Salina, Bar Da Alfredo a Lingua. Granita e pane cunzato a colazione

Comune di Santa Marina
Via Lungomare, 5
Tel. 090.9843075

La costante di tutte le passeggiate sul piccolo lungomare di Lingua è una domanda che – non solo in italiano – qualcuno prima o poi vi rivolge: dov’e’ Alfredo? Alfredo o meglio il bar “Da Alfredo” è a pochi passi dal faro e dallo stagno, utilizzato per estrarre il sale sin dall’epoca romana, e da cui deriva il nome dell’isola di Salina.

Si va “Da Alfredo” per due ottimi motivi: la granita e il pane “cunzato” – due classici della tradizione siciliana che dalla contaminazione eoliana sembrano guadagnare in carattere.
La granita di Alfredo ha il sapore dei limoni di Salina, grandi come lo sfusato amalfitano, dei fichi che piegano i rami degli alberi dietro ogni muretto dell’isola, come dei gelsi, delle mandorle e persino delle fragole che arrivano col traghetto. Le coppe di vetro raccontano tutta la sua consistenza pastosa: senza liquido sul fondo e senza per questo essere troppo fredda, un trucco – sempre più diffuso – per farla apparire compatta che ne cancella però i sapori. Fino a due gusti diversi nella stessa coppa, con o senza panna, a 2,50 euro. Troppo “asciutte” e “pesanti” le briosche, quelle da mangiare “siculamente” strappandone un pezzetto e farcendolo a cucchiate; purtroppo quelle di Alfredo non sono all’altezza delle sue granita.


Il “pane cunzato” (“conciato” o meglio condito) qui viene proposto non come da trazione; al posto del panino o della fetta c’è un disco di pane, tostato, e servito con farciture diverse, tutte a base dei sapori dell’isola: dai dolci pomodorini alle alici sott’olio, dalle cipolle rosse (intrecciate e appese su ogni balcone di Salina) ai capperi (semplici, in pasta o nella loro versione di “cucunci”), senza dimenticare le abbondanti grattugiate di ricotta salata al forno che viene dai caseifici della zona di Milazzo. Per cominciare conviene ordinarne uno in due, la montagna di ingredienti che sovrasta questi dischi di pane è un banco di prova per l’appetito di molti.

D’estate, statene alla larga tra le 13,30 e le 15, a meno che non volete fare la fila per un tavolo e ritrovare l’atmosfera di un ufficio postale di città. Se trovate folla, comunque, imboccate il vicoletto che fiancheggia il bar vi porterà a due sconosciuti musei, quello delle tradizioni isolane, e quello archeologico. Sono piccoli ma meritano una visita (il biglietto è unico) che ci sia da attendere per un tavolo libero o meno.

np


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