Ascolese, dell’Osteria del Castello. Memori del ricordo di una magnifica “cavalcata” di qualche anno fa, lasciamo fare al patron. Si inizia con un “crostone di pane con pomodorino del piennolo di Casa Barone cipollotto irpino e aringa affumicata”.

Partiamo già in quarta…in questo piatto c’è tutto!!! Tendenza dolce del pane, l’acidità di un grandissimo pomodoro, l’aromaticità del cipollotto ed il sapido-fumè dell’aringa. E cosa vuoi di più dalla vita? Un Greco di Tufo docg 2012 di Masseria Murata in abbinamento!!! Un bel vino ottenuto da uve provenienti da vigne in conduzione a Chianchetelle, una frazione di Petruro Irpino. Naso verticale, agrumato e minerale. In bocca la spinta acida ripulisce la bocca che è un piacere. L’allungo è poderoso ed infinito.

Continuiamo con un il  “carciofo di Preturo di Montoro ripieno di pane , uova e pecorino bagnolese su crema di patate e alici di Cetara salate”. Anche qui la strutturazione del piatto non è casuale:  la filosofia di Rinaldo si concretizza nello studio preventivo delle diverse componenti per poi assemblarle in un’altalena di sapori. Ma oltre al risultato papilloso, che già c’era e che ora è stato implementato, abbiamo notato anche una crescita delle preparazioni dal punto di vista visivo. Approfittiamo della oggettiva impossibilità di abbinamento di vino al carciofo per una pausa e andiamo ad acqua.

Secondo antipasto caldo: “Zuppetta di piselli con cannolo ripieno di burrata di bufala e cipolla Ramata di Montoro disidratata”. Di questo piatto ci ha colpito molto la freschezza degli ingredienti, la consistenza pronunciata dei piselli ed infine…il massimo rispetto nella trasformazione di un’eccellente materia prima.

Rinaldo sembra aver deciso di farceli assaggiare tutti…i nuovi piatti in carta :-) :“Triglia, guanciale di maiale e pomodoro san marzano secco, su crema di lenticchie”. Qui la spinta iodata della triglia insieme a quella acida del San Marzano secco fanno da ottimo contraltare alla “dolcezza” della crema di lenticchie.

Si prosegue con i primi: “Candele Vicidomini alla genovese di cipolla Ramata di Montoro”. Un “must” della tradizione… una specie di coperta di Linus, insomma!!! Anche se non è per niente nuova, non abbiamo voluto rinunciarci anche perché Michele Cianciulli “eqquando” se la mangia una genovese così a New York???

Spaghettone Vicidomini con fave fresche, pecorino e lardo”. Un tripudio di freschezza…l’orto in bocca!!! Cottura millimetrica della pasta, ottime materie prime e sapiente elaborazione del piatto. E qui chiamiamo al lavoro una stupenda Coda di Volpe doc 2008 Masseria Murata. Una delle più buone mai degustata. Bel colore giallo carico, ottima consistenza, gira faticosamente nel bicchiere. All’olfatto sentori complessi, frutta matura e fiori gialli. Al gusto piena e voluttuosa, equilibrata da una spalla acida che a dispetto dei circa sei anni che ha sul groppone, è ancora tagliente. Finale lungo e molto piacevole.

 

Ancora un primo: “Ravioli di pasta all’uovo ripieni di coda di vitello cotta dolcemente su spinaci croccanti”. Un piatto per palati forti, quelli irpini ed in via del tutto eccezionale … anche cilentani!!! :-) E qui il minerale degli spinaci svolge perfettamente il compito di riequilibrio sulla tendenza dolce della pasta e della coda.

Il secondo: “ Carrè e pancia di agnello irpino con pane profumato all’ erbette e carciofi brasati”. Una declinazione completa di tutte le parti dell’agnello, ognuna con le sue caratteristiche ed i propri differenti sapori. Semplicemente…favoloso!!!

E qui ci beviamo un Oraziano Aglianico del Vulture dop 2008 della cantina Martino di Rionero in Vulture.Rosso rubino tendente al granato. Grande peso specifico nel bicchiere. Naso evoluto e complesso di frutti rossi molto maturi, quasi confettura. Molto morbido, l’affinatura in Barrique (dichiarata in retroetichetta) da anche note di vaniglia e spezie molto pronunciate. Un po’ sbilanciato sulle morbidezze, ma riesce a lavorare bene sull’agnello. E’ uno di quei vini per i quali và matto il mio amico Texano di origini lucane Leonard Tony Cordato :-).

E’ Sabato Santo e “per devozione”Si chiude con la classica pastiera napoletana.

A presto Roberta e Rinaldo, complimenti per tutto e datevi da fare … ci aspettiamo cose ancora più  grandi da voi!!! Yes, you can… :-)

 

Osteria del Castello

Via Vittorio Emanuele, 23

84085 Mercato S. Severino (SA)

Tel 089 890320 cell. 328 0238299


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