I panettoni di nuova generazione, ecco i protagonisti


Il nuovo Natale del panettone

di Ornella Buzzone

Il panettone, nato a Milano tra leggende e antiche botteghe, è diventato nel tempo molto più di un semplice dolce natalizio: è un simbolo delle feste, un rito che si rinnova ogni anno. Dalla versione più umile, preparata con pochi ingredienti genuini nelle cucine di corte del Rinascimento, fino alle interpretazioni moderne che riempiono oggi le vetrine delle migliori pasticcerie italiane, la sua evoluzione racconta la storia stessa dell’artigianalità dolciaria del nostro Paese.

Oggi, però, il panettone è diventato anche un prodotto “esclusivo”. Il suo prezzo – spesso non inferiore ai 30 euro nelle versioni artigianali – divide: c’è chi lo considera troppo, chi troppo poco, chi non comprende questa nuova dimensione gourmet. Eppure, dietro un grande panettone c’è un lavoro silenzioso che inizia giorni prima della cottura: mani esperte che rinfrescano il lievito madre, attese lunghe e precise, impasti che richiedono attenzione, ingredienti selezionati che al morso raccontano una storia.

Per anni siamo stati abituati al panettone industriale, quello che arrivava puntuale sulle nostre tavole con un profilo aromatico standardizzato. Ma negli ultimi anni il nostro palato ha iniziato a scoprire (e riconoscere) il valore della materia prima, dei canditi fatti come una volta, della vaniglia vera, del burro che profuma e non sovrasta, della sofficità ottenuta da una lievitazione naturale e rispettosa dei tempi.

Ed è proprio per questo che oggi voglio condividere una selezione di panettoni che ho assaggiato e che, per qualità, personalità e cura artigianale, meritano di essere raccontati. Un viaggio tra chef, maestri pasticceri e artigiani che hanno scelto di reinterpretare un grande classico senza tradirne l’anima.

 

Cosimo Chiodi – Dal mondo della pizza al rispetto del grande lievitato

Cosimo Chiodi

Il percorso di Cosimo Chiodi è uno di quelli che nascono dalla curiosità e maturano con il tempo, senza forzature. Pizzaiolo di formazione, abituato a lavorare ogni giorno con impasti vivi, fermentazioni e tempi di maturazione, Cosimo ha sempre avuto un rapporto molto fisico e concreto con la lievitazione. Il panettone, però, non è arrivato subito. È entrato nel suo lavoro con cautela, quasi in punta di piedi, come una sfida da affrontare solo quando si è pronti davvero.

Il primo passo è stato lo studio. Un corso sui grandi lievitati, affiancato a tutto il bagaglio tecnico che già possedeva nel mondo della pizza, ha acceso una scintilla. Da lì sono iniziati i primi esperimenti, nati quasi per gioco, senza l’ambizione immediata di “metterli in vendita”. E invece, scherzando scherzando, come racconta lui stesso, quei panettoni hanno iniziato a convincere. Prima chi li assaggiava, poi lui stesso. Tanto da arrivare a produrne più di quanto si aspettasse.

Quella che inizialmente era una prova è diventata un percorso. Dopo il panettone è arrivata la colomba, poi il ritorno al Natale con una consapevolezza diversa. Oggi Cosimo affronta il grande lievitato con rispetto e lucidità, senza voler dimostrare nulla, ma con la voglia di fare bene. Il suo laboratorio ha dei limiti strutturali, come l’altezza del forno, che non permette di lavorare su grandi grammature. Ma anche questo vincolo è stato trasformato in una scelta precisa: panettoni da 550 grammi, pensati per essere equilibrati, fruibili, coerenti con il suo modo di lavorare.

Il cuore di tutto resta il lievito madre, rigenerato con costanza da oltre un anno, senza interruzioni, in ogni stagione. Un lavoro silenzioso e quotidiano che dà forza, struttura e identità agli impasti. Cosimo non cerca scorciatoie e utilizza per i suoi panettoni la stessa filosofia che applica a tutto il resto della sua produzione: pochi ingredienti, selezionati con attenzione, lavorati con rispetto.

