Il Calzone con la scarola: 20 indirizzi dove mangiarlo

Pubblicato 2 mesi fa in: La Pizza e basta

di Antonella Amodio

L’origine del calzone di scarola è avvolta nel mistero. Di sicuro si sa che è nato nella creativa città di Napoli. Vincenzo Corrado lo menzionò per la prima volta nel 1773 nel suo libro “Il cuoco galante”, inserendolo tra le specialità vegetariane. Francesco de Bourcard, nel 1866, lo descrisse come una pizza non convenzionale nell’opera letteraria “Usi e costumi di Napoli”. Nel XIX secolo, il calzone era presente nella cucina delle regioni Campania e Puglia. Il suo nome deriva dalla forma a mezzaluna, che ricorda appunto una calza. Farcito con friarielli o scarola, verdure che crescono negli orti della Campani, è arricchito con acciughe, olive nere e, talvolta, capperi. Un piatto semplice ed economico, creato con ingredienti facilmente reperibili per l’epoca, come l’impasto del pane e i vegetali locali. Nel corso del tempo, è diventato un simbolo di creatività culinaria napoletana. E così, dalla collina di Caiazzo, riviviamo la storia del calzone con la scarola ai giorni nostri, quello nato nell’Antica Osteria Pizzeria Pepe.

Nel lontano 1931, Stefano Pepe lo preparava per la sua famiglia e pochi amici, tanto che non veniva mai incluso nel menù ufficiale. Una tradizione tramandata ai figli e che Nino e Massimiliano Pepe ripropongono da sempre. Una ricetta autentica e storica registrata come prelibatezza tradizionale nella sezione “Ricetta d’Autore” su www.mysocialrecipe.com. Il Calzone con la Scarola di papà Stefano da ben 90 anni scalda i cuori degli appassionati che si recano nell’Antica Osteria Pizzeria Pepe per gustarlo, affiancata dalla pizza Margherita, tra le migliori in assoluto.
La scarola, dopo i friarielli, è la verdura più amata dai napoletani.