Claudio Quarta Vignaiolo: Cantine Emera e Cantina Moros


Alessandra e Claudio Quarta

Alessandra e Claudio Quarta

di Antonio Di Spirito

Claudio Quarta sta vivendo la sua terza carriera adesso che ha appena varcato la soglia dei sessanta anni. E si può permettere di dichiarare la sua età: fisico asciutto e longilineo, scattante ed attivo come un trentenne, poliedrico, iperattivo e costantemente in fermento; i suoi interessi culturali spaziano dall’arte classica alla moderna, dalla ricerca scientifica pura all’applicazione delle più moderne tecnologie. E, da qualche anno, ha aggiunto la Vitivinicoltura fra i suoi interessi.

Dopo gli studi universitari, inizia una brillante carriera di ricercatore “Biologo Genetista”, diventando Direttore del Centro Ricerche di Gerenzano (VA). Con grandi operazioni manageriali e finanziarie, portò la società a traguardi eccezionali: fu la prima Biotech Company italiana a quotarsi in borsa (luglio 2000). Il crollo finanziario conseguente al 11 Settembre 2001 fu fatale alla società. Claudio operò una fusione con un nuovo partner, si trasferì in America e creò una nuova società che fu quotata in borsa, sia a New York che a Milano (marzo 2003).

Claudio Quarta

Claudio Quarta

E’ proprio la vita “americana” che gli dà la voglia di un “ritorno alle origini”, alla terra ed alla vocazione storica dei suoi territori. L’ispirazione gli venne assaggiando vini, di cui è grande appassionato, in enoteche americane. Stanco di quei vini fatti per il gusto americano, decise di intraprendere un percors, da ripensare, innovando senza, però, stravolgere la tradizione, risolvendone gli elementi di criticità, sfruttando tutto quanto offre la tecnologia moderna.

L’idea è quella di fare vini più agili, freschi e piacevoli; come quei vini, ricordo della sua gioventù, che producevano i contadini con i tradizionali vitigni del Salento; facendo riemergere tutte quelle note piacevoli e morbide, sino a oggi “affogate” in vini materici, sontuosi, strutturati e corposi; fare, insomma, vini “globali”, ma più facilmente bevibili per tutti i consumatori.

Barocco leccese

Barocco leccese

 

Prima di visitare le sue due tenute in Puglia, abbiamo effettuato un breve tour nella città di Lecce, che ci ha estasiato: il “barocco leccese”, le sue strade strette e pulite, i suoi ulivi secolari presenti in più punti della città ed il suo anfiteatro romano, riportato alla luce meno di un secolo fà, arricchiscono il bagaglio culturale di chiunque.

Tenute Eméra

Tenute Eméra, silos di acciaio

Tenute Eméra, silos di acciaio

 

Claudio Quarta iniziò la sua vera avventura nel mondo del vino nel 2005; nel 2007 acquisì Tenuta Eméra, nel cuore della DOP di Manduria e Lizzano, estesa 80 ettari, di cui 50 vitati. La tenuta si sviluppa intorno al vecchio e stupendo Casino Nitti, attualmente in ristrutturazione.

Tenute Eméra, alberelli

Tenute Eméra, alberelli

Il nome rievoca l’antica divinità greca Hemera, che simboleggiava il giorno. I 50 ettari sono stati impiantati seguendo un progetto stilato in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Milano; dopo un attento studio di microzonazione, sono state individuate 11 categorie pedologiche, a ciascuna delle quali è stata associato il vitigno più adatto: innanzitutto gli autoctoni Primitivo, Negroamaro e Fiano; naturalmente non mancano i vitigni internazionali, quali Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, e Chardonnay. All’interno della tenuta è stato riservato un piccolo vigneto sperimentale, meno di un ettaro, nel quale sono state impiantate circa 500 varietà di origine caucasica e mediterranea, denominato “Vigneto della Biodiversità”. Alcune varietà sono molto rare, altre hanno una grossa difficoltà a raggiungere un buon grado di maturazione nella zona d’origine. Ci sono alcuni “Moscato” che hanno una dolcezza stucchevole, altri vitigni raggiungono una maturazione deliziosa. Tutte le uve, comunque, sono oggetto di attenta microvinificazione in purezza.

