Zuppetella di castagne spezzate

Pubblicato in: La Tavola di Pulcinella, Minestre e Zuppe

di Tommaso Esposito

Sì, sicuramente ce ne sono ancora in qualche angolo della dispensa.
Vestigia di un cesto natalizio giunto in dono.
Oppure segno della cannarizia de lo spassatiempo che prende per la tavola della Vigilia.
Le castagne secche sbucciate, gialle quasi dorate.

Son dette castagne spezzate o spistate nei libri vernacolari:
Spistato, detto di castagne sbucciate, e secche al sole.
Mia nonna Mariuccella, classe 1895, le chiamava ‘e castagne ‘e Mundella, forse perché soltanto da colà, ancor prima del marchio protetto, giungevano.
E ricordo pure i versi del Basile:

E ‘nce aggio sfranto buono li carrine
A castagne spistate e a lupine.

Nonché dello Sgruttendio:

Bene mio bello, e che faore è chisto?
E che gran compremiento è che me faie?
De castagne spistate ogge tu m’ haie,
O Cecca, pe no mese e cchiù provisto.
Duono de castagne spistate
Bene mio bello e che faore è chisto?

O anche del Capasso Nicolò, poeta giureconsulto, che dileggiava un petrarchista dicendo:

Ogni ghiuorno smardisce no cantaro
de castagne spistate, e de scioscelle.

Mah, bando alle rime.
Avanza voglia di mangiarne.
Su di corsa, se in casa non ci sono, tra gli scaffali della bottega.
Io le compro sfuse al mercato del sabato dal mio rivenditore di seccumma.
zuppetella, dunque.

Ingredienti per 6 persone

Castagne secche sbucciate cosiddette spezzate 500 gr
Fichi secchi del Cilento cosiddetti ‘e pupatelle 6
Lauro fresco 3 foglie
Acqua, sale q.b.

Procedimento

Lasciare per una notte le castagne nell’acqua in ammollo.
Al mattino galleggerà anche qualche residuo di buccia.
Levatelo, ma non gettate l’acqua.
Aggiungete i fichi, il lauro e due pizzichi di sale.
Portate a cottura con lento bollore e con l’aggiunta di altra acqua bollente se necessita per la refosa.
In scodella son deliziose al cucchiaio.


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