Una Taverna mitologica, la Kerkira a Bagnara Calabra

Taverna Kerkira Bagnara Calabra

Taverna Kerkyra

di Giovanna Pizzi

Sai cos’è un grande classico?

Quel libro che rileggi sempre e sempre ti emoziona e sempre è attuale e sempre ci trovi uno spunto nuovo.

Come quando mangi alla Taverna Kerkira a Bagnara Calabra.

Un ristorante mitologico, un po’ per il suo essere metà calabrese metà greco, un po’ perché c’è chi racconta di non essere mai riuscito a prenotare un tavolo, certamente per l’aurea di fascino che lo circonda.

Da quasi 40 anni sempre lì, a Bagnara Calabra, piccola cittadina sul Tirreno in provincia di Reggio Calabria, pochi tavoli sempre pieni che prenotare un tavolo, soprattutto in certi periodi, è davvero un’impresa titanica. Ambiente marinaro, atmosfera di chi ti accoglie a casa propria, piatti dallo stile unico, originale, sorprendenti nei contrasti, stuzzicanti negli accostamenti e vincenti negli equilibri, una carta dei vini che grazie al lavoro appassionato di Maria Luce offre un ventaglio di interessanti etichette, compresa qualche chicca. Joseph ai tavoli accompagna il premuroso servizio.

In cucina, da sempre, Fulvio Dato che, da sempre, propone lo stesso stile e le stesse pietanze.

Chi viene qui, sia che ci torna, sia che c’è finalmente riuscito, vuole quei piatti, sempre gli  stessi, una garanzia, come chi si affida al bancone e chiede “il solito” sapendo di godere di quell’attimo di rassicurazione perché dall’altro lato c’è chi sa già tutto.

Piatti che sono diventati un’icona.

Una carrellata di antipasti dei quali ognuno ha il suo preferito, c’è chi dice che sono le frittelle di cozze il piatto imprescindibile, chi i gamberi con la burrata, chi i carpacci, e poi c’è chi viene da anni per le farfalle allo jogurt, polpa di pesce bianco e scorzetta di limone e chi è assolutamente sicuro che sono i dolci il momento migliore di tutto il pasto.

Quello che dico io è che bisogna davvero assaggiarli tutti questi piatti ed è quello che cerco di fare ogni volta che ci torno. Fosse solo perché un’analisi statistica ha bisogno di un numero considerevole di dati!

Ed eccole allora alcune di queste delizie.

-Gamberi al vapore su bianco di mandorle.

Quando i contrasti non servono per esaltare i sapori, e la delicatezza e l’aromaticità si accompagnano l’un l’altro mentre i gamberi affondano nella spuma di mandorla esaltata dal sale alla vaniglia e dal raro pepe selvatico del Madagascar.

-Polpo grigliato con purè di fave di Santorini.

Le preziose fave gialle di Santorini che si fanno cremose per supportare l’affumicato del polpo arricchito da capperi, cipolla di Tropea ed una spolverata di paprika in una sequenza precisa di toni del gusto.

-Frittelle di cozze e salsa tzatziki.

Cozze più pastella più fritto ed hai già vinto. Mettici poi la freschezza e l’acidità dello tzatziki per un inedito quanto consolidato accostamento che conquista tutti i palati.

-Carpaccio di merluzzo marinato in succo d’arancia con torroncino igp di Bagnara.

Ecco qui. Nel mio personale “toto-piatto Kerkira” vince a man bassa! E in questo caso maledico ogni volta la mia intolleranza alle mandorle (nonché tutte le intolleranze in generale). Una marinatura insolita che è un autografo dello chef. Descriverlo, questo piatto, non basta.

-Tartare di gamberi su burrata e sale aromatizzato alla vaniglia.

Un matrimonio che è un successo già sulla carta quello del gambero con la burrata ma vi invito a testare l’opulenza, nel senso di goduria, di questa portata tra le più amate del ristorante. Sale alla vaniglia, zeste di limone e una macinata di pepe a chiudere il cerchio.

-Insalata di alici marinate, salsa di soia e zenzero.

Facile adesso, che è tutta una contaminazione japan, ma quando l’ha messo in carta lo chef Fulvio, quest’insalata con sedano, radicchio e zenzero fresco a far da sostegno alle carnose alici magistralmente marinate, era una brillante quanto felice intuizione.

È ancora lunga ed interessante la lista di antipasti che verrebbe da ordinarli tutti ma i primi non sono da meno.

Ci siamo fatti tentare da:

-Maccheroncini freschi incaciati.

Uno di quei piatti, come lo spaghetto aglio olio e peperoncino, di falsa-semplice esecuzione ma che rivela poi l’abilità di chi lo fa. Sugo di pomodoro, melanzane e ricotta salata a pioggia. Rassicurante.

-Cannolicchi rigati al nero di seppia e ricotta salata.

S’è capito che mi piace la ricotta salata? E beh, siamo in Calabria, godiamone! Con la seppia e il suo nero spezza che è un piacere.

E poi c’è da dire che alla Kerkira abbinare i formaggi al pesce è un tabù infranto da tempo e in varie maniere, come la feta con i calamari, che direi di “provare per credere”.

Arrivati a questo punto del pranzo, nel mio caso, si è posto il solito dilemma: secondo o dolce? Beh, vi svelo una cosa importante. I dolci alla Kerkira non sono “un dolcino per chiudere il pasto” ma sono la portata principale! Sontuosi, goduriosi, cioccolatosi, succulenti che non basta lasciare il classico spazietto per il dolce ma bisogna programmare per tempo la scelta.

E mi dispiace, in questo caso, non aver ordinato i secondi che non sono “secondi” a nessuna proposta ma i dolci di Rosvita sono davvero irrinunciabili.

Come la

-Torta di mele e cannella con salsa ai frutti di bosco.

E il

-Tiramisù con copertura di cioccolato tiepido.

L’unica cosa che si può fare in questo caso è godere delle foto immaginando di affondare il cucchiaio, non si può aggiungere altro.

Taverna Kerkira
Viale Vittorio Emanuele II, 217, 89011 Bagnara Calabra RC
Telefono: 0966 372260


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