Tenute Eméra, microvinificatori

Tenute Eméra, microvinificatori

 

La cantina, costruita su tre livelli, sfrutta un falsopiano di 7 metri e con uno scavo nel terreno, scende di ulteriori 13 metri. Il tetto è ricoperto da un curatissimo prato per assicurare il necessario isolamento termico.

Tenute Eméra, il prato

Tenute Eméra, il prato

 

La cantina sfrutta la temperatura e l’umidità del terreno e le acque piovane sono raccolte, depurate e riutilizzate per irrigare un bellissimo orto di erbe officinali ed aromatiche.

La Cantina San Paolo è situata fra le provincie di Avellino e Benevento e conta su 30 ettari di vigneti per sole uve di territorio: Aglianico, Falanghina, Fiano d’Avellino e Greco di Tufo per un totale di 8 etichette!

Cantina Moros

A Guagnano, piccolo borgo agricolo al centro della zona tipica del Salice Salentino, è stata rilevata una cantina sociale degli anni ’50 ed un antico vigneto, poco più di un ettaro, di Negroamaro e Malvasia Nera. Cantina e vigneto sono stati recuperati del tutto nel 2012, anno della prima vendemmia.

Cantina Moros

Cantina Moros

Nella mitologia greca Moros, fratello di Hemera, è il custode del destino, anche avverso ed inevitabile, benché prestabilito, di ogni essere mortale o meno.

Cantina Moros, botte

Cantina Moros, botte

 

Per l’intero stabile è stato effettuato un restauro conservativo. Nella parte interrata alcune vecchie vasche in cemento ospitano oggi le botti di affinamento del Salice Salentino; altre, invece, costituiscono la galleria d’arte nella quale Claudio Quarta conserva pregiati reperti archeologici del vino, acquistati ad un’asta, che formano il “Museo della Magna Grecia”.

il "Museo della Magna Grecia"

il “Museo della Magna Grecia”

In una porzione abbastanza ampia dello stabile, riservata a degustazioni e rappresentanza, le pareti sono state impreziosite da un imponente murale, “Germinazioni3”, e da numerosi dipinti dell’artista Ercole Pignatelli, amico di Claudio.

Cantina Moros, murale

Cantina Moros, murale

 

Molto interessante la visita al Museo del Negroamaro a Guagnano, dove la scrittrice Annalisa Bari ci ha illustrato uno spaccato del mondo rurale vigente fino agli anni ’60 del secolo scorso, ivi comprese attrezzature e strutture per la lavorazione delle uve.

Museo del Negroamaro

Museo del Negroamaro

 

Claudio, pur essendo ancora giovane, ha assecondato il desiderio della figlia Alessandra di lavorare in azienda, che sta crescendo a vista d’occhio nella gestione di tutte le attività ed assume responsabilità sempre maggiori. La continuità è assicurata!

I vini assaggiati

Abbiamo partecipato alla prima degustazione ufficiale di Moros Salice Salentino D.O.P. – Riserva 2012, che è stata guidata da Aldo Specchia, sommelier e degustatore della delegazione AIS di Lecce; e poilo abbiamo bevuto in abbinamento ai piatti appositamente studiati per questo vino dallo chef Antimo Savese docente della Med Cooking School di Ceglie Messapica.

la degustazione di Moros Salice Salentino DOP

la degustazione di Moros Salice Salentino DOP

 

Il vino è un tradizionale blend di Negroamaro 95% e Malvasia Nera 5%. La fermentazione è stata effettuata in acciaio e l’affinamento ha seguito il seguente proto collodi vinificazione: 70% in barrique di legno americano e botti di legno francese per 18 mesi; il restante 30% matura in acciaio. Dopo l’assemblaggio, il vino staziona tre mesi in acciaio ed affina per almeno 4 mesi in bottiglia.

Moros Gerbera

Moros Gerbera

 

Nel calice è rubino luminoso con riflessi granati; intensi profumi di frutti di bosco colpiscono il naso già dalla mescita; alla prima olfazione si apprezzano anche piccoli frutti neri, note affumicate, vinose e lievi note di vaniglia, non ancora del tutto assorbite. Il sorso è appagante; il palato è pervaso da note fruttate, da un tannino importante e levigato. Il tasso alcolico importante (15°) non affligge il sorso; la freschezza è buona ed una nota di cacao si manifesta inizialmente asciugante; ma una nota amaricante e la freschezza regalano un lungo finale. Dopo mezz’ora circa, a bicchiere semivuoto, si apprezzano al naso profumi di lauro ed erbe officinali.