Le varianti proposte raccontano bene la sua personalità. C’è il classico, pulito ed essenziale. C’è quello all’albicocca pellecchiella, già molto apprezzato nella scorsa edizione, che gioca su freschezza e acidità. C’è mela e cannella, che richiama immediatamente l’atmosfera natalizia. E infine il tre cioccolati, forse il più tecnico, dove fondente, latte e bianco convivono grazie a un bilanciamento preciso delle percentuali, evitando sia l’eccesso di dolcezza sia l’amaro invadente. Cosimo è il primo a dire che quella dei grandi lievitati è una strada ancora in evoluzione, fatta di margini di miglioramento e di continuo confronto con chi assaggia. Ma è proprio questo il valore del suo panettone: non nasce da un’operazione commerciale, bensì da un percorso onesto, costruito passo dopo passo, con umiltà e dedizione. Un panettone che racconta un pizzaiolo che ha saputo ascoltare l’impasto e decidere il momento giusto per portarlo davvero in tavola.

Costo €25/27

Pizzeria del Corso Cosimo Chiodi – Via Roma, 29, 81051 Pietramelara CE

 

Antonio Silvestri – La lievitazione come missione quotidiana

Antonio Silvestri

Antonio Silvestri, conosciuto da molti come la pizza del supereroe, è prima di tutto un panificatore nel senso più profondo del termine. Uno di quelli che non si limitano a replicare una tecnica, ma che vivono l’impasto come una materia viva, da ascoltare e rispettare. Il suo SpazioLab non è semplicemente un laboratorio: è un luogo di studio, di sperimentazione continua, quasi una bottega contemporanea dove la panificazione diventa cultura.

Di giorno Antonio lavora lontano dai riflettori. Studia, prova nuove tecniche, modifica impasti, sbaglia e corregge. È in queste ore silenziose che nascono le basi del suo lavoro, ed è anche qui che si svolge una parte fondamentale della sua attività: la formazione. SpazioLab è infatti un punto di riferimento per chi vuole imparare a panificare davvero, andando oltre le mode e le scorciatoie. La sera, poi, tutto cambia. Il laboratorio apre al pubblico, rigorosamente su prenotazione, e diventa un luogo di condivisione dove Antonio serve la sua pizza e i suoi prodotti dolci, raccontando attraverso il cibo tutto il percorso che c’è dietro.

Quando arrivano le festività, però, il lavoro di Antonio trova una delle sue espressioni più alte. Pasqua o Natale non fa differenza: è il momento in cui il panettone entra in scena. I suoi grandi lievitati sono diventati negli anni un appuntamento fisso per chi lo segue, perché racchiudono tutte le caratteristiche che definiscono il suo stile. Sono panettoni straordinariamente morbidi, dalla alveolatura ampia e regolare, profumati, leggeri, capaci di regalare una sensazione quasi eterea al morso.

Quest’anno, accanto alla sua mano esperta, c’è anche quella della figlia Giorgia, giovane pasticcera che sta intraprendendo il percorso del padre con sensibilità e determinazione. Insieme hanno dato vita a un progetto a quattro mani, il panettone Macha, che rappresenta non solo una nuova ricetta, ma anche un passaggio simbolico, un dialogo tra generazioni costruito sull’impasto.

Accanto a questa novità, Antonio propone altre interpretazioni che raccontano la sua voglia di sperimentare senza perdere equilibrio. C’è il panettone pere e cioccolato, rassicurante e profondo, e quello limone, gin e basilico, più audace, fresco, contemporaneo, dove la componente aromatica viene gestita con grande precisione. Ogni gusto nasce da prove, aggiustamenti, ascolto del prodotto, mai da un’idea lanciata a caso.

Per Antonioi il panettone non è mai un esercizio di stile. È il risultato di anni di lavoro, di studio quotidiano e di una visione chiara: fare meno, ma farlo bene.

In store, troverete tanti altri gusti disponibili tra cui il suo panettone di punta al melograno e cioccolato.

Costo € 38

SpazioLab Via Francesco Marchesiello, 42, 81100 Caserta

 

Andrea Marano – La pasticceria come identità e rigore

Andrea Marano

Andrea Marano è un pastry chef che ha costruito il proprio percorso con pazienza, studio e una costante ricerca di equilibrio. La sua storia parte dalla cucina, vissuta intensamente nei primi anni di formazione, fino alla consapevolezza che sarebbe stata la pasticceria il suo linguaggio più autentico. Una scelta non immediata, maturata con il tempo, che oggi si riflette in ogni sua creazione.

