Villa Maiella a Guardiagrele, i fratelli Tinari regalano una grande cucina di verità dentro una grande sala di simpatia

Villa Maiella a Guardiagrele

Villa Maiella a Guardiagrele
Via Sette Dolori, 30
Tel. 0871 809319
www.villamaiella.it

Il segreto della cucina italiana è la famiglia. Non sappiamo per quanto ancora, ma sinora tra nonne e mamme che cucinavano e le trattorie familiari che si sono evolute in grandi ristoranti la sintesi perfetta è questa. La famiglia Tinari ha una storia ben radicata a Guardiagrele, dove nasce come semplice mescita e distribuzione di piatti essenziali, poi il matrimonio di Peppino con Angela, nativa del paese ma emigrata a sei mesi all’estero e tornata qui per una vacanza. Poi ancora arrivano Arcangelo e Pascal, due giovani fuoriclasse che hanno trovato un perfetto equilibrio, il primo in cucina dopo aver girato tanto tra cui, fondamentale, la permanenza per oltre un anno da Bras, il secondo in sala dove ha ormai preso tutto in mano.

 

I Tinari di Villa Maiella a Guardiagrele sono una istituzione in Abruzzo, ad un certo punto sono stati l’unico locale italiano ad avere in contemporanea la chiocciola slow food e la stella Michelin e si capisce perché: l’aderenza al territorio della materia prima è maniacale, arricchita dalla conoscenza di quel che di buono c’è nel mondo. Una conoscenza che non passa per intermediari, ma risultato di viaggi e di confronto. Pascal oltre la sala gestisce la cantina con oltre 1500 referenze, dopo aver studiato a lungo la birra adesso è totalmente assorbito dal mondo dello Champagne.

Anche noi siamo molto legati a questa realtà abruzzese, sia per le serate speciali fatte con Vittorio Fusari in occasione delle maialate dai Tinari a Villa Maiella, sia per il rapporto con la famiglia Santini della Locanda del Pescatore. Arriviamo mentre è in corso un vero cantiere aperto che a fine estate ci presenterà l’albergo e la sala in una veste del tutto nuova. Questa voglia di non adagiarsi, di investire, migliorare è l’essenza della gastronomia italiana di qualità.

La cifra stilistica della cucina di Arcangelo Tinari è una delle migliori in Italia in questo momento. I piatti hanno sempre un gancio preciso con la tradizione, l’estrazione del sapore avviene attraverso la padronanza completa della tecnica, la pulizia nelle presentazioni ha pochi eguali nel nostro paese. Ecco perché qui il gourmet più raffinato e aggiornato può convivere con il cliente quotidiano: la chitarra con il ragù di agnello c’è, ed è fatta nel migliore dei mondi possibili. L’anima terragna della proposta non si è dispersa, vive attraverso eccezionali prodotti di territorio.

Al tempo stesso è impossibile non restare incantati dalla pulizia dei crudi di carne e delle sequenza degli altri piatti di Villa Maiella a Guardiagrele dove i prodotti di stagione non sono mai in eccesso, non ci sono fuochi artificiali, spezie, rimandi asiatici e misture giapponesi, ma semplicemente la capacità di centrare il sapore e di esaltarlo attraverso i giusti accostamenti della materia.

Nella tartare con la verdura cotta alla brace apparentemente semplice c’è un gioco sofisticato tra il crudo e la sensazione di carne passata sul fuoco che ricaviamo attraverso l’elemento vegetale. Un piatto di estrema semplicità ma che ha alle spalle una grande complessità di pensiero e di padronanza tecnica.

Anche le paste fresche sono presentate in un incredibile equilibrio che serve ad esaltare in un caso la burrata, nell’altra il ragù di cinghiale.

Lezione a parte merita il Foie Gras, davvero eccezionale e i due piatti di carne. Già perché ci dispiace per i mangiatori seriali di imbustati, la differenza di sapore tra piccioni e agnelli proposti qui e quelli che si trovano dalla Val d’Aosta alla Nuova Zelanda è la stessa di quella tra un gelato di Corrado Assenza e un confezionato industriale.

Anche per questo vengono presentati in modo semplice, il piccione non salsato, il secondo su una salsa di Castelmagno che lo rende più ecumenico.

Il capitolo dolci non merita commenti perché le foto dicono a chiare lettere che si tratta di un finale non stucchevole, di grande spessore.

CONCLUSIONI

Viandanti gourmet, appassionati d’Abruzzo, innamorati pazzi, golosi, strippati per le grandi carte dei vini, persone stremate dal lavoro in cerca di riposo: Villa Maiella dei Tinari a Guardiagrele  è il vostro posto. Sicuramente a Guardiagrele troverete una delle più belle e complete esperienze che si possano fare in Italia in questo momento fuori città. Non abbiamo difficoltà a predirre che dopo i lavori la seconda Stella Michelin non è un obiettivo impossibile perché a tavola e in sala ci sono entrambe. E purtuttavia la passione di Pascal e la simpatia di Peppino, impegnati in duetti da antologia tra padri e figli, vi metterà subito a vostro agio perché l’anima dell’osteria non si è, per fortuna dispersa. Non c’è ambiente rarefatto, è semplicemente un caxxxo di posto dove si sta una meraviglia e nel quale spenderete cifre più che abbordabili (menu tradizione a 55, degustazione a 85).

Foto Monica Caradonna

Villa Maiella dei Tinari a Guardiagrele


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