I vini prodotti nelle Tenute Eméra sono vini di buona struttura, molto puliti e nitidi, in cerca della definitiva consacrazione di personalità.

Amure 2014 (fiano ed un saldo del 7% di incrocio Manzoni), riempie la bocca di molti sapori: dalle note tropicali alle erbe aromatiche, dalle note di mandorla alle note fumè e sapide; la freschezza è elevata e la speziatura lo rende lungo; è ancora molto giovane.

Anima di Chardonnay 2014 gode, dopo la prima fase in acciaio, di un breve (75 giorni) e parziale (40%) passaggio in barriques nuove. Ne esce un vino dagli ampi profumi (fiori gialli, tiglio) e sapori che vanno dalla frutta a polpa bianca, gialla (nespole) e pera; si apprezza la freschezza agrumata, la speziatura e la sapidità

Rose 2014 è un rosato prodotto da uve negroamaro (neanche a dirlo), come da tradizione. Con sole due ore di contatto con le bucce, ha assunto un intenso color rosa antico. Delizioso al naso con fiori rossi, pere e mela cotogna; in bocca è una macedonia di frutti rossi maturi; la freschezza è accentuata, molto consistente, sorso salino, lungo e speziato.

Anima di Negroamaro 2013: il primo impatto olfattivo è dato dalla mineralità ferrosa, poi arrivano i profumi di viola, frutti rossi e, per non farci mancare niente, un tocco fumè. Al palato è secco e vinoso; freschezza, sapidità e speziatura chiudono il lungo sorso.

Anima di Primitivo 2013 è affinato in acciaio e solo il 10% in barriques nuove. E’ rubino cupo; le note minerali-ferrose riportano al terreno sciolto e con abbondanza di scheletro. Frutta rossa (ciliegie mature e prugne in primo piano) è accompagnata da note balsamiche ed erbe aromatiche. Gran frutto maturo e freschezza al palato, dove i circa 15° di alcool sono molto ben amalgamati e “nascosti”; tannini setosi e speziatura chiudono un piacevole e sontuoso sorso.

SudDelSud 2012: nel nome l’essenza del progetto di questo vino e ben cinque i vitigni utilizzati: negroamaro, primitivo, merlot, syrah e cabernet sauvignon. Al naso s’inizia con una nota vegetale, peperoni secchi (crusco), poi una nota fumè molto persistente per continuare con piccoli frutti rossi maturi. Al palato è saporito, fresco, speziato e sapido; il tannino è diretto e bilanciato.

SudDelSud

SudDelSud

 

Oro di Eméra 2012 è un Primitivo di Manduria DOP proveniente da un vigneto di 50 anni allevato ad alberello a 500 metri dal mare; il terreno è di origine alluvionale, è ricco di calcare e gusci di molluschi sbriciolati nei secoli. Viola, ciliegia e prugne al naso; al palato offre frutta rossa matura in confettura, tannini setosi, sapido e fresco.

Alessandra Quarta

Alessandra Quarta

QU.ALE 2014: è un vino giovane, voluto fortemente da QUarta ALEssandra per i giovani, con tanto di “Manifesto per una Democrazia del Vino” adottato per la sua immissione sul mercato; gli americani direbbero: easy-going wine. Bella tonalità di rubino intenso, è vinoso e molto profumato: lamponi e fragoline; in bocca manifesta un sorso veloce, fresco, appena tannico e speziato. Ricorda un po’ il “vin ruspo” di Carmignano.

Tenute Emera
Contrada Porvica, Km 29,000, 74123 Lizzano TA

www.tenuteemera.it

Cantina Moros
Via Provinciale, 222, Guagnano LE
www.cantinamoros.it

 

2 Commenti

  1. Buongiorno, conosciuti ieri sera avete stuzzicato la mia curiosità.
    Faccio i complimenti alla famiglia Quarta per il grande lavoro svolto con l’ arte del vino sul territorio Italiano, auguro un futuro ricco di ulteriori soddisfazioni.
    Siate esempio per chi desidera mettersi in gioco ad ogni istante.
    Bravi.

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