Andrea è ossessionato dalle forme, dall’ordine, dalla pulizia estetica. Per lui un dolce non deve solo essere buono, ma deveavere una struttura, una coerenza visiva e un’identità precisa. Questa visione lo ha portato a lavorare in contesti di alto livello e a dedicarsi anche alla formazione, condividendo il suo sapere con chi desidera approfondire davvero il mondo della pasticceria. Ma a un certo punto è arrivata la necessità di dare una casa stabile al proprio stile, un luogo dove poter esprimere pienamente la sua idea di dolce.

Quel luogo oggi è Riccione, all’interno del Victor Lab, dove Andrea firma una pasticceria che porta il suo nome e il suo approccio. Qui prende forma una produzione quotidiana fatta di sfogliati tecnicamente impeccabili, monoporzioni eleganti, cioccolati curati nel dettaglio e gelati dalla struttura pulita. Tutto è pensato, nulla è lasciato al caso. E quando arrivano le festività, questa stessa filosofia si riversa naturalmente nel grande lievitato.

Il panettone, per Andrea Marano, è una prova di maturità. Non un esercizio di virtuosismo, ma un banco di verifica della propria solidità tecnica. Quest’anno ha scelto di proporre tre panettoni nel formato da mezzo chilo, una dimensione che gli permette di mantenere controllo, precisione ed equilibrio. Il primo è all’albicocca pellecchiella, delicato e profumato, capace di raccontare il territorio con misura. Il secondo è il classico, arricchito da arancia candita e uvetta bagnata nel rum, elegante e rassicurante. Il terzo è il suo panettone di punta, un incontro raffinato tra cioccolato fondente al 55 per cento e arabica, dove l’amaro e l’aromaticità del caffè dialogano senza mai sovrastarsi. Tutti i panettoni sono realizzati con lievito madre, tempi lunghi e una grande attenzione alla leggerezza dell’impasto. Al morso risultano soffici, equilibrati, mai eccessivi. È evidente la mano di un professionista che non cerca effetti speciali, ma lavora per sottrazione, affidandosi alla tecnica e al gusto. Andrea Marano non rincorre mode né scorciatoie. Ogni suo panettone è il riflesso di una visione precisa, di un percorso costruito nel tempo e di una pasticceria che ha trovato finalmente la propria voce.

Costo € 24

Victor Lab Viale Maria Ceccarini, 107, 47838 Riccione RN

 

Chef Mariano Armonia di Armoni – Quando il panettone diventa una magia personale

Mariano Armonia

Per lo chef Mariano di Armoni il panettone non è mai stato un semplice prodotto da inserire in carta o da proporre per dovere stagionale. È stato, piuttosto, un percorso lungo, fatto di tentativi, ripensamenti, studio e tanta autocritica. Un lavoro silenzioso, durato anni, che ha preceduto di molto il momento in cui ha deciso di portarlo davvero al pubblico. Perché per Mariano il panettone è una di quelle cose che si fanno solo quando ci si sente pronti, quando il risultato finale restituisce esattamente ciò che si aveva in testa.

Prima di arrivare a questo punto, ha provato e riprovato più volte. Ha aspettato. Ha lasciato maturare l’idea, l’impasto, il gesto. Solo quando ha sentito di aver raggiunto una sicurezza reale sul prodotto finito ha deciso di fare il passo successivo. Ed è così che oggi, con grande onestà, racconta che questo è il secondo anno in cui propone i suoi panettoni. Non per moda, non per rincorrere un mercato, ma per una soddisfazione profondamente personale.

Il panettone, nelle sue parole, è quasi una magia. Tre giorni di lavoro continuo, di attese, di gesti precisi e ripetuti, per trasformare un impasto vivo in qualcosa che sembra una nuvola. Un dolce leggerissimo, soffice, etereo, che riesce ancora a sorprendere anche chi lo ha creato. Ed è forse proprio questa la parte più bella del suo racconto: il momento in cui, guardando il prodotto finito, ci si ferma un attimo e si pensa che ne è valsa la pena.

Per Mariano il valore più grande non è il guadagno, ma la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. Di aver portato a termine un processo complesso e delicato con rispetto, pazienza e dedizione. È una soddisfazione intima, quasi silenziosa, che nasce dal rapporto profondo con il proprio mestiere.

