Roma, Tanto Pe’ Magnà alla Garbatella

di Virginia Di Falco
E’ vero che Chef Rubio aka Gabriele Rubini col suo programma Unti e Bisunti è concentrato sul cibo da strada. Ma per quantità sovrastimata di condimento e tatuaggi, lui a Tanto Pe’ Magnà – trattoria popular e verace della Garbatella – ci starebbe di sicuro a suo agio.

Tovagliato a quadrettoni, apparecchiato alla buona, sia dentro che fuori sotto gli ombrelloni in strada, qualche pezzo di modernariato alle pareti, foto e poster in bianco e nero di attori romani, menu scritto col gessetto e recitato a voce. Questa di Carlo, il proprietario, che ci lavora con la moglie e tutta la famiglia – tra sala e cucina – è una tipica trattoria di quartiere, aperta da dieci anni.  E qualche mese fa, hanno anche inaugurato pochi metri più in la’ Quasi in Porto praticamente il corrispettivo marinaro, dove si serve solo pesce di Anzio e Terracina.

Nulla della tavola romanesca sfugge al menu: dalla cacio e pepe all’amatriciana, alle polpette alla cacciatora, abbacchio, trippa alla romana, involtini. Cucina espressa, come una volta. C’è l’uscita in contemporanea dei bucatini, poi quella degli straccetti con le noci, poi quella del baccalà, e così via. Tempi e ritmi dettati dalle donne in cucina, molto più che dalle comande dei clienti.

Ma va bene così. A tavola arrivano piatti caldi e veraci, un po’ più unti del giusto, nessuna concessione alla benchè minima presentazione, porzioni generose. Ognuno ha il suo posto, ma l’atmosfera è quella di un tempo, quasi da tavolo sociale: il vicino si affaccia per curiosare com’è il tuo piatto, un altro offre il vino al tavolo accanto prima di servirsi, Carlo gira tra i tavoli e il primo che trova libero lo usa per farci i conti. Il vino della casa è servito sfuso nelle brocche da un quarto o mezzo litro oppure nelle fiaschette di paglia.

Noi abbiamo provato delle “fregnacce” (maltagliati) ai porcini e pomodorini davvero niente male, un piatto di rigatoni con la pajata, buoni ma con un sugo che sorprendentemente abbiamo trovato piuttosto addomesticato; un abbacchio servito su una triste foglia di lattuga ma tenace e saporito (forse solo un po’ secco) accompagnato da un piatto di patate al forno ottime (ovviamente unte e bisunte).

Il piatto della serata però, quello più appagante ed indimenticabile sono state le lumache. Spurgate, cotte e, soprattutto, condite alla perfezione! Che dunque non hanno deluso le aspettative di trascorrere la sera di San Giovanni – che i romani festeggiano proprio con le “ciumachelle” – in un rione popolare e molto amato come la Garbatella.
Chiusura con un buon tiramisu’.

Che belle che sono queste testimonianze di resistenza di quartiere. Bravo Carlo. E auguri per altri cento anni così.

Tanto Pe’ … Magnà
Via Giustino de Jacobis, 9  (Garbatella)
Tel. 06 5160 7422
Aperti a pranzo e a cena
www.tantopemagna.it


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