Napoli ieri e oggi: Mimì alla Ferrovia e Nino Di Costanzo a confronto sui piatti storici

Pubblicato in: Eventi da raccontare

 

di Tommaso Esposito

Ecco, è stato veramente un gran bel gioco.
Napoli Ieri e Oggi.
Ieri la Tradizione e oggi l’Innovazione.
A tavola naturalmente.
In gara la cucina di Mimì alla Ferrovia di Napoli per la tradizione e la cucina dell’Hotel Manzi Terme di Ischia per l’innovazione.

Da una parte la brigata del cuoco Angelo Falanga e dall’altra quella di Nino Di Costanzo.

 

Ospite Michele Giugliano,  il patron della bella residenza Villa D’Angelo in Via Aniello Falcone al Vomero, con Ida Giugliano ideatrice della serata.

 

Giudice di Gara Santa Di Salvo insieme alla giuria di esperti e alla giuria popolare dei commensali.

 

 

Musica di posteggia, canta anche Monica Sarnelli,  e sculture di Pulcinella per allietare l’udito e la vista.

 

Il menu è doppio

 

 

Pane, burro e alice / Pane, burro e alici

Quello di Mimì ha odoroso di limone il filetto dell’alice e sapido il burro sul pane sereticcio.

 

 

Quello di Nino è cannolo di fillo al nero di seppia, croccante e piacevolmente amarostico. Fresco per il pomodoro e lieve per il filo di rapa rossa.

 


‘A parmigiana ‘e mulignane / La parmigiana di melanzane

Quella di Mimì si riconosce a vista. Non tradisce la memoria e neppure il gusto. Perfetta.

 

 

Quella di Nino sta là nel bicchiere. Crema di melanzana e spuma di reggiano. Pomodoro candito e fogliolina di maggiorana. Un grissino che ricorda il fritto della crosta. Finalmente il piccante della melanzana si gusta.

 


Pasta e patane / Pasta e patate

Mimì non resiste al richiamo della modernità. Ecco che giunge la pasta mmescata in vellutata di patata. A specchio la fonduta di provola e cacio. Manca la scorzetella ma c’è il mascariello. E per guarnizione due foglie di vasenicola.

 

Nino fa girare il suo capolavoro. E’ già storia. Ventiquattro formati di pasta diversi tra diverse patate. Si mangia con gli occhi. Non si assaggia.

 

Stasera c’è un tortello con crema di provola farcito. Saltato in padella con olio. Una macula vellutata di patata violetta e un ciuffo di spuma di gialla. Pomodoro, olio e guanciale croccante per guarnizione. E non solo.



 ‘O rraù cu ‘e purpette / Il ragù con le polpette

Mezzi paccheri ha scelto Mimì. Nun è carne cu ‘a pummarola. Perché ‘a purpetta e pure ‘a braciola sono ‘e sustanza. Quasi sette ore di peppejamiento. Si vedono e si gustano. Il resto è nulla.

Nino fa la braciola a dado schiacciato. Il mezzo pacchero rigato è gravido di ricotta di bufala e in cima ha la brunoise di sedano e carota. La cipolla essiccata conquista il corner. Al centro l’ostia del ragù di pomodoro consunto e per guarnizione un fondo bruno primordiale. Non è Rraù, ovvio.

 

‘A pastiera ‘e grano / La pastiera

Entrambi trasgrediscono. La pastiera fuori Pasqua è controtempo.
Mimì non sbaglia. E’ na bella fella ‘e pastiera.

Nino gioca alla grande. Eccola. Un ruotino. L’immagine a coperchio è di bianco cioccolato e si mangia. Sicchè sollevata disvela scaglie di frolla, frutta candita, ricotta, crema pasticcera, gelato di vaniglia e gelato di grano. Tutto si sente e si rivela: agrumi, millefiori e cedro delle Calabrie.
Mamma d‘o Carmene!
Nce vò e nce va!

 

I vini son questi di Villa Matilde:

Falerno del Massico doc bianco 2011

Caracci Falerno del Massico doc bianco 2008

Cecubo Igt 2007

Perfetti.

E si è riassaggiata finanche la Gassosa Arnone. Mitica, no?

 

Santa Di Salvo raccoglie le schede.

 

Sbircio e son contento che ha gradito come me: a Mimì  Parmiggiana e Rraù.
Tre a due per tutti i giurati gastronomi.
Vince Nino.
Per il popolo gaudente tre a due lo stesso.
Ma vince Mimì.
Pari, dunque!
Un sol grido infine.
Viva Napoli.
Ieri & Oggi.
Sempre!


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