La sua linea di panettoni riflette esattamente questo approccio. C’è l’impasto al cacao con albicocca pellecchiella del Vesuvio, dove l’intensità del cacao incontra la freschezza e l’acidità del frutto in un equilibrio misurato. C’è il classico, pulito, essenziale, che non ha bisogno di eccessi per convincere. E c’è la versione limone e cioccolato al latte, più morbida, profumata, costruita su contrasti gentili e armoniosi. Ogni panettone racconta un pezzo del suo percorso, della sua crescita e del suo modo di vivere la cucina. Non c’è fretta, non c’è ostentazione. Solo il desiderio di fare bene, di sentire che quel dolce, una volta tagliato, rappresenti davvero chi lo ha creato. Ed è forse proprio questo che rende il panettone di Chef Mariano qualcosa di più diun lievitato natalizio: una dichiarazione sincera di amore per il proprio lavoro.

Costo 35/40€

Armoni’ Corso Umberto I, 177, 80078 Pozzuoli NA

 

Catello Di Maio – Quando il territorio entra nel panettone

Catello Di Maio

Catello Di Maio, anima e fondatore di Cesto Bakery a Torre del Greco, è uno di quei professionisti che hanno scelto di far parlare il territorio prima ancora della tecnica. Il suo lavoro nasce da una visione chiara: la pasticceria non deve stupire per eccesso, ma raccontare una storia credibile, riconoscibile, profondamente radicata. Anche quando si confronta con un grande lievitato come il panettone, Catello non perde mai di vista questo principio.

Per lui il panettone non è un esercizio di stile, ma uno strumento narrativo. Un modo per riportare al centro ingredienti che appartengono alla memoria agricola e gastronomica della Campania, trasformandoli in qualcosa di contemporaneo senza tradirne l’anima. Per quest’anno, il panettone da non perdere firmato Cesto Bakery nasce da un sogno condiviso con lo chef Mimmo De Gregorio, anima del ristorante Lo Stuzzichino, una collaborazione che ha dato forma a un progetto profondamente legato al territorio.

Da questa visione comune prende vita la scelta di rendere protagonista la mela Limoncella, un frutto antico, profumato, spesso dimenticato, che racchiude un patrimonio aromatico straordinario. Il progetto si è concretizzato anche attraverso il recupero di un antico meleto, oggi tornato a nuova vita, dove la Limoncella viene nuovamente coltivata con cura e rispetto.

La lavorazione della mela Limoncella è lenta, rispettosa, quasi meditativa. Le mele vengono candite con pazienza per conservarne la freschezza, le note agrumate e quella naturale acidità che le rende vive anche dopo la trasformazione. Non c’è fretta in questo processo, perché Catello sa bene che è proprio il tempo a fare la differenza. E quando queste mele entrano nell’impasto del panettone, non lo fanno per riempire, ma per guidare il gusto.

L’impasto, realizzato con lievito madre e tempi lunghi di fermentazione, è soffice, leggero, con una mollica che fila in modo elegante. Al taglio il panettone si presenta pulito, regolare, con una struttura ariosa che invita subito all’assaggio. Al morso, l’equilibrio è la chiave di tutto. La dolcezza è misurata, mai invadente, e lascia spazio alla personalità della mela, che emerge morbida, succosa, leggermente caramellata, mantenendo una freschezza sorprendente.

Il panettone di Cesto Bakery non è pensato per stupire con effetti speciali, ma per farsi ricordare. È uno di quei dolci che si comprendono fetta dopo fetta, che non stancano, che accompagnano la tavola delle feste con discrezione e carattere. Un panettone che parla di territorio senza retorica, di tecnica senza rigidità, di artigianalità vera.

Accanto a questa creazione simbolo, nei suoi store di Torre del Greco è possibile trovare anche altre interpretazioni: dal classico milanese al veneziano, passando per il pistacchio, l’albicocca pellecchiella del Vesuvio, fino al caffè e cioccolato fondente. Una linea coerente, che racconta ricerca, equilibrio e identità.

Costo €40/50

Cesto Bakery Via Falanga 9, Torre del Greco (NA)

 

Biaggio Martinelli – Il limone diventa alta pasticceria

Biaggio Martinelli

Biaggio Martinelli è un giovane pasticcere di Aversa che affronta il lievitato con rispetto, studio e una visione molto chiara. Ogni suo panettone nasce da un’idea precisa, mai casuale, e da un percorso di ricerca condiviso con la sua squadra di laboratorio. Per questo Natale ha deciso di spingersi oltre, lavorando su un gusto che aveva in mente da tempo e che oggi sente finalmente maturo per essere raccontato.

