I miei dieci piatti e una pizza dell’estate 2023

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Luciano Pignataro

Luciano Pignataro

Scrivo queste righe mentre la mia estate sta finendo per ripartire controvoglia verso la città, le luci, il rumore, il combattimento. Sono stati tre mesi fantastici, bellissimi, pieni di cose buone. Riassumo a me stesso le cose che mi hanno folgorato oltre alle tantissime eccezionali che ho potuto assaggiare.

Per me lo chef non si vede dal piccione, ma dalla triglia. Il pesce più gastronomico. Si dice sempre di Punto Nave che ha materia prima insuperabile ma stavolta la cucina ha valorizzato questo pesce arrivato mentre ci sedevamo a tavola da una barca di Ponza. Spinato e cotto al vapore, poi immerso nella sua bisque intensa. La punta dell’iceberg della migliore cena dell’estate. Diesci

Da buon tirrenico, amo le cotture brevi del pesce. Soprattutto quando è pescato nel Mediterraneo, mi basta il sapore assoluto della materia prima appena scottata e non condita da grassi. Ma sono del segno dei Gemelli, mi piacciono gli opposti, e quando si ha una spigola così, mi piace il burro salato e l’asparago bianco di Pasquale Palamaro. Indimenticabile. Diesci.

Uan scappata a Copenhagen e voilà, il vegetale come ancora non si mangia in Italia: ricco, goloso, esaltato dalla salsa di aglio, che io adoro sin da bimbo, quando mangiavo i pezzettini cotti insieme alla carne a bagnomaria e prezzemolo. Diesci

Juan Quintero è il mio cuoco dell’estate, difficile scegliere un piatto, ma questo risotto con l’essenza di cipresso in cui il vegetale e l’animale pari sono al palato. Strepitoso. Diesci.

Franca Feola ha una cucina pulita e intensa, anno dopo anno  in crescita e passare una serata cilentana con cari amici da lei è quanto di meglio possiate fare per unire servizio informale e sostanza nel boccone. Questo è un suo piatto che non riesce a togliere dalla carta. Diesci

Quel volpone di Luigi Iapigio sa che gli spaghetti sono il mio punto debole: ma questo piatto si smarca per il perfetto equilibrio degli elementi in cui ciascuno valorizza l’altro senza dominare in monologhi narcisistici.

Non di solo peperoncino forte vive l’uomo. Anche di sardella e ‘nduja. Per cinque euro mangiate questo piatto commovente, saporito, equilibrato, ben eseguito da Giuseppe Pucci a Cirò Marina. Diesci

Si lo so, sono banale. Ma ogni tanto ci vuole il cibo confortevole. Basta con questa carbonara, sono d’accordo con Arcangelo Dandini, il vero manico si vede dalla amatriciana. E l’Antica Pesa è affidabile più di un motore Ford.

Luca Doro, figlio di contadini ma anche cuoco: si vede nella sua sensibilità verso il vegetale. Mai così ben esaltato il pomodoro cannellino flegreo per una pizza fatta con il cuore. La mia pizza dell’estate. Diesci

 

Avevo mangiato parmigiana e spalla di agnello a Montmartre nel 2011 da Torrini a Paulbot e l’abbinata mi aveva colpito perchè goloso di entrambi. Bello ritrovarla alla perfezione da Nino Di Costanzo. Quei piatti per cui vale la pena mangiare la carne. Diesci

Una esplosione verde balsamica al palato. Era in lizza con uno spaghetto torbato da sballo, ma Giuseppe D’Errico qui ha saputo rendere bene l’idea del verde di fine pasto, di quello che ti fa ricominciare.  Diesci.

That’s all Folk!

 


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