Dati Assoenologi | Sorpresa, ciao ciao crisi: l’Italia riprende a vendere vino nel mondo


Giuseppe Martelli, presidente Assoenologi


Export Made in Italy
Usciti i dati Istat di dicembre 2011, ecco le consuete elaborazioni dell’Associazione Enologi Enotecnici italiani – Assoenologi, l’organizzazione di categoria dei tecnici vitivinicoli. Nel mese di dicembre, dopo un lungo periodo di recupero, l’interscambio della bilancia commerciale torna positiva per 1,4 miliardi €. Un forte segnale di crescita dell’export del Made in Italy che potrebbe aprire la strada a una decisa inversione di tendenza dei mercati e della capacità competitiva della produzione italiana. Il valore delle esportazioni raggiunge 31,4 miliardi contro i 29, 9 delle importazioni. Nell’arco di un anno l’interscambio migliora da –3,0 a +1,4 miliardi €. Geograficamente l’area domestica dell’Unione segna un saldo negativo di –577 milioni €, in netto recupero rispetto a -1.577 milioni € del dicembre 2010; i risultati migliori provengono dai Paesi Terzi nei confronti dei quali l’attivo supera i 2,0 miliardi €, somma algebrica tra i 15,3 miliardi € dell’export e 13,3 dell’import.

 Il saldo energetico peggiora sensibilmente da –52,0 a –61,4 miliardi €; il saldo non energetico, all’opposto, migliora passando da +22 miliardi a +37 miliardi €. Nell’area dell’Unione il valore dell’export mostra una crescita debole +0,8%, segno di una progressiva flessione della domanda; in termini assoluti i valori passano da 15,9 a 16,0 miliardi €. Le importazioni dalla UE subiscono una netta contrazione –4,9%. Più dinamicità si registra nell’area dei Paesi Terzi export +11,4% da 13,8 a 15,3 miliardi, ed una parallela caduta delle importazioni.

Il vino italiano raccoglie le ultime opportunità offerte da un anno particolarmente felice e mostra un incremento totale del +4,2%, passando da 383 a 399 milioni € a fronte di una caduta dei volumi del –8,1%. La domanda sostenuta e le prime avvisaglie di ridotta disponibilità di prodotto, determinano un significativo incremento dei valori medi che lievitano da € 1,77 a € 2,00/litro, pari ad una crescita del +13,4%. La crescita delle esportazioni è diffusa in tutte le regioni e le aree principali. Il Nord mostra un incremento in valore del +13,0%, il Centro del +11,6%, il Sud segue con +9,4%.

Le regioni leader : Veneto, Piemonte e Toscana registrano tassi di crescita in valore tra il 12,8% e il 15,0%. Nell’ultimo mese dell’anno il mercati dei Paesi Terzi mostrano un rallentamento “fisiologico”, mentre l’Unione Europea ha registrato una discreta vivacità della domanda, alla luce anche della congiuntura economica. Il peso de vino all’interno del paniere export italiano è rimasto sostanzialmente invariato da 1,29% a 1,27%, guadagnando terreno nell’area UE e flettendo nell’area dei Paesi Terzi.

Sotto il profilo delle tipologie, oltre alla caduta del prodotto sfuso –12,2% in valore e -27,9% in volume, l’Ufficio studi di Assoenologi registra l’espansione dei vini in bottiglia e degli spumanti, attraverso un’attenta politica di prezzo e di elevato standard qualitativo esercitata dalle imprese del settore, con l’obiettivo d’intercettare la domanda del consumatore globale. La sintesi è riscontrabile nella crescita/tenuta dei valori medi. Particolarmente positiva va vista la crescita degli spumanti che mostrano un incremento del VMU pari a 15,8%, facendo leva anche sulle festività di fine anno. Il valore assoluto balza da € 2,38 a 2,76/litro.

I quindici mercati utilizzati per monitorare l’andamento mondiale registrano nel mese di dicembre un incremento del +2,5% a fronte di una crescita totale del +4,2%. Sebbene il tasso di copertura dei 15 mercati sia intorno al 83% dell’intero valore dell’export, i mercati estranei al panel, con un peso pari al 17% del valore esportato, riescono a imprimere una spinta significativa. Accanto a mercati in decisa crescita in valore (Emirati Arabi Uniti +69,0%, Svezia 39,4%, Giappone +23,0%, Regno Unito +17,3%, Svizzera +13,1%), si registra la sofferenza in più di qualche mercato: Germania – 2,8%, USA –1,7%, Canada –4,4%, Russia –6,2%, Danimarca –3,2%

Una situazione a macchia di leopardo che fa emergere i primi segnali di un possibile rallentamento della domanda globale e europea in particolare. Sul versante dei volumi la flessione dei mercati più importanti è limitata alla Germania –20,3%, Russia –62,7%, Brasile –33,1%e in misura minore Canada –6,6% e Stati Uniti –1,5%. Negli altri mercati la domanda è sostenuta con tassi a due cifre. E’ il caso degli Emirati Arabi +64,3%, Cina +30,8%, Svezia +30,4%, Giappone +26,1%, Corea del Sud +21,6%, Regno Unito +14,9%, Norvegia +10,4%, Paesi Bassi +18,9% e Svizzera +3,2%. Il cambiamento dell’assetto export, meno volume e più valore, induce effetti sul valore medio spingendo il livellamento dei prezzi verso l’alto. I segni negativi si concentrano nei mercati con un VMU maggiori di € 3/litro; i mercati al di sotto di tale soglia mostrano valori positivi. L’incremento del valore medio unitario a dicembre registra +13,4% un risultato di grande importanza per il sistema delle imprese. Conclusioni Conclude il direttore di Assoenologi: “L’anno si chiude con una ricca serie di soddisfazioni per il vino italiano. Valori, volumi e valori medi unitari record, insieme alla crescita dei mercati dei Paesi Terzi, sono gli elementi più qualificanti di un successo costruito giorno dopo giorno nei mercati. Il rigore imposto dai criteri di risanamento dei bilanci degli stati membri della UE avrà un effetto depressivo sui consumi in tutta l’area dell’Unione ed è prevedibile un’ulteriore contrazione della domanda, che nel lungo periodo potrebbe avere conseguenze anche nelle economie in espansione”.