L’obiettivo era valorizzare il limone, ingrediente candido e delicato, ma evitando le strade più prevedibili. Niente creme, niente paste al limone, niente interpretazioni già viste. Biagio ha voluto costruire un abbinamento più elegante, più “nobile”, capace di esaltare il limone senza renderlo scontato. Da qui nasce un panettone che unisce limone candito della Costiera, cioccolato fondente al 70% di origine guanaja e una pasta artigianale di marzapane, ispirata alla tradizione dei fruttini natalizi delle pasticcerie.

Questa pasta viene realizzata artigianalmente con marmellata, miele, zucchero e zucchero a velo, profumata con vaniglia, e poi inserita all’interno di un impasto a lievitazione naturale con lievito madre vivo. Tre elementi diversi, tre consistenze e tre anime che si fondono in un panettone equilibrato, profondo e sorprendente. Al momento non ha ancora un nome definitivo, perché Biagio preferisce lasciare che sia il prodotto stesso a raccontarsi, ma è un gusto in cui crede fortemente e che considera uno dei punti più alti della sua linea.

Accanto a questa nuova creazione, Biagio continua a proporre anche il panettone al cioccolato fondente e quello con limone candito marziale, mentre il suo prodotto simbolo resta il partenopeo, realizzato con mela annurca candita, mandarino di loro produzione e noci, un dolce che racchiude tutta la sua identità campana.

E proprio da qui nasce la sua filosofia più profonda. Pur lavorando su un prodotto che non appartiene storicamente alla tradizione campana come il panettone, Biagio sente forte il dovere di valorizzare anche i dolci identitari del territorio. È per questo che, accanto ai grandi lievitati, continua a portare avanti con orgoglio la produzione di mustaccioli, roccocò e della
cassata. Un modo per tenere insieme innovazione e memoria, futuro e radici, in una pasticceria che guarda avanti senza dimenticare da dove viene.

Costo 40€

Martinelli Cafè / via Enrico Fermi 25, Aversa

 

Nicola Goglia – L’eredità del Rocco Babà e il futuro della pasticceria

emilio il Pasticciere

A Casal di Principe, il nome Goglia è parte della storia. Emilio Goglia, conosciuto da tutti come Emilio il pasticciere, è stato il creatore del celebre Rocco Babà, un dolce diventato simbolo e identità del territorio. Oggi quell’eredità importante è nelle mani del figlio Nicola Goglia, che ha saputo raccoglierla con intelligenza, rispetto e una visione contemporanea.

La pasticceria che un tempo occupava appena cinquanta metri quadrati è oggi una struttura su tre livelli, con un laboratorio moderno e organizzato. Ma nonostante la crescita, il cuore resta lo stesso. Nicola ha mantenuto intatta la tradizione del padre, custodendo ricette, metodo e spirito, aggiungendo però un tocco di innovazione tecnica necessario non per moda, ma per restare in sintonia con i tempi della pasticceria attuale.

Il Natale, come ogni anno, è il momento in cui il laboratorio esplode di lavoro, profumi e fermentazioni. Il panettone diventa protagonista assoluto e invade letteralmente ogni spazio. Il grande classico della casa resta il panettone ai tre cioccolati, intenso, goloso ed equilibrato, uno dei più amati. Accanto a questo, Nicola propone anche il panettone all’albicocca pellecchiella del Vesuvio, quello con amarene, e uno dei must di questo inverno, particolarmente ricercato, con frutti di bosco e cioccolato Valrhona, profondo e avvolgente.

Ogni panettone nasce da giorni e giorni di lavorazione, con lievito madre, tempi lunghi e una cura costante della freschezza del prodotto. Qui l’artigianalità non è uno slogan, ma una pratica quotidiana. A completare l’offerta, un assortimento ricco di altri dolci natalizi che raccontano una tradizione viva, capace di rinnovarsi senza perdere identità.

Nicola Goglia dimostra che si può essere moderni senza rinnegare il passato, innovativi senza dimenticare le radici. Il suo panettone è il risultato di una storia familiare importante, ma anche di una volontà precisa: portare avanti un nome storico rendendolo attuale, credibile e profondamente legato al territorio.

