Napoli. Pizzazzà la bella storia e la buona pizza napoletana di Luca Castellano

Viale dei Pini 25 (Pineta) Colli Aminei
Tel. 081.7418243 – 3358169968
www.pizzazza.it
Aperto sempre
Chiuso domenica a pranzo
Anche trattoria con alcuni piatti della tradizione napoletana
Pizze da 4 a 9 euro
di Tommaso Esposito
Sono sincero, non me ne frega proprio di passare per il più reazionario e talebano conservatore fra i gastronomi e i pizzologi.
Tanto chi lo pensa e lo dice non capisce un tubo né sa quanti e quali siano stati i giovani talenti di cui ho scritto e parlato per primo.
Insomma sono contento di essere un mastino napoletano.
E questa contentezza la provo maggiormente quando, girando qua e là, mi imbatto in storie belle come quella della famiglia Castellano con papà Gianni e il figlio Luca.

Luca, eredita l’arte dal nonno che ha fatto palestra nella pizzeria Trianon, quella di Rosaria Moffa, quando c’era pure don Salvatore il papà di Vincenzo Esposito di Carmnella.
Vicende che si intrecciano, aneddoti che diventano capitoli di romanzi, versi di poesie e finanche canzoni.
Ne ho parlato nel mio libro ‘A pizza.
Pizza-zza fu la canzone, ispirata a bocca di forno e tra i tavoli del Trianon, scritta da Giacomo Rondinella insieme a Norman J. Simon nel 1966 durante una turnée negli States.
Il titolo americano fu Give him that. Ritmo di cha-cha.
http://youtu.be/uMKdIQ0BAj8
E fu anche cavallo di battaglia di una star canora di Little Italy, Sergio Franchi, che la trasformò in tarantella.
Pizzazzà oggi è una delle più belle pizzerie di Napoli collinare.
Locale moderno tra il rustico e l’easy con qualche simbolo della napoletanità, dalle gouaches, alle foto amarcord, a Pulcinella.


E con un cimelio da museo.

Il grande bancone in legno dal marmo bianco sagomato con gli alloggi per la pala, sul quale Luca Castellano rivive e ripropone la tradizione familiare.

Impasto con farina 00 e una manciata di 0, altissima idratazione, lievitazione entro le 24 ore con buona maturazione e, apprezzabile poi al palato, felice lavoro dei lieviti che danno dolcezza e freschezza.


Al pizzometro Taglia L, struttura con disco un po’ oltre il mezzo millimetro e cornicione pronunciato con grandi alveolature.


Elastica, morbida, scioglievole al palato come vuoi che sia.
Il gioco sarà bello quando vi lascerete alle emozioni della Margherita.


O della marinara.


Pomodoro San Marzano Dop, Olio evo, fiordilatte e mozzarella del caseificio Mini Costanzo a Lusciano fanno la loro parte.
Alla grande.
Così pure giocano da comprimari il broccolo aprilatico di Paternopoli, la cipolla ramata di Montoro o le papaccelle napoletane grigliate di Vincenzo Egizio.
Si assaggino le pizze Jesce sole e Napul’è o la fritta Donna Sofì per capire.



E per dire se il mastino napoletano fa bene a fare la guardia!
2 risposte
I commenti sono chiusi.
Grande doc!
Caro Tommy, sono sincero anch’io.Frequentando certe cattive compagnie si finisce per essere plagiati e lo dico con cognizione di fatto visto che fino ad ora i miei interessi erano per il buon vino e l’alta ristorazione.Pizzologo non lo sarò mai ,anche se ,inevitabilmente si finisce per interessarsi all’argomento,per cui mi permetto di chiedere:ma il calzone a mezzaluna fa parte ancora dei menù delle pizzerie o è scomparso del tutto?Sarebbe interessante un articolo a tal proposito.Ad maiora e…buon lavoro lasciando però fuori dal questi articoli termini politici che rimandano a brutte sensazioni.FM.