Romito-Sposito. Le prime dichiarazioni di Niko: chiedevo solo un po’ di eleganza come feci io con Tassa, non volevo attaccare nessuno

Pubblicato in: Personaggi
Niko Romito

di Fabiola Quaranta

Niko Romito-Francesco Sposito? Forse, lo desideriamo davvero,  l’epilogo di questa polemica è qui a Identità Golose.
Il Centro Congressi in via Gattamelata a Milano brulica di persone, donne e uomini provenienti da ogni parte d’Italia per celebrare quasi un rito che si rinnova da dodici anni, per ascoltare storie, tecniche , innovazioni, per plaudire ai vate della gastronomia nazionale e mondiale. Il tema della libertà è l’argomento portante di Identità Golose di questo 2016 ed è caro un po’ a tutti, declinato nelle sue varie sfaccettature. Cos’è la libertà per uno chef, per un cuoco o un pasticciere?Mi soffermo a pensare che dietro ogni divisa c’è una persona, con i propri limiti, con pregi e difetti, una personalità, una vita, delle debolezze. Mi chiedo quanti siano amici fra loro, quante strette di mano fasulle come in qualsiasi ambiente lavorativo, quanta spontaneità ci sia davvero nei loro sorrisi.

Tra tutti mi colpisce un nome, ormai un personaggio: Niko Romito, tristellato, grande figura della cucina italiana. Mi collego ad un recente episodio di cui lui è stato involontariamente protagonista, che ha scatenato polemiche, attriti, inimicizie, un polverone di reazioni a catena di grandissimo impatto mediatico.

Il tema è cocente e frequentemente dibattuto: la paternità dei piatti, la difesa strenua e faticosa delle proprie creazioni, troppe volte imitate.

Mi preme fargli una sola domanda per dipanare dubbi e incertezze sulla sua persona: Niko, alla luce di quanto è accaduto, riproporresti su Facebook la stessa questione negli stessi termini, con gli stessi modi?”. 

Mi guarda, percepisco un disagio ed una difficoltà proprie di una persona genuina che ha agito d’istinto, scrivendo su un social come molto spesso tutti noi facciamo, sotto stress, impulsivamente, mettendo nero su bianco i pensieri come fosse un foglio, dimenticando la risonanza amplificata da migliaia di bocche e orecchie in ascolto, l’eco rimbombante ed ingombrante di un pubblico agguerrito e pronto a dire la sua che vede Facebook come un’arena.

“Io non rivendicavo il mio diritto chissà per quale motivo, io chi sono? Faccio il cuoco, ho una scuola, ho pubblicato libri, faccio eventi, ho tre ristoranti Spazio, insegno ai miei ragazzi, quindi sono una persona che cerca sempre di raccontare il lavoro che c’è dietro il suo piatto. Sono uno dei pochi che dà tutte le ricette. Questo è il discorso anche dell’open source, ci sono tanti professionisti che mettono a disposizione il proprio stato dell’arte, per quale motivo? Per partire da quello e prendere spunto, ispirarsi per andare avanti e innovare. Tutti ci ispiriamo e secondo me questo è importante per la crescita della cucina e delle persone che lavorano e che applicano migliorando dei ragionamenti che hanno appreso. Poi scrivere un libro e pubblicare una ricetta vuol dire pure dare una paternità, non è che si lavora solo di coperti, si lavora per soddisfazioni. Ricordo tanti anni fa, nel 2004, Salvatore Tassa, io avevo fatto un piatto, ero all’inizio, con una cipolla che era simile a un piatto suo, e nel 2004 avevo scritto nel menù omaggio e dedicato a Salvatore Tassa, solo questo…un po’ di eleganza, solo questo”.

 

Ps: il problema sollevato da Niko esiste, a prescindere dalla querelle scoppiata qualche giorno fa e dai modi con i quali è stato sollevato. I cuochi devono rendersi conto che copiare è sano, salutare,naturale e istruttivo, come in tutte le forme di espressione umane. E’ sbagliato in generale fare finta di non averlo fatto.
So che per gli Sposito, nonostante l’amarezza, la questione finisce qui e io sogno Enzo Vizzari a  tavola con Romito e Sposito per provare insieme i due piatti. In fondo il lieto fine tra persone così competenti è una scelta obbligata. Per loro e per il sistema:-) (l.pigna)


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