Costo €40

Via S. Donato Casal di Principe – E-mail: [email protected] – Telefono: +39 081 816 3783

 

Enrico Russo – Pasticceria Fiore, la tradizione che resiste al tempo

Enrico Russo

Enrico Russo rappresenta una di quelle realtà che fanno bene raccontare, perché custodiscono la pasticceria di un tempo senza trasformarla in nostalgia. Alla Pasticceria Fiore di via Acquaviva, storica insegna del Casertano, la tradizione non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana tramandata dal padre al figlio, fatta di gesti ripetuti, ricette consolidate e un rapporto diretto con il quartiere.

Qui si respira ancora l’atmosfera della pasticceria di una volta. I dolci della domenica, gli sfogliati per la colazione, i vassoi preparati con cura per le occasioni familiari. Tutto nasce da una filosofia semplice e solida: materie prime di eccellenza, lavorazioni corrette, nessuna rincorsa alle mode, nessuntradimento dell’identità. Enrico porta avanti questo patrimonio con rispetto, mantenendo intatta l’anima del laboratorio e aggiornando il lavoro solo dove serve, senza mai snaturarlo.

Anche a Natale la Pasticceria Fiore resta fedele a questoapproccio. I panettoni di Enrico Russo non vogliono stupire con eccessi, ma convincere con equilibrio, pulizia e gusto. Tra le proposte, quello che meglio racconta la sua visione è il panettone all’albicocca pellecchiella del Vesuvio. Una scelta che non nasce per caso, ma da un legame profondo con il territorio, dalla qualità di un frutto che Enrico sente suo, e da una sensibilità che mette al centro la materia prima prima ancora della tecnica.

L’albicocca pellecchiella diventa così protagonista dell’impasto, senza sovrastarlo, accompagnata da una lievitazione naturale e da una struttura soffice, classica, rassicurante. È un panettone che parla la lingua della tradizione, quella che non ha bisogno di essere spiegata, perché si riconosce al primo morso. E forse è proprio questo il valore più grande del lavoro di Enrico Russo: continuare a essere un punto fermo, un riferimento autentico, in un mondo che spesso dimentica quanto sia importante restare fedeli a se stessi.

Costo €45

Pasticceria Fiore – Via Giulio Antonio Acquaviva, 142/144, 81100 Caserta

 

Vincenzo Guarino – Il ritorno a casa e la disciplina del grande lievitato

Vincenzo Guarino

Vincenzo Guarino è uno di quegli chef che hanno attraversato esperienze importanti lontano dalla propria terra, per poi sentire il richiamo del ritorno. Dopo un percorso professionale di alto livello nel Nord Italia, ha scelto di rientrare in Campania, riportando con sé metodo, rigore e una visione solida della cucina. Oggi è executive chef del Palazzo Acampora ad Agerola, un luogo di grande fascino, sospeso tra mare e montagna, dove la sua cucina trova un equilibrio naturale tra eleganza e territorio.

Il panettone, nel suo percorso, non è un’operazione stagionale, ma un esercizio di disciplina. Guarino lo affronta come si affronta un piatto complesso: con rispetto assoluto per la tecnica e con una ripetizione quasi ossessiva del gesto. Lui stesso parla di artigianalità vera, fatta di prove continue, di quaranta minuti di ripetizione per ogni passaggio, di controllo costante dell’impasto. È un lavoro che non ammette distrazioni, perché il grande lievitato non perdona.

La sua linea di panettoni è costruita con lucidità e senza eccessi inutili. I gusti sono sei, scelti con precisione, ognuno pensato per raccontare una sfumatura diversa del suo stile. C’è il classico, con uvetta sultanina e canditi, pulito, elegante, rassicurante. C’è quello all’albicocca del Vesuvio, realizzato con frutta vera, impreziosito da una glassa alle mandorle e zucchero, che bilancia dolcezza e acidità. C’è il pistacchio, intenso ma mai invadente. Poi il tre cioccolati, dove gianduia, fondente e latte convivono in un equilibrio studiato.

Accanto a questi, Guarino inserisce una limited
edition al caramello salato, pensata come una variazione più golosa e contemporanea, e infine un panettone nocciole e amarene, rifinito con una glassa di granella di nocciole dal gusto che richiama l’immaginario del Ferrero Rocher. Un richiamo pop, ma gestito con misura e tecnica.

