Roma, Osteria Palmira: tradizione di Amatrice a Monteverde

Osteria Palmira, il tortino di patate nel coccio

di Virginia Di Falco

L’Osteria Palmira festeggia proprio in questi giorni i suoi primi due anni. Eppure, sebbene sia di recente fondazione, ha tutte le caratteristiche della consolidata osteria di quartiere. Sarà la gestione familiare, con un’ospitalità e qualche angolo della sala che ricordano l’atmosfera casalinga, oppure sarà la barra dritta su tradizione romanesca e amatriciana. Sta di fatto che Claudio e Assunta Rocchi, aprendo la loro attività a Monteverde, hanno voluto fare omaggio ai genitori (Palmira è il nome della madre) che dalla metà degli anni Cinquanta hanno fatto gli osti in via del Boschetto nel rione Monti.
Una grande specchiera come nelle sale da pranzo di una volta, un bel bancone di legno all’ingresso e una grande veranda dove sulla lavagna troneggia un cartello di Amatrice, giusto per dare subito le coordinate di prodotti e cucina.

Si parte con antipasti che sono una selezione rigorosa di ciò che offre la regione e, soprattutto, il territorio di Amatrice, a partire da salumi e formaggi.
Ma sono soprattutto i primi piatti e le zuppe il vero punto di forza del locale: dagli gnocchi ricci di Amatrice col sugo di castrato alle fettuccine tirate a mano con i durelli di pollo; dagli spaghetti all’amatriciana, fatti molto bene, alla classica minestra romanesca di pasta spezzata con broccolo e arzilla, ricca di sapore. Sostanziosa, per condimento e quantità anche la gricia, qui proposta con le mezze maniche, al giusto punto di cottura.

 

Sfiziosi, tra i secondi, la scamorza con il prosciutto e il tortino di patate, entrambi passati al forno nel coccio di terracotta. Tenere, asciutte ma non secche le costolette di abbacchio impanate e fritte. Il bonus va però alle polpette di bollito cotte al forno, tenerissime, con la crosticina perfetta che non fa rimpiangere la frittura. Qui vengono servite con insalatina mista e salsa verde della casa; l’olio extravergine della Sabina e dell’agro pontino vengono serviti a parte.

Il menu percorre dunque tutte le possibili strade della cucina di territorio, dedicando una pagina alla provenienza dei prodotti e dei presidi Slow Food (da quest’anno l’osteria è anche in Guida).

Il servizio è familiare, premuroso, anche se con qualche piccola défaillance da fine servizio. La cucina schietta ed immediata, i tempi rilassati, qualche buona etichetta di vino che si accompagna a diverse birre artigianali ne fanno un punto di riferimento – fuori dai soliti giri – per gli amanti della cucina romana.
Si chiude con dolci davvero casalinghi, come la crostata con confettura di visciole o prugne, le pere cotte nel vino, il tiramisù servito in barattolo, cremoso e con la giusta dose di caffè; oppure con i gelati artigianali. Conto sui 35 euro.

OSTERIA PALMIRA
Via Abate Ugone, 29
Tel. 06.58204298
Aperto: a pranzo e a cena
Chiuso: mai
www.osteriapalmira.it


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