Napoli, La Masardona. L’antica Friggitoria Rosticceria di Enzo Piccirillo

Pubblicato in: Le pizzerie

Via Giulio Cesare Capaccio 27
Tel. 081.281057
Aperto a pranzo, sabato anche la sera
Pizze da 2 a 5 euro

di Tommaso Esposito

Il fatto, per dirla con il Basile ‘O Cunto, è proprio questo.
Le cose con il tempo cambiano, ed è necessario, ma la tradizione se c’è c’è, se non c’è non c’è.
Enzo Piccirillo ha pensato bene di dare un nuovo look alla friggitoria e alla sala della Masardona.

Ora c’è una bella stanza arredata con tavoli semplici semplici e con una lavagna alla parete sulla quale sono incisi i tratti significativi della Masardona.

Si leggono, cioè, le storie di questo posto dove ininterrottamente dal dopoguerra si mangiano i fritti più buoni di Napoli. Quindi la tradizione c’è.
Sono i fritti popolari, autentici,  costruiti sul sapore.

A partire dall’impasto, che è lo stesso di quello della Loren pizzaiola e friggitrice nel film L’Oro di Napoli.

Bello, fragrante, profumato di pane fritto.
Robusto e soave, leggero, non unto.
Di sostanza.
Nella forma tonda classica o a calzone che qui si chiama battilocchio.
Ripieno nel cuore di cicoli, ricotta, provola, pommarola e pepe.
Oppure di scarola, olive, uva passa e pinoli.
Oppure provola, pomodoro e pepe.
Oppure melanzane a fungetiello e provola.

Oppure semplicemente a mo’ di pizzella ricoperta di pomodoro fresco a pacchetelle e ovoli di bufala.

E, nonostante questo ben di Dio (tanto per unirsi al coro dei neo-salutisti), tutto è digeribile perché buono.
Non buono perché digeribile (lo sciocco refrain dei neo-salutisti a’ vacante).
Accomodiamoci dunque a questa tavola rinnovata.
I cartocci arriveranno come sempre ben raccolti.

Da spaccottare per sentire con le orecchie e odorare con il naso il puuhhfff.

Per mangiare poi con le mani.
E’ il vero finger food.
Inebriamoci gustando la tradizione più popolare.
Senza penziere.
Ddoje fritture!


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