Tutti i suoi panettoni raccontano una cosa sola: controllo. Nulla è lasciato al caso, nulla è eccessivo. È il lavoro di uno chef che ha fatto esperienza, che ha visto tanto, e che oggi sceglie di mettere questa consapevolezza al servizio di un prodotto simbolo del Natale. Un panettone che non cerca l’effetto immediato, ma che si fa ricordare per precisione, equilibrio e solidità.

Costo 40/50 €

La Corte degli Dei- Palazzo Acampora – Via Armando Diaz, 26, 80051 Agerola NA

 

Peppe Guida – Il panettone come gesto d’amore

Peppe Guida

Chiudere questa selezione con Peppe Guida è quasi naturale. Perché Peppe non è solo uno chef, ma una figura che incarna un modo di intendere la cucina fatto di memoria, autenticità e rispetto assoluto per le cose semplici. Il suo panettone, anno dopo anno, è diventato un rito, un appuntamento fisso per chi ama il Natale vissuto con lentezza e verità.Peppe Guida non ha mai inseguito mode. Ha sempre seguito la sua strada, costruita sulla cucina di casa, sui sapori dell’infanzia, sulla materia prima trattata con amore. Ed è esattamente questo spirito che si ritrova nel suo panettone. Non è un dolce pensato per stupire, ma per accogliere. Per stare al centro della tavola e creare un momento di condivisione.Nel laboratorio di famiglia, dove Peppe lavora fianco a fianco con il figlio Francesco, il panettone nasce da gesti ripetuti, da tempi lunghi, da un lievito madre curato come una creatura viva. Ogni fase è seguita con attenzione, senza scorciatoie, senza compromessi. Il risultato è un impasto soffice, profumato, elegante nella sua semplicità, capace di emozionare senza bisogno di eccessi.Le varianti cambiano nel tempo, ma il filo conduttore resta sempre lo stesso. Profumi netti, dolcezza mai invadente, equilibrio. È un panettone che si riconosce subito, perché ha un’anima. E quell’anima è la stessa che Peppe mette nei suoi piatti, nella sua cucina, nel suo modo di stare dietro ai fornelli.Mettere in tavola il panettone di Peppe Guida significa portare qualcosa di più di un dolce. Significa portare una storia, un territorio, una visione della cucina che mette al centro le persone prima ancora delle ricette. È un panettone che non ha bisogno di spiegazioni, perché parla da solo. E proprio per questo rappresenta la chiusura perfetta di questo viaggio tra giovani talenti e grandi maestri del lievitato artigianale.

Costo 40/50€
Antica Osteria Nonna Rosa – Via Laudano, 1, 80069 Vico Equense NA

 

In fondo, questo viaggio nel panettone artigianale racconta molto più di una semplice tendenza natalizia. Racconta un cambiamento culturale, prima ancora che gastronomico. Giovani chef, pasticceri e pizzaioli hanno scelto di misurarsi con uno dei dolci più complessi della tradizione italiana, facendolo con rispetto, studio e una visione personale. Accanto a loro, grandi nomi come Vincenzo Guarino e Peppe Guida continuano, anno dopo anno, a dimostrare che il panettone può essere un gesto di eleganza, memoria e altissima professionalità.

È vero, il costo del panettone oggi è cambiato. Non è più il dolce “di battaglia” da prendere distrattamente al supermercato. Ma forse è proprio questo il segnale più incoraggiante. Sempre più persone scelgono di acquistare un panettone artigianale, consapevoli che dietro quel prezzo ci sono giorni di lavorazione, lieviti vivi, materie prime senza compromessi, nessun conservante e una quantità enorme di lavoro invisibile. C’è il territorio, ci sono le mani, c’è il tempo. E c’è soprattutto una visione.

Il panettone artigianale non è più solo un dolce delle feste, ma un racconto. Racconta chi lo ha pensato, chi lo ha sbagliato, rifatto, migliorato. Racconta una terra, una stagione, un’idea di artigianalità che mette al centro la qualità e non la scorciatoia. In un’epoca che corre veloce, scegliere un panettone così significa fermarsi un attimo, dare valore alle cose fatte bene e portare in tavola non solo un prodotto, ma una storia. E forse, oggi più che mai, è proprio questo il vero senso del Natale.

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