Ogliastro Cilento, l’agriturismo Chiusulelle di Donatella Lanza e un grande pranzo a 25 euro


Contrada Chiusulelle
Frazione Eredita di Ogliastro Cilento
Tel 0974 833 211
Cell. +39 338 8787529 – +39 335 8746249
www.agriturismochiusulelle.com
info@agriturismochiusulelle.com

L’azienda agrituristica Chiusulelle si trova in un piccolo borgo vicino ad Ogliastro, nel Cilento più verde e rigoglioso, nascosto tra gli ulivi eppure a pochi chilometri dal mare e dalla storia, quella millenaria di Hera, Atena e Poseidone.

In un bel casolare ristrutturato con la pietra cilentana, Donatella Lanza porta avanti con una tenacia e una gioia di vivere invidiabili la sua famiglia, la sua cucina e la sua terra. Trascorrere qualche giorno qui vuol dire far pace con il tempo e con lo spazio. Se avete fretta andate da qualche altra parte.
Anche una domenica a pranzo, dopo una visita agli animali da cortile e un giro sull’altalena di legno, può essere l’occasione di fermarsi ad ascoltare i racconti che sono dietro ad ogni ricetta, ad ogni vecchia foto di famiglia appesa alle pareti e tra gli oggetti della cultura contadina che arredano con gusto gli ambienti.

A tavola vengono serviti i piatti della tradizione cilentana, con un pizzico di inventiva: mangiare qui è come ripassare un manuale, con qualche esercizio “a piacere” ben riuscito. D’altro canto sarebbe riduttivo liquidare come semplici antipasti le dieci-proposte-dieci che vengono servite prima del ragù. Ognuna presenta un prodotto, racconta una tipicità, testimonia un ricordo. Il pane di grano e crusca è accompagnato dalla salsina di pomodori secchi e peperoncino e da quella di ceci. Poi ci sono i cavolfiori di stagione con i carciofini sott’olio; la zucca e le carote grigliate con le uova di «chicchinella» (piccola gallina); il formaggio fresco di capra ingentilito dal pompelmo candito. Anche il vassoio di salumi locali non è banale, perchè la lavorazione non sempre perfetta ti fa riconoscere il sapore del lardo di maiale che non si trova più. Poi, la golosità delle frittelle con la salvia insieme alla marmellata di melanzane e delle frittelle con dentro i fichi e sopra il mosto cotto. L’omaggio di stagione al maiale, con la zuppa di orzo, fegato e patate e con lo spezzatino di salsicce e cotiche sgrassate (si fa per dire…) da cicorietta ed erbette selvatiche. Infine, la ricetta povera di una volta, quando la carne era per pochi e le polpette si facevano con pane, uova e formaggio, qui accompagnate da piccoli fichi del Cilento conservati sott’olio. A questo punto pausa.

Non provate neppure a chiedere a Donatella di fermarsi. Il resto è già pronto. E tutto quello che potreste ricavarne è il suggerimento di fare due passi fuori, all’aria fresca, prima di ri-cominciare. Che pranzo di domenica è senza ragù? Cotto per ore e ore, con carni miste a condire i ravioli di ricotta. Sapori forti, duri, decisi: dimenticatevi le anemiche paste ripiene di città. E anche quando il primo piatto è delicato, come i tagliolini con asparagi, carciofi, noci e pinoli vi divertirete ad annusare e riconoscere fragranze e profumi. E ancora coniglio in umido, le patate «impaccate» con uno strato sottilissimo di uova e formaggio, le cicorie in padella, i carciofi spaccati e ripieni. E infine il piatto che da solo vale la spedizione: il roastbeef di bufalo. A metà tra arrosto e stracotto, con dentro un giro di carote e cicorie, aromatizzato con bacche di ginepro. Una carne eccezionale, cottura perfetta. Il vero colpo di genio di Donatella.
Per chiudere in dolcezza una fetta di formaggio fresco di pecora con marmellata di fichi e peperoncino oppure una torta di noci e cioccolato. Pagherete per questa sequela di sapori indimenticabili soltanto 25 euro. (Si, avete letto bene).

Il caffè e il liquore al mandarino prendetelo nella sala relax, nella vecchia stanza che serviva una volta per affumicare i fichi. E meditate gente. Meditate.

Virginia Di Falco


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