Dinner Incredible: intervista allo chef Giorgio Diana, patron del progetto gastronomico che ha fatto tappa in Arabia Saudita

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di Antonella Amodio

È nell’anno 2020 che prende forma Dinner Incredible, da un’idea di Giorgio Diana, chef pluripremiato nato a Cagliari e cresciuto a Monaco di Baviera. Con un curriculum di peso, che tocca esperienze in diversi paesi del mondo, accumulando successi negli anni e lavorando in sinergia con i più grandi nomi della ristorazione (è recente l’apertura del ristorante a sua firma a Taiwan e una prossima al Cairo, dove intende rivoluzionare il concetto di fine dining), Giorgio Diana – Ceo and founder of Dinner Incredible, al numero 28 nella prestigiosa Guida 50 Top Italy – attraverso Dinner Incredible si fa portavoce della filosofia “Food connecting people”, unendo tradizioni gastronomiche, religioni, culture, origini e persone di differenti nazionalità in un tour che tocca diverse nazioni, invitando 12 affermati chef internazionali a realizzare piatti con ingredienti di piccoli produttori del paese ospitante. Per il 2023, terzo anno della manifestazione itinerante, i riflettori si sono accesi sull’Arabia Saudita.

Chef Giorgio Diana come nasce Dinner Incredible?

Nasce dopo aver maturato esperienza come organizzatore di un’altra manifestazione, condiva con un amico per dieci anni e che purtroppo pian piano ha perso il senso iniziale della sua fondazione, diventando una competizione tra chef anziché un incontro tra amici e colleghi. Così in piena pandemia ho messo in pratica il mio sogno, realizzando il progetto Dinner Incredible, come hub di solidarietà, sostenibilità e cooperazione tra i popoli attraverso la cucina, per sensibilizzare e far conoscere le tipicità territoriali. Ed è proprio in questo periodo che – leggendo della chiusura di attività, imposta dalle autorità sanitarie, e dei danni causati su tanti fronti, soprattutto a discapito di piccoli artigiani e micro aziende, lasciate da sole e senza nessun supporto dello stato, specialmente in alcune aree del mondo, che mi è venuta l’idea di fare qualcosa di importante per loro. Non a caso, per la prima edizione, ho scelto Bangkok, in Thailandia, l’unica nazione rimasta due anni e mezzo in lockdown, con una perdita inimmaginabile in tutti i comparti, in particolare quello legato al turismo e alla ristorazione, nonché all’agricoltura e alla manifattura.

Non è cosa semplice mettere insieme un team incredibile composto da 12 personalità della cucina mondiale e riunirle allo stesso tavolo, o meglio nella stessa cucina. Come ci si riesce?

È vero, non è facile, però ho dalla mia parte Dinner Incredible, che è un progetto sano, che mira all’incontro di culture gastronomiche e alla salvaguardia di tanti aspetti. Tra i motivi c’è anche il rispetto per la cultura, per le tradizioni e per la religione di ogni popolo, cancellando ogni forma di razzismo.

12 chef contribuiscono al multiculturalismo. Perché proprio questo numero?

Sono cristiano e mi rifaccio ai 12 Apostoli che avevano l’incarico di diffondere un messaggio positivo. Il senso è lo stesso, perché la mia “mission” non abbraccia solo le tradizioni culinarie, ma con l’aiuto degli chef coinvolti si trasmette anche pace e amore, i due pilastri della manifestazione, e dunque nessun tipo di pregiudizio entra in Dinner Incredible.

“Play global, eat local” è il motto di Dinner Incredible, dove gli chef che arrivano da ogni parte del pianeta attingono per le loro creazioni ad ingredienti stagionali e locali. Quale è stato il tema di quest’anno?

Io e il mio partner in Arabia Saudita, lo chef Daniele Chiari, direttore gastronomico della Royal Protocol KSA, organizzatore dei catering del governo Saudita, dalla Arab League e di tutti i capi di stato in visita nel paese, abbiamo scelto come tema l’interpretazione di piatti tradizionali arabi, utilizzando per la preparazione solo ingredienti locali, valorizzando così la cucina tipica di questa terra straordinaria. Una forma di sinergia pazzesca, dove ogni chef mette in campo la propria creatività e il proprio ingegno rifacendosi alla storia gastronomica del paese. Abbiamo fornito ricette originali ad ognuno: partendo da quelle, ciascuno ha ricreato nuove visioni. Nei giorni antecedenti le cene, i due momenti importanti, è stata fondamentale la conoscenza con i fornitori di ingredienti tipici, come allevatori di carne e di latte di cammello, di agricoltori del tartufo bianco del deserto, di pescatori qualificati con le specie di pesce del mar Rosso, venditori di spezie, coltivatori di datteri e tanto altro.

Chi sono gli chef che collaborano ad ogni edizione?

Ci sono io ovviamente e quindi colleghi di fama mondiale che quotidianamente trasmettono cultura attraverso la loro cucina, riconosciuta tra le migliori da autorevoli guide. Sono persone sensibili alle tematiche di Dinner Incredible, con una disponibilità a spostarsi in ogni angolo del pianeta per qualche giorno per portare sapienza, pace e amore, in un contesto di promozione del territorio.

La prima edizione si è svolta in Thailandia, la seconda in Italia e l’ultima in Arabia Saudita. Quale sarà la prossima tappa?

Ho il programma già stabilito delle prossime tappe da qui al 2026, dico solo che torneremo in Italia nel 2024, toccando due regioni, compreso la mia amata Sardegna.

Dal deserto Wadi Rum ad Al -Ula al KAFD (distretto finanziario King Abdullah) di Riad, 12 portate per 140 persone, suddivise in due momenti importanti. Gli obiettivi di Dinner Incredible per questa edizione sono stati raggiunti?

L’integrazione, la sinergia e l’interpretazione della cucina locale sono state egregiamente eseguite, portando e scambiando cultura da tutto il mondo. Erano presenti ministri e tante altre personalità governative e il risultato è stato eccellente e con questo dico che una nuova realtà è entrata a Riyad, in Arabia Saudita e tutto ciò avrà un seguito nel prossimo futuro. Io e Daniele Chiari ci riteniamo molto soddisfatti e felici del supporto del Royal Government e di tutto lo staff che ha collaborato per la realizzazione del mio sogno che pian piano prende forma. Inoltre, un grazie va anche a tutti i miei collaboratori che anno dopo anno rendono possibile tutto questo.


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