Andare tutti subito a Caserta per capire la rivoluzione della pizza napoletana nel confronto tra dodici pizzaioli tradizionalisti e “gommoni”

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Caserta. La Reggia

di Luciano Pignataro

Fino a pochi anni fa la pizza buona si mangiava solo a Napoli città. Nel giro di poco tempo in Campania e in Italia c’è stato un movimento inredibile che ancora continua senza sosta. E la provincia di Caserta è sicuramente la più vivace di tutte, con aperture a raffica, il fenomeno Franco Pepe, l’esplodere del fenomeno ad Aversa. Negli ultimi mesi però è proprio il capoluogo protagonista di nuove aperture, alcune delle qualit spettacolari, che fanno di questa città una delle mete preferite degli appassionati. I vantaggi sono evidenti: per chi apre una pizzeria il costo degli immobili è molto più bassi rispetto alla città. Per i clienti non ci sono problemi di traffico e di parcheggio e la materia prima è tutta di alta qualità oltre che a chilometro quasi zero: ricordiamoci che siamo nel cuore di una delle pianure più fertili e ricche d’Europa con una tradizione millenaria alle spalle.

I riferimenti per gli appassionati, ripeto, parliamo solo di Caserta città, erano, tra quelli in attività, sino a pochi anni fa Il Solito Posto di Francesco Pagliaro, scomparso prematuramente qualche mese fa, Ciro a Piazza Mercato e
La Loggetta che oggi ha più sedi.

Ma nell’arco degli ultimi due anni la geografia è completamente cambiata e a fare da traino sono stati i due fratelli Martucci, Francesco e Salvatore, nipoti di Pagliaro, che adesso hanno due pizzerie, entrambe cresciute in maniera esponenziale.

I Masanielli di Francesco Martucci

Francesco ha aperto la nuova sede a due passi dalla Reggia, un locale moderno e funzionale che viaggia a una media di 800 pizze al giorno.

 

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I Masanielli di Salvatore Martucci

 

Salvatore ha la sua pizzeria in via Vivaldi, ben arredata. Una crescita fatta sul passaparola prima chela stampa si accorgesse di quanto buone fossero le loro pizze dalla fila.

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Casa Vitiello

L’altro riferimento è il giovane Ciccio Vitiello a Tuore che ha aperto casa Vitiello: la tradizione non si tocca, ma oltre la margherita e la mariara si apre un mondo.

Morsi e Rimorsi

 

Grande qualità anche nella pizzeria Morsi e Rimorsi della famiglia Capece dove si vede la consulenza del maestro Gianfranco Iervolino che poi ha aperto lo scorso anno anche ad Aversa.

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Il Diavoletto

Sono queste le due punte dell’iceberg di tante novità. Citiamo il Diavoletto che nasce come asporto con le pizze bel lievitate di Luciano Freddo impegnato con tutta la famiglia a dare qualità sula scia dei «gommoni», ossia dei cornicioni alti e alveolati.

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Il Monfortino

Tradizione napoletana pura invece per Francesco Di Ceglie nel suo Il Monfortino a Centurano vicino Tuoro, vincitore del Trofeo Pulcinella organizzato da Mani d’Oro.

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La Fazenda

Sempre in periferia da provare la Fazenda di Simone Gallo dove al forno c’è il giovanissimo Raffaele Zaccariello. Sempre un giovane,

Pizz’art

A due passi dalla Reggia su Corso Trieste c’è Pizz’art con Ciro D’Avanzo al forno, tanta gavetta e scuola tradizionale.

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‘O Masto

Anche O Masto propone tradizione vicino la Reggia.

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Piano B Risto Gril

 

Grande successo per il Piano B Pizzeria Risto Grill di Otello Schiavon, buona cucina tradizionale che propone la pizza di sera.

Prima Classe di Enzo Bastelli

Ultima apertura, proprio di questi giorni, è quella del napoletano Enzo Bastelli con Prima Classe, un bel locale dove si lavora una pizza a metà fra la tradizione e i gommoni.
Insomma, tanti stili diversi, ma un solo discorso: puntare sulla qualità delle materie prime e sulla buona lievitazione. Questo è il semplice segreto del successo della pizza a Caserta città.


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